A 20 anni dalla sua prolusione riecheggia ancora autorevole l’invito di San Giovanni Paolo II a una fervida pedagogia di fede. Rendete possibile l’impossibile, vincete individualismo, pigrizia e disimpegno, «volate alto» e ricordate che il futuro del mondo e della chiesa dipende anche dalla vostra passione educativa! Da esprimere ogni giorno nelle dinamiche relazionali che la vita propone.
Impegno vissuto con entusiasmo e dedizione da Candida Ippolito. Docente di lettere, catechista amorevole, scrittrice feconda, attiva nel sociale come presidente dell’Unione Cattolica Italiana Insegnanti della sezione di Giarre-Riposto. Ne rivisitiamo lo slancio didattico e educativo in un’epoca che appare avara di modelli formativi.
Candida Ippolito, il richiamo di S. Giovanni Paolo II può dirsi ancora attuale? In quali termini e ambiti?
L’esortazione a una fervida pedagogia della fede conserva ancora oggi tutta la sua attualità. In un mondo spesso frammentato e caratterizzato da individualismo, consumismo e superficialità, l’invito a superare pigrizia e disimpegno resta un’ispirazione potente. Il “volate alto” richiama gli educatori a non limitarsi a trasmettere nozioni, ma a puntare su un’educazione integrale, per formare individui consapevoli e responsabili. Con continue sfide e trasformazioni la società ha bisogno di modelli formativi solidi che possano accompagnare i giovani verso un equilibrio tra crescita personale, competenze professionali e valori etici. L’ambito educativo e quello sociale sono campi privilegiati in cui esitare l’invito. A scuola, in famiglia, nelle comunità e movimenti giovanili, gli educatori possono e devono testimoniare la fede e i valori con l’esempio e il coinvolgimento attivo. Io provo a volare alto, ma farlo con i miei mezzi e le mie imperfezioni non è semplice: il mio non è un volo da gabbiano, né tantomeno da aquila: mi accontento di un volo da canarino. Del resto ognuno fa quel che può!
Impegni di fede e passione educativa. Come coltivare e esprimere al meglio le vocazioni?
Sono per me strettamente connesse e le coltivo pure attraverso azioni concrete; è cruciale vivere la vocazione educativa con coerenza, sì che i valori di fede e di solidarietà emergano dalla condotta quotidiana senza mai risultare forzati o imposti. Il volontariato, la catechesi e il servizio sociale sono ambiti preziosi per dimostrare che la fede non è solo un’adesione teorica, ma una scelta che abbraccia ogni dimensione della vita. La passione educativa trova nutrimento nella fede e diventa una testimonianza di speranza per i giovani più sfiduciati e un contributo essenziale per costruire una comunità più solidale. L’adolescenza è un’età complessa e avendo il privilegio di formare giovani in ambito scolastico ed ecclesiastico, sento il dovere di risvegliare in loro una speranza spesso mortificata da una società nichilista. Ciò si riverbera su di me e sull’impegno educativo, in un circuito virtuoso che si autorigenera.
Come si coniugano nelle sue poliedriche attività? Si può scorgere un’ispirazione comune?
Dalle mie attività, dalla didattica alla scrittura, dall’impegno in ambito catechistico a quello associativo, emerge una coerenza di fondo; sono tutte pervase da una profonda vocazione educativa! Un’ispirazione comune che risiede nel desiderio di formare e accompagnare l’altro, che si tratti di studente, fedele o lettore. Mossa dalla convinzione che educare sia una missione che abbraccia conoscenza, fede e valori da vivere con autenticità e passione. Ciò mi porta a intraprendere ogni attività come un mezzo educativo per sviluppare il pensiero critico e per nutrire l’interiorità, con l’intento di far fiorire in ciascuno i doni unici di cui è portatore.
Candida Ippolito, in tempi in cui latita la tensione alla riflessione culturale come può incidere la missio dell’Uciim?
Mi si chiede quale ricaduta possa avere tale sodalizio in uno stato laico e in un mondo votato all’ateismo; in una scuola sempre più multiculturale, spesso avulsa dalla cultura cristiana. Valori cristiani come la solidarietà, il rispetto per l’altro, l’onestà e la compassione sono universali e trascendono i confini di una singola religione. Possono condividersi e applicarsi pure in contesti laici, poiché contribuiscono al bene comune e promuovono un’umanità più giusta e rispettosa. La loro forza risiede proprio nella capacità di offrirsi a tutti a prescindere dal credo religioso o politico e così spendibili in ogni prospettiva che abbia a cuore l’umanità.
Penso di poter affermare che i miei alunni di altre religioni si sono sempre sentiti rispettati e tutelati; lo attesta l’affetto dimostratomi pure molto tempo dopo aver conseguito il diploma. Tanti ex alunni musulmani mi inviano ancora oggi messaggi emozionanti che parlano di rispetto e stima reciproca. L’Uciim peraltro non si prefigge di fare catechismo a scuola; la sua mission è diversa: mettere la persona al centro di tutto. In tale ottica lo studente è una persona unica, con proprie caratteristiche, talenti e difficoltà. Riconoscendo questa unicità, la scuola deve creare un ambiente inclusivo e rispettoso delle differenze, in cui ognuno possa sentirsi accolto, supportato e valorizzato.
Quando l’educazione si concentra sulla persona, l’apprendimento diventa un percorso di scoperta e di auto realizzazione, non solo un novero di nozioni da introitare. Lo studente è così motivato e coinvolto, con maggiori probabilità di sviluppare l’interesse per il sapere e la crescita personale. Valorizzando incontri formativi, seminari e dibattiti, l’Uciim può risvegliare una tensione alla riflessione e alla maturazione. Può coltivare una dimensione culturale e spirituale e arricchire il corrente dibattito educativo.
Si profilano già all’orizzonte nuove avventure letterarie? Candida Ippolito, può darci un’anticipazione?
Sì, sono al lavoro su un nuovo progetto letterario che esplora temi esistenziali. In sintesi, lo definirei un inno alla vita che si fa presenza dirompente e paradossale quando incombe la morte. Non mancheranno riferimenti ad esperienze concrete che renderanno l’opera accessibile a tutti; pensata quindi per raggiungere chiunque abbia a cuore la crescita umana e spirituale.
Nell’attesa formuliamo fervidi auspici per la sua poliedrica missione educativa. Ad maiora!
Giuseppe Longo