L’onorevole Giuseppe Grassi Voces (Acireale 1869 – Fiumefreddo di Sicilia 1942) è uno dei personaggi di maggior rilievo della vita politica acese durante i primi decenni del Novecento.
Buongiorno, avvocato e onorevole. Prima di parlare della vostra ampia e complessa vita politica, vorrei chiedervi qualche notizia sulla vostra famiglia.
Sono nato in una famiglia in cui la politica imperava, io la respiravo ogni giorno. Mio padre, Michele Grassi Pasini, è stato un liberale conservatore, sindaco, consigliere provinciale, deputato e senatore del Regno d’Italia; mia madre, Marianna Voces, apparteneva a una rinomata famiglia aristocratica della Sicilia che ha dato ben tre sindaci a Piedimonte Etneo tra il 1819 e il 1879.
Poco più che ventenne iniziate la carriera di “liberale” ad Acireale, districandovi in favore di alcuni “desiderata” della giovane Diocesi. Potreste spiegare meglio in cosa consistevano queste richieste.
Il Municipio di allora, agli inizi degli anni Novanta dell’Ottocento, era monopolizzato dai Liberali e la Diocesi ne era altamente avversata. C’erano alcuni problemi da risolvere. Quali il riconoscimento del contestato diritto di patronato sul collegio Santonoceto, il recupero della chiesa e dei locali abitativi dell’Oratorio filippino. Poi la revoca del provvedimento prefettizio di scioglimento dei comitati diocesano e parrocchiali. La costituzione di un dormitorio pubblico per vecchi mendicanti, la retrocessione del monastero di San Benedetto, e altro ancora. Per tali circostanze inizio ad avere frequenti incontri col vescovo Gerlando Maria Genuardi, primo vescovo della Diocesi di Acireale, e con padre Giovanni Battista Arista già direttore dell’Oratorio filippino, che poi divenne ausiliare e vescovo della detta Diocesi.
On.Grassi Voces, dal 1895 al 1914, come consigliere provinciale a Catania, avete l’opportunità di conoscere don Luigi Sturzo.
Don Sturzo, anch’egli consigliere provinciale, ha nutrito fin da subito un’ottima reputazione della mia persona e del gruppo politico a cui appartenevo. Ribadiva a tutti che eravamo dei buoni cattolici e, soprattutto, amici di preti. Lui ha favorito la mia elezione all’ufficio della presidenza consiliare per questi motivi, poiché non ero lontano dai cattolici.
Arriviamo al 1913, alla spinosa lotta politica con il vostro rivale politico, l’onorevole Giuseppe Pennisi di Santa Margherita.
Una lotta che si è combattuta esclusivamente con carta e penna. Le molte testate giornalistiche dell’epoca ad Acireale si erano schierate chi con l’uno, chi con l’altro gruppo politico. “La Voce del Paese” appoggiava l’onorevole Pennisi di Santa Margherita; invece “La Fiaccola” sosteneva la mia schiera. In più, i simpatizzanti di Pennisi definivano i miei seguaci “baiocchi”, dalle bombe al baiocco, ricordando le inconsistenti promesse di opere pubbliche che cercavamo di sostenere in vista delle elezioni.
I discepoli del Pennisi avevano attribuito ai miei fedeli sostenitori l’appellativo di “scioani”, da abissino dello Scioa, perché era ancora forte ad Acireale il rancore contro gli abissini, vincitori e traditori degli italiani. Ricordo che a Pennisi gli avevamo attribuito pure il soprannome di “sucalora”, perché da giovanissimo si era dedicato alla politica con l’evidente intenzione di togliermi i voti. Tutti sanno come si conclusero le elezioni del 1913… vinte da “sucalora” con circa 2.000 voti in più dei miei.
Gli acesi vi ricordano soprattutto per lo scontro con il barone Pennisi. Nella vostra vita pubblica avete onorificenze culturali.
Lo scandalo per aver convissuto con la giovane Maria Mola Cuomo, cantante dell’operetta napoletana dalla quale ho avuto tre figli prima di sposarla, ha screditato la mia carriera politica e la città non risparmiò di affilare i coltelli per colpire la mia sfera intima. Comunque, sono orgoglioso di aver ricoperto il ruolo di presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici dal 1908 al 1914. Durante questo periodo sono stato eletto anche deputato della XXII Legislatura del Regno (1904-1908) e successivamente, dopo le elezioni del 1913, annus horribilis, sono stato nominato onorevole della XVII Legislatura (1924-1929).
Marcello Proietto