Interviste siciliane – 20 / Nel ‘700 Ignazio Castorina Canzirri fu il più importante mastro d’ascia del comprensorio acese

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Castorina Annunziata Cattedrale Acireale

Quest’oggi abbiamo il piacere di ospitare il mastro d’ascia più importante del comprensorio acese del Settecento, Ignazio Castorina Canzirri (Acireale 1737 – Acireale 1822).

Bentrovato, maestro Castorina Canzirri. Venite considerato il maggiore intagliatore acese del ‘700. Qual è la vostra formazione artistica?

Mio padre Giacinto è stato uno scultore che ha lavorato a cavallo fra Seicento e Settecento. È l’autore del bassorilievo per il ciborio argenteo del tabernacolo dell’altare della chiesa Santa Maria degli Angeli dei frati Cappuccini di Acireale. Ho notato che quest’opera, costata a mio padre tanta fatica, oggi non si conserva più in quella chiesa; mi hanno riferito che è andata perduta. Ahimè, me ne rattristo.

Intraprendete la strada di vostro padre e portate avanti la bottega di famiglia.

Inizio esercitandomi nella lavorazione dei legnami per mobili di case private. Intaglio e realizzo qualche trittico sotto il maestro Corinzio Acitano. Quando mi trasferisco a Roma, continuo la mia formazione nella bottega del maestro in pittura Mariano Calì Canzirri, mio cugino. Alla morte di mio cugino, collaboro col maestro acese Michele Vecchio. 

Quando aprite una vostra bottega?

Il 20 aprile 1759 ottengo il privilegio di aprire una mia bottega pubblica. In quel periodo per aprire bottega occorreva ottenere la licenza a seguito di una prova tecnica valutata da una commissione di esperti. La mia era costituita dal console maestro Filippo Rossi e i suoi due assistenti Santoro Rossi e Giovanni Vecchio: mi hanno rilasciato la concessione perché idoneo e abilissimo all’esercizio dell’arte.

Ignazio Castorina Canzirri Annnunciazione Cattedrale Acireale
Ignazio Castorina Canzirri, Annnunciazione – Cattedrale Acireale

Ignazio Castorina Canzirri, qual è stata la prima opera di quel periodo?

I padri canonici della chiesa Madre di Acireale mi commissionarono il gruppo statuario dell’Annunciazione, ancora oggi visibile il 25 marzo di ogni anno, giorno dell’omonima festa.

Diventate così famoso che nel 1768 siete eletto console dei Maestri d’Ascia. Qual è l’opera a cui siete più affezionato?

Indubbiamente la statua di S. Espedito conservata presso la chiesa di Gesù e Maria ad Acireale. Il disegno è stato realizzato a lapis da Alessandro Vasta. Il santo patrono dei negotia e delle expeditiones, introdotto nel 1781 nella piccola chiesa di via Dafnica, una volta gestita da ex Gesuiti provenienti da Messina.
In quel periodo Acireale aveva sviluppato un’intensa attività commerciale e come tale i cittadini nominarono patrono meno principale della città S. Espedito, con decreto del vescovo di Catania, monsignor Deodato Moncada. Il santo soldato con i piedi scaccia il corvo che gracchia
cras (domani, domani), nella mano destra stringe una croce con la scritta hodie (oggi) e nella sinistra regge una spada. Nella stessa chiesa ho notato che si conservano opere di Giuseppe Grasso Naso e la pala d’altare dedicata a Gesù e Maria di Giacinto Platania.

Castorina Sant'Espedito chiesa Gesù e Maria Acireale
Castorina, Sant’Espedito, chiesa Gesù e Maria Acireale

Nella medesima chiesa di Gesù e Maria si conserva una tela di Michele Vecchio su S. Espedito. Molte le somiglianze tra la statua da voi realizzata e il dipinto di Vecchio. Vostre anche le statue del Longino e della Veronica nella chiesa del SS. Crocifisso ad Acireale.

Anche la statua dell’Arcangelo Raffaele, conservata nella chiesa conventuale dedicata al culto dell’arcangelo, è stata realizzata dalle mie mani. Per l’esecuzione mi ispiro all’arcangelo Gabriele del gruppo statuario dell’Annunciazione della Cattedrale di Acireale, realizzato qualche anno prima.

Colgo l’occasione per ringraziare il minuzioso studio pubblicato da Simona Noto sul volume In propria venit del 2001 che dedica molte pagine ad alcune mie opere conservate nelle chiese acesi.

 Marcello Proietto