Interviste siciliane – 23 / Padre Gabriele Allegra tradusse la Bibbia in cinese

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padre Gabriele Allegra

E’ venuto a trovarci un illustre sacerdote, celebre per aver tradotto la Bibbia in cinese, padre Gabriele Maria Allegra (San Giovanni La Punta, 26 dicembre 1907- Hong Kong, 26 gennaio 1976).

Bentrovato, padre Allegra. Come per ogni ospite, vorrei chiedervi una breve nota biografica sui primi anni della vostra vita.

Sono nato nel giorno in cui la Chiesa dedica la memoria al santo protomartire Stefano, il 26 dicembre 1907 a San Giovanni La Punta, da Rosario e Giovanna Guglielmino, due persone di autentica religiosità cristiana. Al battesimo mi sono stati imposti i nomi Giovanni e Stefano, per l’appunto. Mio padre, per sfamare i sette figli, faceva il contadino lavorando dalla mattina alla sera.

Oltre a voi, altri tre vostri fratelli si consacrano al Signore. Padre Allegra, quando abbracciate la vocazione sacerdotale?

Terminata la quarta elementare entro nel Collegio serafico di San Biagio dei Frati minori, ad Acireale, dove rimango per circa cinque anni. Dopo mi trasferisco a Bronte per iniziare il periodo di noviziato assumendo il nome di Gabriele Maria. Dopo l’emissione dei voti semplici, il 20 ottobre 1924 torno ad Acireale per completare gli studi umanistici e filosofici. I voti solenni li emetto a Roma presso il Collegio internazionale S. Antonio. Ed è proprio in questo Collegio che nasce in me il desiderio di intraprendere la vita missionaria.padre Allegra

Siete inviato in missione in Cina dove inizia l’ardua impresa di traduzione della Bibbia in cinese. Quali difficoltà avete incontrato?

Tradurre le Sacre Scritture in cinese era ritenuto impossibile, perché la lingua non dispone di un alfabeto, bensì di ideogrammi. In più, non si può tradurre in cinese senza pensare come un cinese. Prima di iniziare il lavoro, ho studiato il greco, l’ebraico, l’aramaico, il siriaco e altre sette lingue. Il lavoro di traduzione mi impegna per 26 anni, un lungo periodo in cui ho avuto anche momenti di sconforto.

Le persecuzioni comuniste vi hanno travolto. Mao instaura la Repubblica popolare, un regime di terrore e di torture per annientare gli avversari politici. Anche la religione è spazzata via.

Come ho scritto al mio confratello padre Marcellino durante il mio lungo soggiorno a Hong Kong, un apostolo deve soffrire per produrre frutti.

Ci parlate della struttura dell’opera colossale, come Giuseppe Contarino, già presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, ha affermato nel suo contributo apparso su Memorie e Rendiconti nel 2003.

L’opera è composta da undici volumi con un’ampia introduzione e un ricco commento. All’inizio la pubblicazione non ha avuto il successo sperato: nelle librerie le copie rimasero invendute e nella Biblioteca nazionale di Taipei vennero rimossi i volumi dagli scaffali per il disinteresse manifestato dall’utenza. Alla mia morte, la Bibbia tradotta in cinese ha avuto il meritato riconoscimento.

Oltre al vostro imponente lavoro sulla Sacra Scrittura, partecipate a importanti incontri in tutto il mondo.

Ho preso parte a molte conferenze, come a New York, Oxford, Gerusalemme, Palermo, Monaco di Baviera e Roma, per citarne alcune.

In questi incontri avete conosciuto illustri personalità.

Il 30 marzo 1941 ho incontrato per la prima volta Teilhard de Chardin a Kobe in Giappone. Prima di quel giorno, non avevo sentito il suo nome. Una persona che imponeva le proprie idee sull’evoluzione e sulla creazione. In quell’incontro un certo padre Pages ha avuto una discussione accesa con Teilhard sull’esistenza o meno di Dio.

Il 29 settembre 2012 è avvenuta la vostra beatificazione ad Acireale, in una piazza Duomo gremita di fedeli, come posso io stesso testimoniare perché ero presente alla celebrazione.

Come ho potuto leggere dagli atti, nel 1984 il vescovo di Hong Kong, John Wu, ha promosso la causa di beatificazione. Nel 1994 la Santa Sede ha riconosciuto le mie virtù eroiche proclamandomi venerabile. Nel 2002 Giovanni Paolo II ha promulgato il decreto relativo a un miracolo a me attribuito, la guarigione di un medico da un tumore in fase terminale. I miei resti mortali si conservano nella chiesa conventuale dei Frati minori di San Biagio ad Acireale, dove ho trascorso i primi anni del mio cammino vocazionale.

Marcello Proietto