Interviste siciliane – 6 / Padre Luigi La Nuza istituì ad Acireale il Mortorio del Venerdì Santo

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Luigi La Nuza

Oggi è venuto a trovarci padre Luigi La Nuza (Licata, 1591- Palermo, 21 ottobre 1656). Pochi conoscono questo personaggio, dichiarato venerabile il 25 marzo del 1847 da papa Pio IX, in odore di santità già quando era in vita.

Bentrovato, padre La Nuzza. Prima di addentrarci nel carisma gesuitico e nella profonda spiritualità che vi contraddistinguono, ci volete parlare della vostra infanzia e adolescenza?

Sono nato da Giovanni e Leandra Spina-Rizzone. Dopo la nascita, i miei genitori si trasferiscono in Spagna, a Saragozza, perché mio entra a far parte del corpo militare come capitano di fanteria. Quando nel 1603 decidono di tornare in Sicilia, vengo rinchiuso nel Collegio Massimo di Palermo, la domus studiorum gestita dai padri gesuiti, titolo concesso da Carlo V d’Asburgo. Il monumentale edificio si trova in pieno centro nel mandamentale di Palazzo Reale o Albergaria. Oggi, parte del collegio è adibito a Biblioteca centrale della Regione Siciliana Alberto Bombace, fondata nel 1782 per ordine di Ferdinando III; biblioteca nazionale fino al 1977, anno in cui è trasferita alla Regione Siciliana.Padre Luigi La Nuza

La storiografia moderna vi ha dato l’appellativo di Apostolo della Sicilia per la vostra instancabile evangelizzazione per tutta l’Isola. Padre La Nuza, come germoglia la vostra vocazione?

All’età di diciotto anni, a seguito di un corso di esercizi spirituali, decido di entrare a far parte della Societas Jesu. Nel 1609 inizio il noviziato presso la sede di Messina, collegio fondato per impulso diretto dal nostro padre fondatore sant’Ignazio di Loyola, il Primum ac Prototypum Collegium Societatis Jesus, ovvero il primo collegio al mondo. Qui ho intrapreso gli studi di retorica e filosofia. Completata la formazione, sono inviato a Trapani per dedicarmi all’insegnamento. Nel 1618 ritorno nuovamente a Palermo per insegnare Teologia.

Sono ordinato sacerdote nel 1624 e due anni dopo, il 1° novembre 1626, professo i voti solenni nella sfarzosa chiesa del Gesù a Palermo, nota anche come Casa Professa.
Sono stato chiamato
Apostolo della Sicilia, perché mi dedico, fin da subito, alla predicazione e alla confessione. Declamo le mie omelie lungo le strade o nelle piazze, concentrando sempre le mie meditazioni sulla Passione di Cristo e sul corpo mistico di Gesù Eucaristia e sulla devozione alla Madonna. Nel mio peregrinare, visito pure le isole di Pantelleria e le Eolie, raggiungendo finanche Malta.

Il carisma della Compagnia di Gesù è per eccellenza la predicazione. Padre La Nuza, quando andavate in giro, di cosa avevano particolarmente bisogno le anime?

Il carisma che caratterizza la congregazione è la missione. Sradico alcune forme di superstizione radicate nella credenza popolare, queste caratteristiche emergono soprattutto nei piccoli borghi. Inizio, quindi, a fondare delle congregazioni di laici che hanno non solo questo compito, ma anche quello della cura dei poveri e degli zingari. Inoltre, raccolgo molte elemosine che destino per l’assistenza delle orfanelle. Confesso persone di qualsiasi ceto sociale e alcune volte rimango ad ascoltare i penitenti fino a notte inoltrata.

Chiesa SS Salvatore, Acireale
La chiesa del SS. Salvatore in una foto d’epoca
In occasione degli esercizi spirituali svolte ad Acireale nel 1656, istituite una processione che ancora oggi, a distanza di quattro secoli, ogni Venerdì Santo raccoglie tutti i cittadini di qualsiasi estrazione sociale.

In quell’anno vengo chiamato dal vicario foraneo di Acireale della diocesi di Catania per predicare gli esercizi spirituali nella cittadina di Aci e Galatea. Intanto si era sparsa la voce che ero un grande gesuita quaresimalista. Quando noto l’ubicazione collinare della chiesa del SS. Salvatore, mi sopraggiunge un’idea: realizzare il Calvario con tre croci e mettere in scena la rappresentazione della Tragedia di Cristo, ovvero il Mortorio, nel piano centrale, oggi piazza Duomo. La prima processione si organizza nel 1656. Dopo pochi mesi, il 21 ottobre di quello stesso anno, abbandono la terra per ricongiungermi in Cristo, presso il Collegio di Palermo, dove riposano ancora oggi le mie venerate spoglie.

 

 Marcello Proietto