Interviste siciliane – 9 / L’acese Matteo Ragonisi ritenuto a torto un pittore minore

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Matteo Ragonisi, Santi Pietro e Paolo
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Tra i personaggi illustri che si alternano nelle nostre interviste, abbiamo anche esponenti della vita artistica di Acireale. Pittori che hanno abbellito le chiese e le basiliche con affreschi e quadri di alta levatura professionale. Oggi è la volta di Matteo Ragonisi (Acireale, 27 febbraio 1660-1734).

Buongiorno, Matteo Ragonisi. Tra i critici dell’arte del comprensorio acese, c’è chi vi definisce un pittore minore, provinciale e mediocre. E chi, come la professoressa Leda Vasta, studiosa della vostra vita artistica, apprezza i vostri capolavori e il vostro stile ponendovi sull’Olimpo assieme agli affermati pittori siciliani. Ci volete parlare della vostra formazione artistica?

Sono nato ad Acireale nel 1660 da Giovanbattista e Maria Larciacono. Il mio primo apprendistato è avvenuto nella mia città, nel periodo in cui c’era un fermento artistico non indifferente rispecchiato dai lapidum incisores e dai pittori. Ho studiato a lungo a Roma, come del resto facevano tutti i pittori siciliani dell’epoca. I giovani apprendisti sceglievano tra lo studio di Carlo Maratta e il palermitano Giacinto Calandrucci, punto di riferimento, in particolare, per gli artisti siciliani.

dipinto di Ragonisi nella Basilica santi Pietro e Paolo Acireale
Dipinto San Pietro e Paolo adorano l’Eucarestia
Parliamo delle opere che avete lasciato ad Acireale. Purtroppo non possiamo più ammirare gli affreschi perduti nella Basilica dei Santi Pietro e Paolo, ma ci è consentito osservare il dipinto San Pietro e San Paolo adorano l’Eucarestia.

Per quest’opera ho fissato la tela su una tavola già utilizzata, accantonata in un angolo della sacrestia della Basilica. Nel registro superiore presenta una tradizionale iconografia mariana, la Madonna invita a sostare in silenzio al tabernacolo del pane di vita, mostrando l’Eucaristia; in quello inferiore mi scosto dalle formule tipiche del classicismo romano, presentando aspetti tardo cinquecenteschi con le figure monumentali dei due santi apostoli. Prima della sua realizzazione, ho mostrato il bozzetto preparatorio ai canonici dell’Oratorio di S. Pietro e S. Paolo, che si conserva nella Pinacoteca Zelantea.

Un’altra opera interessante della sua carriera artistica è la Strage degli Innocenti per la chiesa Madre di Acireale, oggi Cattedrale della Diocesi.

L’opera in questione è tardo-manieristica e di forte impatto emotivo. Ho voluto registrare il clima di partecipazione popolare all’evento con episodi di pietà, in particolare le donne che piangono stringendo al petto i loro figli. La tela è stata commissionata dalla famiglia Vigo, marchesi di Gallidoro, come testimonia il blasone in basso a sinistra.

Nella Basilica di San Sebastiano di Acireale si conserva la tela L’incoronazione della Vergine con tutti i santi.

La moltitudine di santi e sante ruota attorno alla figura centrale rappresentata da san Giuseppe. Il linguaggio usato è prettamente tardo barocco. Ho affollato la scena con tante figure in un tripudio di colori, com’è solitamente la scena che si presenta nel giorno della festa di san Sebastiano, nostro compatrono. Festa in cui il 20 gennaio si riversano sulle strade cittadine tanti devoti per invocare le grazie. Ho raffigurato il nostro amato santo con san Fabiano, anch’egli venerato il 20 gennaio: per ricordare la ricorrenza, i due santi si tengono per mano.

Matteo Ragonisi Madonna del Rosario e santi domenicani-Chiesa San Domenico-Acireale
Matteo Ragonisi,Madonna del Rosario e santi domenicani. Chiesa San Domenico-Acireale
Molte sono le opere che avete lasciato tra Acireale, Acicatena e Aci Platani. Maestro Matteo Ragonisi, c’è qualcuna a cui è affezionato?

Forse molti non sanno che nella chiesa di San Domenico si conserva La Madonna del Rosario, san Domenico e santa Caterina. In questa tela ho voluto giocare molto sulle modulazioni chiaroscurali e la gamma cromatica. Mi addolora di aver lasciato l’ultima opera incompiuta, la tela Madonna del Rosario con santi domenicani per la chiesa di Santa Lucia di Acicatena, iniziata nel 1734, anno della mia scomparsa.

Per quest’opera mi sono ispirato alla tela più volte ammirata nella chiesa madre di Acireale la Madonna del Rosario con santi Francescani e Domenicani di Antonio Catalano “il Vecchio”. L’artista ha collocato da una parte san Francesco con i santi francescani, dall’altra san Domenico in compagnia dei santi e delle sante dell’ordine da lui fondato. Ero molto legato, come avete ben notato dal tema ricorrente nelle mie opere, all’ordo fratrum predicatorum e ne volevo rappresentare la bellezza dei suoi santi che hanno reso celebre l’antica congregazione.


Marcello Proietto