La prof. Susanna Bernoldi, insegnante d’inglese, nativa d’Imperia e ivi residente, è persona molto impegnata in vari campi, specie nella dirigenza nazionale dell’Aifo.
La tua vita di laica missionaria, da quale forza interiore è ispirata, quando con passione parli in pubblico di particolari problematiche sociali?
“La spinta viene dalla fede e dall’educazione avuta dalla famiglia e soprattutto dall’esempio di mia madre: cercare il bene degli altri. Poi chiaramente dal Vangelo, che parla di andare verso chiunque soffre. E tutto questo l’ho trovato in Raoul Follereau. Da Aifo ho imparato che le verità occorre cercarle, andando sul campo e cercandole su fonti alternative ai media, che troppe volte sono assoggettati o guidati da interessi economici e politici”.
Quali sono le tue esperienze più forti?
“Le esperienze più forti le ho vissute a Calcutta nelle case di Madre Teresa, dove ho potuto toccare con mano l’impegno, non solo delle Suore, ma di centinaia di volontari di ogni età, venuti da tutto il mondo. Dal 1993 ci sono andata otto volte. Nel ‘97 ho perso, in un incidente stradale, l’unico mio figlio, Davide, di 21 anni: ne ebbi la notizia, mentre prestavo servizio a Calcutta. Madre Teresa immediatamente fece celebrare una Santa Messa per lui e per me. Ancora, forti le esperienze in Sud Sudan, in diversi anni delle ferie estive, presso le Suore comboniane di alcuni villaggi: mi mettevo a disposizione per qualsiasi servizio; in particolare insegnavo l’inglese ai ragazzi”.
Molto significativa la poetica intuizione di un giovane africano: “La tua pelle è bianca, / la mia nera, / ma il nostro sangue / è dello stesso colore.” Inoltre, mi è piaciuta e mi ha sorpreso la tua foto sulla biblioteca della baraccopoli Koropocho, in Kenia: di chi è stata l’iniziativa?
“ La biblioteca è stata aperta dall’Aifo in una delle cinque baraccopoli di Nairobi con il sostegno di una parrocchia di Roma e un’offerta di Generoso Scicchitano in memoria del fratello defunto, don Rocco Scicchitano, per 40 anni parroco, che aveva sempre sostenuto i progetti Aifo. Senza dubbio, la cultura fa progredire i popoli”.
Nei progetti Aifo, andando sul posto, quali sono state le tue impressioni?
“Le modalità di rispetto che Aifo adotta per aiutare quelle comunità a riacquistare la dignità di persone”.
Le tue frequenti e recenti visite in Medio Oriente, quale importanza per te hanno rivestito?
“L’incontro con un popolo palestinese forte, indomabile nella sua resilienza, che, dopo settanta anni di occupazione violentissima da parte del governo israeliano, continua caparbiamente a voler rimanere nella sua terra nonostante ogni giorno i soldati e anche i coloni uccidano civili inermi; vengono abbattute case e distrutti gli uliveti, fonte primaria dell’economia palestinese. La Striscia di Gaza è una prigione a cielo aperto: 360 Km quadrati di superficie, con 1.800.000 abitanti, di cui 1.240.082 rifugiati palestinesi. Tanti i disabili”.
Ma l’Onu perché non interviene a difendere la giustizia?
“L’Onu ha promosso molte risoluzioni di condanna per la costruzione del muro e per l’insediamento dei coloni, ma gli Stati Uniti hanno sempre posto il veto. E Israele dichiara che nessuno ha diritto di giudicare. Conseguenze: armi proibite dalle convenzioni internazionali; l’embargo da sette anni; l’acqua non è potabile; solo tre ore di corrente elettrica. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la vita sta per essere impossibile”.
Anna Bella