“Toccare con mano” le cose aiuta a comprenderle meglio, sviluppa il piacere della scoperta, motiva l’interesse. È l’esperienza fatta dagli alunni dell’Istituto S. Michele di Acireale, diretto dai Padri Filippini, che hanno voluto “mettersi alla prova, indagare, sperimentare”, in un certo senso “giocare”, con la Fisica, materia dall’immenso fascino ma anche dalla grande complessità.
Lungo parte dell’anno, gli alunni del quarto Liceo Scientifico Paritario hanno condotto un tradizionale studio della materia, guidati argomento per argomento dal docente, il prof. Carlo Famoso, che ha aperto loro le porte di un universo difficile, nelle sue dinamiche, spiegando le stesse e facilitandone la comprensione. Ad un certo momento, però, la voglia e la necessità che quelle nozioni non rimanessero più soltanto argomenti teorici ha preso il sopravvento e via alla “sperimentazione”. L’adesione spontanea di alcuni ragazzi alla “creazione” di quattro macchine elettrostatiche, con materiali riciclati, messi insieme, in ogni loro singolo elemento, dagli stessi, ha permesso loro di “creare”.
Il progetto educativo laboratoriale è nato in modo naturale, dalla curiosità dei ragazzi di vedere, con i propri occhi, che cosa fosse accaduto, accostando gli elementi noti loro da poco tempo. Così è accaduto che gli alunni Agati Valerio, Anzaldi Eleonora, Felix Francesco hanno dato vita ad una Macchina di “Wimshurt”; Chiarenza Salvatore, Ferlito Francesca e Pistarà Francesco, hanno creato la Macchina di “Bonetti”; che Biuso Gabriele e Finocchiaro Rossella hanno realizzato la Macchina di “Van De Graaff” e che Bonanno Fabio e Alfio Noto sono riusciti a realizzare un Motore elettrostatico Lineare. Vistosamente emozionati, ma anche con orgoglio, gli studenti hanno presentato al pubblico “le loro creazioni”, lungo la serata intitolata, appunto, “Studenti protagonisti”.
L’appuntamento ha avuto luogo nella sala teatro dell’Istituto San Michele per concludere nel modo più “concreto” l’anno scolastico. “Il nostro lavoro non è stato mirato a preparare i ragazzi per essere, poi, dei fisici, ma per assumere la consapevolezza della fisicità della realtà”, ha affermato il prof. Carlo Famoso, che li ha guidati nell’attività di scoperta. Il giornalista Salvo Fichera, docente dell’Istituto, ha articolato le varie fasi dell’evento, alla presenza del direttore, padre Alfio Cantarella d. O. e del dirigente scolastico, il prof. Giovanni Vecchio, che ha presentato un ospite particolare, l’ultramaratoneta e campione olimpico Mauro Prosperi. La sua presenza è stata un esempio, nella serata degli “eventi concreti”, di grande amore per lo sport, seppur questo, a volte, comporti un coinvolgimento che va ben oltre le aspettative. Il pentatleta (scherma, nuoto, equitazione, corsa e tiro a segno) ha conferito delle pergamene-ricordo ai numerosi studenti della terza, quarta e quinta classe che hanno partecipato, riportando buoni risultati, lo scorso 25 e 26 maggio, alla manifestazione “Scuole in sport”, svoltasi ad Acireale.
Dall’amore per lo sport ed il coinvolgimento fisico, Prosperi ha ricavato numerose esperienze positive: è stato campione olimpico di pentathlon moderno, nel 1984, a Los Angeles. Tuttavia, da una delle sue prestazioni è scaturita una drammatica esperienza, per fortuna risoltasi positivamente, che ha permesso all’atleta di trarne insegnamento e condividerla con gli altri. Nel 1994 partecipò alla “Marathon des Sables”, maratona che si svolge in Marocco. Il deserto, la sabbia fin troppo calda da percorrere. La voglia di provare una nuova sfida lo spinge ad iniziare il cammino, ma al quarto giorno una tempesta di sabbia lo disorienta e lo porta fuori percorso. Inutile tentare di raccontare il dramma di avere intorno soltanto deserto silenzioso e il caldo torrido. Immaginabile la sua disperazione lungo i nove giorni in cui lotta per la vita, arrivando a bere la sua stessa urina, per non disidratarsi, e cibarsi di pipistrelli. Allo stremo delle forze, tenta il suicidio, ma non gli riesce. “Ho capito che era un segnale, dovevo farcela”, racconta Prosperi. Il segnale, infatti, era corretto ed una famiglia di nomadi lo salva, nella persona della bambina, la prima ad incontrarlo e della donna, poi, che lo disseta ed avvisa i militari. Condotto in Algeria, trova la salvezza ed ancora oggi, oltre venti anni dopo, i ricordi di quell’esperienza sono vivi e pungenti. “Ho imparato a resistere, ho imparato che se tu rispetti la natura anche lei rispetta te e ti aiuta sicuramente, con tutto ciò che ti offre. Io mi sono guardato intorno, ho evitato di uccidere gli animali inutilmente, ho mangiato crudi i pipistrelli per assorbirne tutta l’acqua e sono riuscito a farcela”, ha raccontato ancora Mauro Prosperi. Ha testimoniato il suo amore per lo sport, che lo ha condotto quasi per caso alla disciplina del pentathlon moderno e che ancora oggi non lo abbandona. Un grande esempio per i ragazzi che hanno ascoltato con partecipazione la testimonianza.
Infine, l’intervento del dott. Daniele Murgo, tutor nel progetto di alternanza scuola- lavoro, relativamente al settore dell’impresa, portato avanti lungo l’anno scolastico appena terminato, ha stimolato i ragazzi ad avere fiducia in se stessi ed applicare le loro competenze senza porsi limiti “territoriali”, sia nella loro terra sia altrove.
Una chiusura d’anno, dunque, per i giovani alunni del San Michele, che ha tirato le somme del lavoro svolto tra i banchi di scuola, ricca di esperienze proprie, di nuove conoscenze, di incentivi ad avere fiducia nelle proprie capacità e di emozioni, derivate anche dalle esperienze altrui. Ulteriore testimonianza, se ce ne fosse ancora bisogno, che la scuola non è solo didattica, intesa in senso stretto, ma vita vissuta ogni giorno, con il coinvolgimento di soggetti che imparano l’uno dall’altro.
Rita Messina