All’Università di Bologna il nuovo codice etico divide le coppie in ateneo. Marito e moglie non possono né insegnare né concorrere a una cattedra nello stesso dipartimento.
Le domande per cambiare ateneo, approvate negli organi accademici, sono state moltissime. Sono già 93 i docenti che hanno chiesto di insegnare in un’altra struttura per evitare conflitti.
Tra questi 93 docenti sono almeno una decina quelli che convivono o sono sposati. Addirittura, secondo alcuni accademici, c’è anche chi si è conosciuto proprio facendo ricerca e non per questo poteva essere penalizzato. Questo passaggio da un dipartimento a un altro ha determinato un nuovo assetto disciplinare dell’Alma Mater Studiorum (Università di Bologna).
Secondo questo nuovo codice etico, chi ha il marito o la moglie che lavora nel dipartimento che bandisce il concorso non può partecipare alla selezione dei ricercatori e alla chiamata dei professori.
La stessa situazione riguarda anche coloro che convivono o hanno parenti entro il quarto grado di parentela all’interno del dipartimento.
L’unica soluzione possibile è quella di cambiare dipartimento. Questo vale anche per il prorettore vicario e prof. Mirko Degli Esposti, il quale è già nella lista della mobilità. Egli afferma: “Il codice etico recepiva una legge sui vincoli parentali per ovviare ai danni fatti dal nepotismo nelle Università italiane. Ma questi trasferimenti sono soprattutto il frutto di assestamenti culturali: un processo necessario che stiamo seguendo e che deriva dalla revisione dello statuto”.
Alcuni si sono spostati per adattarsi, altri per non avere scontri tra gruppi disciplinari.
Gli insegnanti di Storia sono stati invitati a cambiare, sono passati da Scienze politiche al dipartimento di Arti.
Claudio Galletti, l’ex preside di Farmacia è passato al dipartimento di Scienze biomediche e altri sette docenti lo hanno seguito.
L’economista Giacomo Calzolari si è spostato a Statistica e molti altri hanno dovuto cambiare le loro abitudini, gli studenti e anche le materie da loro insegnate.
Questo nuovo codice etico ha rivoluzionato la vita di tanti docenti, delle loro mogli e/o mariti costretti a cambiare la loro vita lavorativa e,chissà, anche quella affettiva.
Michela Abbascià