Il presidente cinese Xi Jinping accoglie Mattarella a Pechino ricordando il gesuita siciliano Prospero Intorcetta.
“Chi è costui? Un gesuita del Seicento, morto e sepolto a Hangzhou, studioso di Confucio del quale fece conoscere l’opera in Europa”.
Il quotidiano La Stampa riporta così le parole che il presidente cinese Xi Jinping rivoge a Mattarella per dimostrare la sua ammirazione verso l’Italia e creare un sodalizio che, iniziato secoli addietro, oggi sembra più attuale che mai.
Prospero Intorcetta, gesuita di Piazza Armerina, condivide col presidente italiano la sua sicilianità e al contempo ricorda lo “spirito da pionieri” che accomuna i due Paesi.
Anche La Repubblica e Il Corriere della sera hanno riportato, non senza un certo stupore, le parole di Xi a Mattarella che mostra, orgoglioso, di conoscere le comuni origini siciliane che lo legano al suo lontano conterraneo padre Prospero Intorcetta.
Gesuita del secolo diciassettesimo, partì missionario in Cina per evangelizzare e capire; capire cosa si celava dietro una civiltà tanto misteriosa quanto interessante e ricca di pensiero e tradizioni. La filosofia di Confucio, lo studio della lingua e l’osservazione delle realtà locali furono di cruciale importanza per tessere rapporti di carattere prettamente culturale e religioso.
Da ben dieci anni la Fondazione Prospero Intorcetta Cultura Aperta opera instancabilmente per dissipare l’oscura misconoscenza che ha avvolto il gesuita Intorcetta. Soci appassionati e competenti, stretti intorno alla figura del presidente Giuseppe Portogallo, hanno cercato con entusiasmo e caparbietà documenti, epistole, manoscritti e quanto potesse dimostrare ciò che ha dato loro il primo stimolo alla ricerca: l’importanza di Prospero Intorcetta per l’arricchimento del sapere occidentale e orientale al contempo; e l’incontro tra Xi Jinping e Mattarella, apertosi con la citazione del piazzese gesuita, ne è dimostrazione.
Un incontro, quello tenutosi a Pechino in febbraio, per sugellare una collaborazione tra Italia e Cina in seno ad una recalcitrante globalizzazione, al fine di predisporre piani di sviluppo che ribattezzano in nuova veste l’antica sichou zhi lu, letteralmente dal cinese: via della Seta.
Già in novembre, in occasione della posa del busto di Prospero Intorcetta ad Hangzhou, il console generale d’Italia a Shanghai, Stefano Beltrame, intervenuto all’evento, aveva accennato all’ iniziativa: One belt One road, simbolo dell’apertura della Cina verso l’Europa. In particolare aveva affermato: “Gli italiani uomini di scienza e fede, sono venuti qua per studiare e capire la Cina e con umiltà hanno imparato la lingua, facendo i primi dizionari e traducendo per primi le opere della filosofia cinese e di Confucio. Quando adesso la Cina vuole farsi conoscere diventa di attualità e di importanza il lavoro sulla filosofia fatto da padre Prospero Intorcetta trecento anni fa”.
Matteo Ricci e Marco Polo hanno per lungo tempo rappresentato l’operato occidentale in oriente, ma il XXI secolo pone Prospero Intorcetta gesuita, un primus inter pares.
Vanessa Giunta