La Camera dei Deputati ha approvato la mozione Nissoli-Porta, sottoscritta anche da altri parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero, riguardante la tutela dei diritti previdenziali e sociali dei cittadini italiani residenti nei Paesi fuori dall’Unione Europea, con la quale impegna il Governo a valutare l’opportunità di istituire un tavolo tecnico con la presenza dei rappresentanti dei Ministeri interessati, dell’Inps e dei patronati nazionali, con il preciso compito di monitorare, aggiornare ed eventualmente rinegoziare le convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, nonché di stipulare nuovi accordi bilaterali aggiornando quelli in vigore.
La mozione interessa circa 500mila lavoratori italiani fuori dall’Europa ed emigrati rientrati in Italia che fra l’altro matureranno, nei prossimi anni, il diritto alla pensione italiana.
Purtroppo – dice la mozione – le convenzioni stipulate nel passato dai vari Governi negli anni 70 e 80 e alcune negli anni 90, sono ormai stantie ed obsolete e non più adeguate ed aggiornate alle mutate legislazioni previdenziali dei Paesi contraenti ed ai nuovi sistemi contributivi italiani recentemente introdotti dal 1 gennaio 2012. Si tratta di convenzioni per la parità di trattamento previdenziali e sociali, esportabilità delle prestazioni previdenziali, totalizzazione dei contributi ai fini del perfezionamento dei requisiti contributivi minimi. Convenzioni che, peraltro, escludono i dipendenti pubblici ed i liberi professionisti italiani.
Sempre dalla mozione si apprende che, da oltre 10 anni, lo Stato ha sospeso con i paesi di emigrazione italiana la stipula e il rinnovo di convenzioni bilaterali. Alcune, approvate da altri Parlamenti, non sono mai state ratificate da quello italiano. Nessuna convenzione di tutela per i cittadini italiani in Cile, Ecuador, Messico e Perù ai quali è negato il diritto a pensione in regime internazionale nonostante la titolarità di una posizione assicurativa in Italia.
Del tutto esclusa dalla tutela previdenziale, fiscale e sanitaria – sottolinea la mozione – la moderna mobilità nei Paesi fuori dalla UE di professionisti, ricercatori, imprenditori, artigiani, studenti, lavoratori a seguito di imprese e tanti giovani che vogliono lavorare all’estero dove versano contributi e pagano tasse.
La mozione infine denunzia che “a causa del drastico ridimensionamento delle politiche migratorie, si possa offuscare la potenzialità della presenza degli italiani nel mondo, restringere la rete di relazioni consolidata nel tempo e mettere a rischio le strategie di internazionalizzazione del Paese”.
La riduzione dell’intervento pubblico ed il totale abbandono delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, conclude la mozione, impediscono la tutela dei diritti ad una parte non marginale della comunità composta spesso da anziani bisognevoli di adeguate protezioni sociali.
La mozione Nissoli-Porta, osserva Sicilia Mondo, ha il merito di avere puntato i riflettori su un quadro opaco, obsoleto e certamente inaccettabile, relativo al deficit di tutela previdenziale e sociale nei confronti degli italiani che lavorano nei Paesi fuori dall’Europa.
Una situazione che li mette in posizione di debolezza rispetto ai lavoratori autoctoni. Sicuramente un biglietto di visita non eccellente dell’Italia come Paese occidentale socialmente avanzato.
Senza dire che la mancanza di convenzioni rende precaria la stessa difesa dei cittadini italiani da parte della rete diplomatica e consolare.
Eppure i Governi precedenti ma anche quello attuale, non sono mai stati sottodotati di ministri, sottosegretari e di adeguate strutture diplomatiche ed operative per stipulare ed aggiornare convenzioni bilaterali per le quali non ci vuole certo una guerra.
Non è inopportuno ricordare che la forza di immagine dell’Italia nel mondo è data dalla intelligenza ed intraprendenza degli italiani e dalle iniziative delle sue forze associative. Una straordinaria risorsa che non può essere trascurata ma tutelata e valorizzata.
In questa direzione si avverte, ancora una volta, la mancanza di una politica per gli italiani all’estero. Una politica-quadro vera e propria che sappia raggiungerli e ascoltarli come cittadini a pieno titolo ma anche coinvolgerli e renderli partecipi come fattore strategico nelle politiche di crescita del Paese Italia nel mondo.
L’associazionismo di emigrazione, con la sua tensione di volontariato, non ha potere istituzionale ma possiede la straordinaria capacità mediatica di informare, comunicare e promuovere sensibilità. Anche opinione e pressione allertando la rete regionale senza confini geografici delle sue collettività all’estero.
Sicilia Mondo, per quanto nelle sue possibilità, intende dare voce e forza ai presentatori della mozione ed espressamente agli altri eletti nella Circoscrizione Estero per richiedere al Governo di inserire, nell’agenda dei provvedimenti urgenti, la tutela dei diritti previdenziali e sociali dei lavoratori italiani fuori dall’Europa, con la istituzione della Commissione tecnica.