La Domenica del Papa / Chiamati alla conversione. “Nel luogo più impensabile nacque la prima comunità dei discepoli”

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“Convertirsi non è soltanto cambiare il modo di vivere, ma anche il modo di pensare. È una trasformazione del pensiero. Non si tratta di cambiare gli abiti, ma le abitudini”.

Non deve essere stato un momento facile nella vita di Gesù l’inizio della sua attività pubblica, dopo i giorni della sua gioventù trascorsi nella piccola Nazareth. Giovanni Battista, che lo aveva battezzato al Giordano, è stato rinchiuso nelle prigioni di Erode. Non sappiamo se Gesù viene colto dalla paura di fare la stessa fine, anche se non aveva, fino a quel momento, compiuto alcun gesto “scandaloso” o pronunciato alcun discorso “innovativo”. Sapere che Giovanni è imprigionato diventa un segno da leggere nel suo cammino per dare compimento alla volontà del Padre. Così volontariamente lascia la Giudea, e in modo particolare la regione tra il Giordano e il Mar Morto, dove Giovanni aveva predicato e battezzato, per raggiungere una località di confine: Cafarnao, in Galilea. Cafarnao è una città sul lago di Tiberiade, luogo di transito e tappa importante verso la costa e il mar Mediterraneo, lungo la strada che portava da Damasco a Cesarea. Regione diventata terra impura popolata di pagani, luogo disprezzato dai giudei. “Questa scelta indica che i destinatari della sua predicazione non sono soltanto i suoi connazionali, ma quanti approdano nella cosmopolita Galilea delle genti”, afferma Papa Francesco nelle parole che precedono la preghiera mariana dell’Angelus.
Interessante notare che è proprio da questa “terra tenebrosa”, “geograficamente periferica e religiosamente impura perché piena di pagani”, che Gesù dà inizio alla sua predicazione; ed è anche il luogo dove aveva iniziato Giovanni. “Dalla Galilea non si attendevano certo grandi cose per la storia della salvezza. Invece proprio da lì – ricorda Francesco – si diffonde quella luce sulla quale abbiamo meditato nelle scorse domeniche: la luce di Cristo. Si diffonde proprio dalla periferia”.
Da questa terra, dunque, risuona l’invito alla conversione: “Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”. Sono le stesse parole di Giovanni, ma la differenza consiste nel fatto che non è nel deserto e solo, Gesù è “un profeta itinerante”, è lungo il mare di Galilea che cerca compagni per questo suo cammino verso Gerusalemme. La chiamata è alla conversione, al cambiamento di mentalità, di atteggiamento e di stile nel vivere quotidiano: non un gesto isolato, estemporaneo: “Convertirsi non è soltanto cambiare il modo di vivere, ma anche il modo di pensare. È una trasformazione del pensiero. Non si tratta di cambiare gli abiti, ma le abitudini”, afferma Francesco. E il regno annunciato “non comporta l’instaurazione di un nuovo potere politico, ma il compimento dell’alleanza tra Dio e il suo popolo che inaugurerà una stagione di pace e di giustizia”. Per stringere questo patto di alleanza con Dio, ognuno è chiamato a convertirsi.
Gesù è lungo il lago di Galilea, dunque, e lì a contatto con la folla, “non solo proclama la venuta del regno di Dio, ma cerca i compagni da associare alla sua missione di salvezza”. Matteo, nel suo Vangelo, ci narra la scena della chiamata dei primi quattro discepoli: Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni. Come non notare che questa chiamata non avviene in un luogo sacro, nel tempio, ma, appunto, lungo le strade, nella quotidianità della vita.
I primi quattro chiamati erano intenti a gettare le reti in mare, erano pescatori. Li chiama dicendo: venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini. “La chiamata – afferma Papa Francesco all’Angelus – li raggiunge nel pieno della loro attività di ogni giorno: il Signore si rivela a noi non in modo straordinario o eclatante, ma nella quotidianità della nostra vita. Lì dobbiamo trovare il Signore; e lì lui si rivela, fa sentire il suo amore al nostro cuore; e lì – con questo dialogo con lui nella quotidianità della vita – cambia il nostro cuore”. I quattro lasciarono le reti e lo seguirono. Noi oggi possiamo testimoniare la nostra fede “perché ci sono stati quegli uomini umili e coraggiosi che hanno risposto generosamente alla chiamata di Gesù”, afferma Francesco. “Sulle rive del lago, in una terra impensabile, è nata la prima comunità dei discepoli di Cristo”.

Fabio Zavattaro

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