La domenica del Papa / La cacciata dei mercanti dal tempio, il luogo in cui fare pulizia e aprire il cuore al Signore

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Il Vangelo della domenica è un passo molto noto che sbrigativamente definiamo la cacciata dei mercanti dal tempio. Ma al di là di questa sintetica affermazione, cosa nasconde questo gesto di Gesù? Si avvicina il tempo di Pasqua e nel grande spazio del tempio di Gerusalemme c’è folla e molto spazio è occupato appunto dai venditori di animali e dai cambiavalute. La prassi voleva che si facessero offerte e sacrifici per rendere grazie a Dio. In un tempo in cui l’economia era basata sulla pastorizia, i sacrifici animali dovevano essere segno della gratitudine e della lode a Dio. Al tempio si acquistava un animale da sacrificare, in quello spazio diventato un mercato. E così ci si lavava la coscienza. sanpietroGesù, quando caccia i mercanti, non si ribella contro Dio, o contro la sua presenza in mezzo agli uomini. Dice no al mercato, a quel sistema che metteva impedimenti e ostacoli all’incontro con Dio; dice no ad una religiosità esteriore, fatta di gesti ripetuti senza una vera partecipazione. Gesù è colui che esalta la semplice moneta della donna anziana, l’obolo della vedova, perché gesto concreto di vera partecipazione.
In questo testo di Giovanni, Gesù rivolge un invito anche a noi, perché proviamo a riflettere su cosa significa essere un buon credente. È sufficiente entrare nelle mura delle nostre chiese, fermarsi in preghiera; oppure quel tempio da distruggere e far risorgere in tre giorni vuol dire altro, e cioè che la casa di Dio è lui stesso, e il cristiano non ha bisogno di un tempio fatto di mattoni, perché il volto del Signore lo troviamo nei volti dei nostri fratelli, coloro che quotidianamente incrociamo nelle nostre strade. Così nell’omelia, pronunciata alla parrocchia romana di Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca, un quartiere spesso ricordato per emarginazione e degrado, è significativa: siamo peccatori, non possiamo ingannare il Signore; ciò che lo allontana è la doppia faccia: farsi vedere giusto, santo, per nascondere il peccato nascosto. “Ma questo non è cristiano, è ipocrita”.
La carta d’identità del cristiano è composta da dieci articoli, che il Signore ha consegnato a Mosè, e non sono solo semplici regole, universali norme morali; sono molto di più, il segno di un amore senza confini. In un tempo in cui in alcune regioni del Medio Oriente, un gruppo di fanatici integralisti si accanisce sulle origini e sulla storia di popoli antichi e distruggono una cultura nel tentativo di preservare la loro fede, quei comandamenti diventano il vero cammino del credente, perché aperto all’amore del Padre e capace di descrivere il modo corretto di vivere i rapporti tra gli uomini.
Così Papa Francesco può dire, all’Angelus, che è il corpo di Cristo “distrutto sulla croce dalla violenza del peccato” il luogo “dell’appuntamento universale tra Dio e gli uomini”; e la sua umanità “è il vero tempio dove Dio si rivela, parla, si fa incontrare; e i veri adoratori di Dio non sono i custodi del tempio materiale, i detentori del potere o del sapere religioso, sono coloro che adorano Dio in spirito di verità”.
La cacciata dei mercanti dal tempio diventa il segno di un modo di concepire i luoghi di preghiera e d’incontro con Dio. Non luoghi di compravendita, di confusione, di distrazione, ma momenti in cui destinare il tempo al silenzio interiore, alla preghiera, al dialogo con il Signore. E il luogo in cui fare pulizia e aprire il proprio cuore al Signore che, dice Francesco, “farà pulizia con tenerezza, con misericordia, con amore. La misericordia è il suo modo di fare pulizia”. Gesù, nel tempo di Quaresima, entra nella nostra vita e butta all’aria le bancarelle dei nostri interessi e delle nostre meschinità.
In questa domenica, 8 marzo, festa della donna, difenderla, e promuovere tutto ciò che porta a superare qualsiasi discriminazione, diventa un dovere non solo civile ma anche religioso, che va oltre le 24 ore di questa giornata. Perché Dio abita in ogni uomo e ogni donna e un mondo che emargina la donna “è un mondo sterile”.

Fabio Zavattaro

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