La Festa della donna – 3 / L’on. Giusy Savarino: “Decisivo per la società un maggiore coinvolgimento delle donne in politica”

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L’on. Giusy Savarino, avvocato amministrativista, impegnata in politica, all’Università e nella professione, amatissima dalla sua famiglia, concilia tutti questi ruoli con garbo e professionalità.

In vista del’8 Marzo l’abbiamo intervistata per comprendere la profondità del suo essere donna e come riesca con professionalità nel suo impegno sociale e politico.

Fin da ragazzina, inizia il suo impegno politico e sociale, coordinando un movimento giovanile salesiano, Mondo Giovani, promotrice di tante iniziative contro la droga e per l’inserimento di quanti vivevano disagi sociali ed economici.

Lei è stata una delle poche donne ad entrare all’Ars (Assemblea regionale siciliana); come era il rapporto tra lei giovane donna e il “Palazzo”?

All’ Ars eravamo tre donne su novanta, in una Assemblea rinnovata dal 50% di neoeletti, una sorta di rivoluzione visti i precedenti, ma subito capii che per me ci sarebbe stata qualche difficoltà in più.
Mi consigliarono di fare una visita istituzionale di saluto in Assemblea, al segretario generale e altri dirigenti, prima ancora dell’insediamento ufficiale e mi feci accompagnare da mio zio che li conosceva.

In guardiola il commesso chiese i nomi e il motivo della visita, appena capì che era al cospetto di un neo-deputato, si precipitò fuori, strinse calorosamente la mano di mio zio e gli disse “mi scusi, onorevole, non l’avevo riconosciuto, auguri e complimenti!”. Mio zio ribattè: “Veramente l’onorevole Savarino è lei!”, indicandomi. L’espressione di meraviglia, quasi una paresi facciale dell’anziano commesso persisteva pure quando lo incontrammo nuovamente all’uscita.
In effetti, i primi mesi fu dura perché, mentre un livello medio di capacità per un uomo politico lo si dà per presunto, scontato (a volte sbagliando!) una donna, e anche giovane, è invece messa costantemente sotto esame, che lo voglia o no. E io gli esami sono abituata a superarli. Per cui ero la prima ad arrivare e l’ultima ad andarmene; mi feci inserire in quelle commissioni in cui le mie conoscenze potevano essere utili e studiavo sempre, tutto ciò che era all’ordine del giorno in Commissione e in Ars, mi sedevo accanto ai deputati di esperienza che stimavo di più e poi ascoltavo, in silenzio.
Ci vollero circa sei mesi prima di trovare il coraggio di parlare, in uno strano religioso silenzio dell’Aula, e, subito dopo il mio intervento, miriadi di strette di mani e complimenti, magari troppi! Era un intervento puntuale ma non particolarmente brillante, però logicamente si aspettavano di trovare una bella statuina, per cui grande meraviglia! Pensavo, parlavo è da lì scoprirono che graffiavo anche, se serviva. Conquistai piano piano la stima, la fiducia e il rispetto dei colleghi.

Da donna impegnata, come riesce a conciliare il suo impegno professionale, politico e familiare?

Il compito più duro è quello di conciliare doveri professionali, regìa della casa, della famiglia, educazione e attenzioni ai figli e poi, possibilmente, riuscire a trovare il tempo per le proprie passioni, per un impegno civile o nel sociale. Questo ancor più forte per una come me che già a quindici anni coordinava un movimento giovanile salesiano e a ventisei è stata la più giovane deputato regionale.

Oggi le donne sono sempre più protagoniste, col difficile tentativo di non togliere, ma aggiungendo compiti e ruoli a quelli che fino a ieri tradizionalmente le sono stati assegnati. Per cui essere multitasking non credo basti più.

Giusy Savarino, moglie e mamma

 Qual è la conquista più importante di cui è stata protagonista?

Tanto di ciò che è nella legge sulla famiglia è frutto del mio lavoro, dagli asili nido condominiali, al sostegno economico alle famiglie anche monoparentali (pensato per aiutare le ragazze madri), al bonus bebè, tutte norme che questo governo in carica si è preoccupato di de-finanziare, svuotandole così di significato. Le norme sulla tutela di genere contenute nella legge elettorale regionale è stata una vittoria delle donne siciliane, comprese quelle fuori dal Palazzo, con le quali ho lavorato in costante sinergia. Così come quelle inserite nello Statuto che avevamo rinnovato, ma che poi Roma non approvò in tempo in doppia lettura. E poi molto ho fatto per accreditare e sostenere i Centri di aiuto alla disabilità e agli anziani, la banca del cordone ombelicale, i Centri di aiuto alla vita, che avrei voluto istituzionalizzare dentro gli ospedali, e tante piccole e grandi cose che la sensibilità femminile aiuta a guardare con occhi diversi.

Gli anni che stiamo vivendo segnano una profonda crisi valoriale in termini di esempi non sempre positivi. Le vostre azioni, quali donne impegnate, si muovono verso gli altri, così è un “dono” il vostro essere donna, una prospettiva che può dare molto in termini di esempio positivo alle future generazioni.
Penso che la mia conquista più bella, quella di cui sono orgogliosa, è stata quella di riuscire a coinvolgere, anche con il mio esempio di deputato donna e giovane, molte donne alla politica, donne che inizialmente si avvicinavano quasi per un atto di cortesia nei miei confronti, ma poi si appassionavano, fino ad impegnarsi direttamente, contribuendo a cambiare il volto delle loro realtà territoriali. L’altro giorno la figlia di un mio amico, da poco maggiorenne, mi ha confessato che è nata in lei la passione politica dopo aver assistito ad un mio comizio da bambina. Scherzi a parte, ritengo che la presenza della donna in politica sia un dovere morale per tutte noi, e le tante esperienze negative tutte maschili, che in Sicilia abbiamo vissuto, mi portano ancora di più a ritenerlo; l’importante è non accettare mai di essere relegate ad un ruolo puramente coreografico, come è di recente successo con segretarie e fuori corso che passavano da un ruolo apicale di governo a quello di addetta alle fotocopie, come se questi ruoli fossero interscambiabili. La nostra forza è la concretezza, la sensibilità, la serietà e la competenza, su queste basi non solo marcheremo una differenza, una rottura col passato, ma saremo davvero utili alla nostra terra.

 

Margherita Ferro

 

 

 

 

 

 

 

 

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