Dal 1950 la giornata mondiale della salute (World Health Day) si celebra il 7 aprile, per ricordare la fondazione dell’Oms avvenuta lo stesso giorno, nel 1948. Ogni anno viene scelto per la giornata un tema specifico, che evidenzia un’area di particolare interesse per l’Oms. Il tema di quest’anno è la depressione e non a caso lo slogan scelto è : “Depression: lets’s talk”, che tradotto significa “depressione: parliamone”. Già, perché purtroppo la depressione è una malattia subdola e insidiosa per mille motivi, primo fra tutti, per il fatto di essere un tabù. Il primo grande errore di fondo è proprio quello di non vedere la depressione per quello che realmente è: una malattia.
Meno della metà delle persone che soffrono di depressione ricevono una cura, per il semplice fatto che molto spesso non viene fatta la diagnosi ( in alcuni Paesi la percentuale dei casi trattati scende sotto il 10%). Spesso a sminuire i sintomi, a non comprenderli, sono proprio i parenti di chi è malato, che archiviano il caso come una debolezza passeggera. Altre volte si chiudono gli occhi perché essere depresso sembra quasi rappresentare un’onta, non se ne parla, come e fosse una scelta obbligatoria quella di nascondere la malattia.
Nel mondo, secondo l’ Oms, circa 300.000.000 di persone soffrono di depressione, e in Italia la prevalenza della malattia non è più bassa della media mondiale. In Italia il primo studio epidemiologico sulla prevalenza dei disturbi mentali, che rientra nel progetto europeo, European Study on the Epidemiology of Mental Disorders (ESEMeD), ha messo in luce come il 10% circa della popolazione vada incontro ad un episodio depressivo nell’arco della propria vita. La donna è maggiormente soggetta rispetto all’uomo: rapporto 2:1. Tre sono i gruppi più esposti al rischio di ammalarsi di depressione: gli adolescenti, le donne nella fase post-partum e i soggetti sopra i 65 anni. Dai 15 ai 29 anni il suicidio, manifestazione estrema della sindrome depressiva, è la seconda causa di morte. Circa 800.000 persone muoiono per suicidio ogni anno nel mondo. Tra il 1990 e il 2013 il numero di persone che soffrono di depressione o di ansia, è aumentato del 50%.
Ma quali sono, quindi, i sintomi tipici della depressione? Tristezza, mancanza di interesse per ciò che lo circonda e che abitualmente lo rendeva felice, incapacità di svolgere le mansioni abituali, sono alcune delle sensazioni che prova il soggetto depresso. In aggiunta a ciò, disturbi del sonno (dall’insonnia all’ipersonnia), disturbi dell’alimentazione, perdita di appetito e ansia. Nel momento in cui si manifestassero questi sintomi è importante: circondarsi delle persone care, parenti e amici, parlare del problema e continuare a svolgere le cose che si facevano abitualmente, anche senza ricavarne piacere. ‘E poi fondamentale recarsi da uno specialista, che può prescrivere i farmaci di fondamentale importanza nella guarigione della malattia. Purtroppo, mentre il primo episodio è spesso provocato da una causa scatenante che, su un substrato genetico e ambientale favorevole, provoca la crisi, le successive ricadute possono prescindere da eventi altrettanto drammatici, un po’ come se il primo episodio lasciasse il soggetto che ne è stato colpito, più vulnerabile.
Alcune condizioni, tra le quali povertà estrema, disoccupazione, perdita di una persona amata, fine di una relazione, malattie fisiche, alcolismo o uso di sostanze stupefacenti, facilitano l’instaurarsi della patologia. In Italia esistono alcune associazioni che aiutano chi ne soffre, a curarsi.
Annamaria Distefano