La politica come missione / Educare le nuovi generazioni ad un nuovo umanesimo per un rinnovato impegno dei cristiani

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Da qualche decennio la “politica” è entrata prepotentemente nelle nostra case sia attraverso i telegiornali e, soprattutto, i talk show dove si misurano, a volte esagerando, i protagonisti (nel bene e nel male)  della scena politica.

Il nostro parroco, don Giuseppe Russo, ha badato non tanto allo spettacolo quanto alla sostanza, nell’organizzare in questi mesi trascorsi alcuni incontri sul tema della politica, tenuti da esperti in materia. Egli ha avvertito, con la sua sensibilità pastorale, la necessità di fare chiarezza sull’argomento, per aiutare la comunità a riflettere sui valori della politica e quindi agire di conseguenza, alla luce del Vangelo. Coraggiosa ed intelligente la scelta di don Russo, trascurata in diverse parrocchie,  per non confondere, come dicono i detrattori, il sacro con il profano. Come ci ha spiegato il prof. Giuseppe Savagnone – uno dei relatori più apprezzati – con Cristo, però, la dicotomia tra sacro e profano scompare in quanto tutto è sacro perchè il tutto ci rimanda al suo Creatore ed in particolare l’umanità che Egli ci ha raccomandato di amare anche quando siamo incompresi o addirittura perseguitati.

Se nel volto del prossimo si riflette il volto di Dio, se l’umanità che soffre, che è dileggiata, sfruttata, violentata, uccisa, viene abbracciata dal Creatore non impassibile e lontano, ma che continua a rimanere sulla croce a versare il suo sangue in remissione dei nostri peccati che, come duemila anni fa, continuano a far sanguinare il mondo, non vi è dubbio che la politica, strumento indispensabile per organizzare la vita della comunità e quindi di ogni singolo uomo (maschio e femmina) per promuovere sviluppo, solidarietà, giustizia e benessere, è una missione, una vocazione al servizio, anzi il servizio più nobile,  e non un mestiere o, peggio, un modo per garantirsi privilegi, potere ed impunità.

Sbagliando si dice: “la politica è sporca”;  in realtà è il malaffare, l’egoismo, il proprio tornaconto, la corruzione a macchiare la Politica così come la lussuria sporca l’Amore che è un valore assoluto.  Continuando nell’esempio: l’Amore è soprattutto dono, l’amore coniugale è fedeltà, reciproco sostegno, condivisione. Se una relazione non è fondata su questi valori non è amore, così come non si esercita la politica se non si mira al conseguimento del bene per tutti. La politica senza questi valori è un’altra cosa: imbroglio, associazione a delinquere, malaffare, corruzione.

In questo scenario come si comporta il credente in politica? Oppure qual è il suo rapporto con la politica? Dopo alcuni esempi luminosi di impegno cristiano in politica, ricordiamo in particolare don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Mino Martinazzoli, dagli anni ‘90 in poi tutto il Paese si è proiettato alla ricerca sfrenata di uno sviluppo economico senza limiti e senza regole infine, con l’avvento delle tv commerciali, si sono imposti nuovi costumi, nuove abitudini: il consumismo (acquistare sempre nuovo prodotti alla moda), il materialismo (è diventato importante avere, possedere, più che essere), l’edonismo (la ricerca del piacere in se), il libertinaggio (nessun vincolo, nessun limite, tutto è possibile!).

Giovanni Paolo II  nel suo bellissimo libro “Varcare la soglia della speranza” scrive che il male del nostro tempo è proprio la mancata consapevolezza del peccato, ossia tutto è lecito! I valori che hanno ispirato la  stesura della Costituzione repubblicana, la cultura dei nostri nonni e dei nostri padri fondata sul rispetto delle istituzioni, sulla parola data, sulla famiglia, sul lavoro, sulla sobrietà, sul senso della misura, sulla solidarietà, sulla condivisione, sulla Patria, è stata spazzata via!

Il compito oggi è particolarmente arduo per ricostruire l’Italia sui valori non negoziabili della giustizia, della coesione sociale, delle pari opportunità, dello sviluppo sostenibile, del rispetto del Creato, della pace, della solidarietà, dell’onestà. Da più parti  si sono levate esortazioni per educare le nuovi generazioni ad un nuovo umanesimo, dove al centro ci siano i reali, concreti e pochi bisogni dell’uomo e non i suoi infiniti desideri!

Al centro dunque l’uomo, il diritto al lavoro, alla cura, al sostentamento, allo studio,  insieme ai doveri del rispetto delle regole condivise. La famiglia davvero deve tornare al centro dell’interesse dell’azione politica altrimenti non ci sarà un futuro sereno e prospero per la nostra nazione. Sono troppe le famiglie dilaniate dalla separazione dei coniugi, dalla povertà, dalla disoccupazione dei figli, dalle tossicodipendenze, dai debiti per inseguire modelli di vita non sostenibili. La famiglia è il nucleo centrale, il cuore di ogni società, è infatti una micro società che riversa nella comunità i suoi problemi, le sue criticità.

L’impegno del cristiano in politica  sarà appunto quello di testimoniare con coerenza i valori del Vangelo. Se Cristo è, come è,  Via, Verità e Vita, non c’è strada più sicura che seguirlo. Dio ha creato il mondo come luogo straordinariamente pieno di bellezza, armonia, ricchezza: tutto ci è stato dato in abbondanza affinché a ciascuno non mancasse nulla.  “ Io vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete e berrete, e neanche per il vostro corpo di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo…. osservate come crescono i gigli dei campi…Ora se Dio veste così l’erba del campo… non farà assai più per voi, gente di poca fede?…Cercate il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”(Mt 6,25-34).

Il nuovo umanesimo non può non partire dal Vangelo, perché Dio ha creato l’universo per il bene dell’uomo e nessuno ha mai amato tanto l’uomo da dare la vita, innocente, per l’umanità infedele, ingrata, opportunista che Egli comunque non rinnega, cercandola insistentemente per costruire un regno di amore, di pace e di giustizia già in questo mondo, in questo tempo, in attesa di cieli e terra nuova per un Regno futuro che non avrà mai fine.

Chi non è impegnato in politica ha comunque il dovere di essere, nella sua famiglia, nel lavoro, nella società, testimone credibile dei valori umani. Messi da parte gli egoismi, l’interesse personale, sceglierà il candidato, per l’incarico di rappresentanza istituzionale, non già secondo un tornaconto, una promessa di un favore, ma secondo la libera coscienza che lo indirizzerà a preferire il candidato capace (vista la sua storia umana e professionale e non già le sue promesse) di affermare il Bene Comune, ovvero l’interesse di tutti, senza trascurare i più bisognosi.

Il rinnovamento della nostra società parte innanzitutto da noi stessi, dai nostri comportamenti che si riflettono in famiglia, nell’educazione dei figli, nella parrocchia, nel lavoro, nello sport. Se riusciamo a cambiare noi stessi, senza pretendere dagli altri ciò che noi non siamo capaci di fare, verrà finalmente il tempo per sperare in un futuro migliore!

Orazio Maltese

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