Anche quest’anno si è svolta ad Acireale, nel giusto clima di raccoglimento e preghiera, la processione cittadina del Cristo morto, organizzata come sempre dall’Arciconfraternita del SS.mo Crocifisso in San Pietro, con la collaborazione della Pia Unione delle Guardie d’Onore al Santo Sepolcro.
L’atteggiamento raccolto e composto dei fedeli ha accompagnato l’incedere cadenzato dei confrati, che hanno condotto in processione il venerato settecentesco simulacro per le vie della città, dal Calvario (chiesa del SS.Salvatore) sino ad arrivare in piazza del Duomo.
L’ordine e la regolarità della processione è stata garantita dall’attività di coordinamento del sempre dinamico don Vincenzo Lanzafame, parroco di San Giuseppe, ben coadiuvato da Alessandro Cipriani e Salvatore Di Mauro.
L’animazione liturgica è stata curata, per quanto riguarda i canti, dalla corale “San Giovanni Nepomuceno” della parrocchia Santa Maria del Suffragio (diretta dal M° Nello Ferlito e accompagnata all’organo da Marco Tropella) e, per le letture, dalla parrocchia “Santa Maria delle Grazie”.
Come avviene ormai da alcuni anni tutto si è svolto con il massimo ordine e decoro anche in piazza Duomo e sul sagrato della Basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, dove la processione si è conclusa con l’omelia del Vescovo di Acireale che, ancora una volta, ha fatto dono ai fedeli presenti della sua parola, sempre intrisa di profonda spiritualità.
Mons. Raspanti si è soffermato sul significato della Croce, della sofferenza e della Risurrezione: “Dalle sue piaghe siamo stati guariti – ha detto dinanzi al Cristo morto – ed essere qui a contemplare, ritualmente, ancora una volta, un corpo crocifisso, dolente, squarciato, ci rassicura che il Suo sangue è ancora versato e si versa ancora oggi per la nostra salvezza!”. Che sia un auspicio di rinascita, non solo spirituale, per tutti noi e per la nostra Acireale!
Guido Leonardi