Mentre continua l’esodo di massa dei migranti, provenienti dai Paesi africani e da quelli asiatici, verso l’Europa, soprattutto la parte ricca del nord, diversi Paesi non riescono a gestire gli enormi flussi di disperati e, mentre alcuni
dimostrano solidarietà, altri manifestano sentimenti opposti e, anzi, prendono decisioni ostili (come l’Ungheria).
In Europa questa volta qualcosa si nuove effettivamente, dopo che grandi Paesi, come la Francia e la Gran Bretagna sono stati toccati direttamente dal problema profughi, mentre la rotta dei Balcani esplode sotto la enorme pressione delle diverse migliaia di fuggitivi che cerano di entrare nella Ue attraverso l’Ungheria e, da qui, passare in Austria e Germania.
Sono 120 mila, infatti, i migranti e i profughi in viaggio lungo la ‘rotta balcanica’ che finora hanno attraversato la Serbia diretti verso i paesi del nord Europa. Con che mezzi vengono affrontati i viaggi dall’Afghanistan all’Europa attraverso la rotta balcanica (vedi infografica a lato).
Intanto – come riferisce Tgcom24 – è salito ad oltre 350mila il numero di migranti e rifugiati che dall’inizio dell’anno hanno attraversato il Mediterraneo, mentre almeno 2.643 persone sono morte in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. Sono i dati diffusi dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Tra i nuovi arrivi, più di 230mila hanno avuto come punto d’approdo la Grecia e quasi 115mila l’Italia. Più di 2.100 sono arrivati in Spagna e quasi cento a Malta.
In questo momento così grave e delicato fa sentire la sua voce la Fondazione Migrantes della Chiesa italiana, attraverso il suo direttore mons. Giancarlo Perego: ““In questi ultimi giorni continuano le notizie di morte dei migranti via terra e via mare, ma continuano anche le notizie di una chiusura di Paesi europei al cammino dei migranti, con un pericoloso ritorno a nazionalismi che mette in discussione l’unità stessa dell’Europa. Speculare sulla vita umana dei migranti – aggiunge il responsabile dell’organismo della – o respingerli in terra o in mare sono atti criminali, come ha ricordato domenica all’Angelus Papa Francesco, su cui dovrebbe procedere a un’indagine la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo”.
“L’Europa dei diritti e della solidarietà oggi è chiamata a rafforzare l’accoglienza – ha continuato il direttore della Migrantes – partendo dalla salvaguardia della vita delle persone migranti via terra e via mare, dal riconoscimento delle persone e dalla loro libera circolazione in Europa, per arrivare a un programma di protezione internazionale che veda distribuiti i migranti che ne hanno diritto (anche chi è in fuga da persecuzioni religiose, da disastri ambientali, da dittature e violenze e non solo dalle 42 guerre in atto nel mondo) in tutti i Paesi europei”.
Questo programma di azione chiede “il superamento degli Accordi di Dublino III per un nuovo programma di asilo europeo. Forse sarebbe importante anche sul piano europeo una campagna di informazione, in collaborazione con le maggiori agenzie e gli organi di stampa, che spieghi da quali Paesi e situazioni provengono i migranti, così da favorire un’informazione corretta a tutti i cittadini europei” conclude mons. Perego.
L. V.