Sul sagrato e dentro la chiesa di S. Michele, ad Aci S. Antonio, c’era una gran folla ad attendere la reliquia di San Giovanni Paolo II, in visita in occasione dei festeggiamenti solenni di S. Michele Arcangelo.
E puntuale, alle 19, la reliquia è giunta, custodita in una teca portata da don Giuseppe Scrivano, parroco della parrocchia “S. Francesco di Paola e S. Gaetano alla Marina” di Catania, dove la si custodisce abitualmente.
Ad accoglierla, a suon di banda (suonava il corpo musicale “G. Verdi), vi erano, tra gli altri, il sindaco del paese, Santo Caruso, il presidente del Consiglio comunale, Antonio Scuderi, il governatore della chiesa, Giuseppe Contarino, il comandante della Polizia municipale, Nino Parisi, membri della Confraternita del SS. Sacramento in S. Michele, il parroco della chiesa Madre, don Vittorio Rocca e il vicario parrocchiale, don Sebastiano Battiato.
Padre Scrivano è conosciuto in paese essendo già venuto nel 2011 a predicare il triduo nella stessa chiesa. Senza retorica, don Giuseppe, nella sua omelia, ha sottolineato la preziosa opera purificatrice che il culto di S. Michele può operare sui fedeli: la spada che l’Arcangelo tiene in mano, infatti, ha il compito simbolico di separare il bene dal male che c’è in noi, preparandoci ad accogliere Cristo nel nostro cuore.
Anche la visita della reliquia di S. Giovanni Paolo II tende al fine univoco di stimolare un cammino di consapevolezza che porti a liberarsi di egoismi, invidie, rivalità per lasciarsi inondare dall’amore verso Dio e il prossimo.
La reliquia di Papa Wojtyla, consistente in alcuni capelli – ha spiegato don Scrivano- è di primo grado poiché riguarda il corpo del Santo; quella di secondo grado, invece, comprende vestiti, accessori o oggetti ad esso appartenuti o connessi.
Al termine della messa, animata dal coro “Regina della pace”, la statua di S. Michele è stata portata a braccia fino alla vicina piazza Maggiore, tra scampanii e fuochi pirotecnici.
Il bacio della reliquia ha concluso la solenne celebrazione.
Graziella Maugeri