È cosa recente, nel salone dell’Accademia degli Zelanti di Acireale, la presentazione del libro del ministro Nello Musumeci dal titolo “La Sicilia bombardata” negli anni 1940-43. Il libro narra le drammatiche vicende vissute dalla popolazione siciliana nel secondo conflitto mondiale con uno stile chiaro e semplice e con un impianto fortemente divulgativo.
La prefazione del testo è stata curata dal ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano.
Il ministro parla della Sicilia durante la guerra come di un caso particolare. Fu la prima terra europea ad essere coinvolta in guerra e la prima a uscirne. Il bilancio delle vittime civili fu pauroso. Di fatto fu l’unica regione italiana dove gli angloamericani intervennero per occuparla. Non poterono usufruire dell’appoggio dell’antifascismo militante ma ebbero il sostegno dei mafiosi.
L’isola non ebbe mai un cedimento anche di fronte al terrore e gli angloamericani non risparmiarono ai siciliani stragi e tormenti. Solamente in un secondo momento i siciliani si lasciano andare alla festosa accoglienza e alla caccia ai fascisti. Queste ed altre vicende porranno l’Isola al di fuori della vicenda della Resistenza, proprio per la mancata adesione popolare. La Sicilia si ricongiungerà all’Italia solo nel 1945.
Oggi, di questi momenti, restano solamente le foto e pochi video, i protagonisti di queste vicende sono quasi tutti deceduti.
Il ricordo della guerra di alcuni presenti
Abbiamo provato, in attesa dell’inizio della presentazione del libro, a chiedere ad alcuni presenti nella sala quali ricordi avessero della guerra.
Che ricordo ha della guerra professore Franco Calì?
I miei ricordi della guerra sono quelli dei discorsi che i miei genitori facevano a casa. Sono nato quando la guerra era sul finire e mi ricordo le raccomandazioni che venivano fatte a noi bambini quando giocavamo nei giardini. La paura di tutti era quella dei residuati bellici, di tutto quel materiale proveniente da ordigni inesplosi. Questo argomento per molto tempo fu un incubo.
Che ricordo ha della guerra professore Matteo Donato?
Io sono nato durante un bombardamento a Trapani. L’unico ricordo forte che ho, da bambino, è che nel porto c’era una enorme catasta di bombe.
Preside Giuseppe Massimino cosa ricorda della guerra?
Della guerra non ho nessun ricordo essendo nato dopo la sua conclusione. I miei ricordi da piccolo sono i racconti di mia madre. Ci parlava sempre della penuria delle famiglie, compresa la mia, per vivere. I miei fratelli scamparono incolumi allo scoppio di un ordigno mentre con altri bambini andavano a raccogliere fichi. Purtroppo la guerra ci lasciò in una situazione di indigenza e io rammento quanta gioia avevamo noi bambini quando i fratelli di mio padre, dall’America, ci mandavano dei pacchi dove c’erano vestiti, latte in polvere e biscotti per tutti. I miei ricordi di bambino sono soprattutto le difficoltà economiche del dopo guerra.
Il Museo dello sbarco in Sicilia
Dott. Attilio Bruno che ricordo ha della guerra?
Io essendo nato nel 1947 non ho alcun ricordo della guerra ma, quando Nello Musumeci fu presidente della provincia, ho realizzato su suo mandato il “Museo dello sbarco in Sicilia”. È così che ho dovuto studiare tutto quello che era accaduto prima che io nascessi. “Lo sbarco”, come “La Sicilia bombardata”, vogliono raccontare la resistenza di ben 38 giorni dei siciliani agli americani fino alla ritirata dei tedeschi oltre Messina. Il libro è stato scritto proprio per scoraggiare la popolazione alla bellicosità ricordando la distruzione, nella nostra terra, provocata dalla guerra.
Senatore Domenico Presti ci dice un suo ricordo della guerra?
Io ho vissuto il primo bombardamento avvenuto il giorno della festa di Santa Venera, il 14 novembre. Nonostante Acireale fosse stata dichiarata città ospedaliera fu bombardata. Quella notte le bombe incendiarie uccisero, dietro porta Gusmana, il bidello della scuola di avviamento, assieme al nipotino. Questo fu per me e per tutti gli acesi l’impatto con la guerra. Ricordo che quando fu dichiarata la guerra ero dentro la chiesa del Suffraggio e di colpo si spensero le luci ed io bambino piansi. Dopo ci furono i bombardamenti e i cannoneggiamenti.
Mariella Di Mauro