La Sicilia verso il green 2024 / Confronto per una nuova politica energetica

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convention La Sicilia verso il green 2024

Si è conclusa la seconda edizione della convention “La Sicilia verso il Green 2024”, presso l‘Istituto Nazionale di Fisica nucleare di Catania (INFN), organizzata da Unioncamere Sicilia e dal quotidiano “La Sicilia”. Convention che torna a raccontare, gli obbiettivi della transizione green posti dall’Unione europea, con il supporto dell’assessorato all’Energia della Regione Siciliana.

L’incontro ha riunito esperti del settore, istituzioni e imprese che hanno discusso sul futuro energetico della regione, le opportunità della transizione ecologica e dell’innovazione sostenibile a fianco del Dipartimento Energia Regionale per raggiungere i traguardi ambientali fissati dall’Ue con il “green deal”.

Hanno aperto i lavori, Santo Gammino, direttore dell’Infn-Lns, Domenico Ciancio Sanfilippo, condirettore de La Sicilia, Franz Di Bella, vicepresidente di Confindustria Catania, Francesco Priolo, Rettore dell’Università di Catania e Antonio Belcuore, commissario della CamCom del Sud-Est.parla Calogero Burgio dirigente Dipartimento Energia

La Sicilia è riuscita a realizzare in dodici mesi, diversi progetti per produzione di energia da fonti rinnovabili. Basti pensare che un anno fa, le imprese erano 2mila, oggi sono 6mila. E questo grazie ad investimenti di reti elettriche, come Terna ed Enel, imprese multinazionali e nazionali all’avanguardia come STMicroelectronics e 3 Sun.

Verso il green 2024 / Il ruolo fondamentale dell’eolico offshore

L’ing. Roberto Sannasardo Energy manager regionale, ha detto: “Ancora oggi manca una filiera industriale locale attorno alle rinnovabili e alla nuova frontiera dell’eolico offshore. Occorre fare sistema ed essere veloci negli investimenti, efficienti nella tecnologia, credibili e puntuali nelle forniture. Altrimenti i grandi investitori costruiranno comunque ciò che serve per i loro obiettivi nel Mediterraneo, ma lo faranno altrove”.Cartellone presentazione convention

La Sicilia potenzialmente è al centro di una strategia per l’energia verde, dove l’eolico offshore gioca per i prossimi 50 anni, un ruolo fondamentale di sviluppo. Dati confermati dalle analisi del Centro studi Srm di Napoli collegato a Intesa Sanpaolo (rappresentato da Arianna Buonfanti), della società Ricerca sul sistema energetico di Milano controllata dal Gse (Laura Serri) e dell’associazione AERO (Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore) guidata dal presidente Fulvio Mamone Capria.
Capria
afferma: “Siamo qui oggi, in Sicilia, per supportare la nascita di una vera e propria filiera industriale locale attorno alle rinnovabili dal mare. Con il bando del MASE, speriamo che si andranno finalmente a delineare nel Sud Italia, nuovi hub industriali per la realizzazione delle componentistiche degli aerogeneratori flottanti. Con l’approvazione dal MIT (Ministero Infrastrutture e Trasporti) dei Piani di Gestione dello Spazio Marittimo, confidiamo di ricevere finalmente un impulso strutturato allo sviluppo sostenibile dell’economia del mare italiana”.

Verso il green 2024 / Programmi in attesa di realizzazione

Altro focus, il progetto 7Seas di Cop, Cdp e Plenitude per realizzare al largo di Marsala un parco eolico con 21 torri galleggianti che farà da apripista in Italia.

A seguire, il progetto più grande del Mediterraneo, Med Wind di Renexia alle spalle delle Egadi, con una capacità di 2,8 GW che potrà soddisfare il fabbisogno di 3,4 milioni di famiglie, con lo sviluppo di una lunga serie di parchi eolici da realizzare al largo delle coste siciliane.

Intervento Roberto Sannasardo Energy manager
Intervento Roberto Sannasardo Energy manager

In vista, ci sono altre 35 istanze giacenti al Mase (Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica), tra cui un progetto del Dirigente generale del dipartimento Energia Regione Siciliana, dott. Calogero Burgio.Una filiera corta -precisa Burgio – grazie alla quale per costruire questi “giganti del mare”, i pezzi non dovranno venire dalla Cina, dal Nord Europa o dalla Turchia con costi altissimi, ma saranno fabbricati in Sicilia”.

Cambiamento del ruolo dei porti, con Franco D’Alpa (dirigente della direzione Energia dell’Adsp Sicilia orientale), Antonio Pandolfo (vicepresidente nazionale di Assiterminal) e Pietro Coniglio (A.d. di Isla), che annunciano che non saranno più solo terminal di merci, ma hub energetici.

In  primo piano, il porto di Augusta, che col decreto in firma tra una decina di giorni, dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, sarà una delle tre basi strategiche nazionali, con Taranto e Brindisi, per costruire le piattaforme galleggianti e le torri eoliche offshore e fornire tutto ciò che serve all’offshore, produrre e stoccare gli ecocarburanti con cui rifornire le flotte ecologiche che transitano nel Mediterraneo usando, Gnl, ammoniaca e idrogeno.

Giusy Giacone