La campana rintocca 262 volte. Poi il silenzio. Tornano, richiamati uno dopo l’altro, i nomi delle vittime. Quindi la celebrazione religiosa, la deposizione delle corone al cimitero internazionale. Ancora una volta, 59 anni dopo, Marcinelle ricorda i morti del “Bois du Cazier”, minatori rimasti intrappolati, quell’8 agosto 1956, a mille metri sotto terra, in una delle miniere di carbone tra le più produttive di quell’Europa post-bellica che si andava ricostruendo anche grazie ai lavoratori emigrati italiani. Fra le 262 vittime, ben 136 erano connazionali di ogni età, provenienti da tutte le Regioni, dal Nord al Sud della Penisola. Trasferitisi in Belgio per trovare un lavoro che allora – come oggi – l’Italia non riusciva ad assicurare a tutti.
Cosa ci dice, oggi, questa rievocazione, queste preghiere sul ciglio di una miniera chiusa e trasformata in monumento?
È il dovere della memoria.
Anzitutto, memoria per chi è morto. E, non di meno, per coloro che hanno perso mariti e padri che, quel lontano 8 agosto, hanno avuto la vita drasticamente e drammaticamente cambiata. Vite stroncate o profondamente segnate da storie di emigrazione. Non accade lo stesso in questo 2015?
Memoria – in secondo luogo – per quell’epoca, per quella faticosa ricostruzione del dopoguerra che ha consentito in seguito al Vecchio Continente (anche grazie alla nascita della Comunità europea e del mercato unico) uno sviluppo economico e sociale fino ad allora inimmaginabile. Il Pil pro capite in Europa è oggi, nonostante sette anni di crisi durissima, uno dei più alti del mondo. Scordarselo sarebbe un peccato grave.
Ancora. Memoria, e insegnamento attualissimo, che rimanda a tutti quei lavoratori impegnati in professioni a rischio, meno tutelati, sempre in pericolo. Oppure a chi lavora “in nero”, sfruttato da “padroni” avidi, senza scrupoli, non di rado violenti. Politica, leggi, sindacati e vigilanza sono chiamati a operare per la giustizia, perché non ci sia più chi, per vivere, debba rinunciare alla vita.
I 262 eroi di Marcinelle ce lo ricordano e ce lo impongono.