Marinella Fiume, nella sua prefazione, dice del nostro autore che ci guida sapientemente in un affascinante viaggio «sulle orme dei viaggiatori sette-ottocenteschi, quegli intellettuali, scrittori affermati, pittori, ma anche giovani aristocratici, studenti d’arte di tutte le parti di Europa che venivano ad imparare dagli antichi modelli e a perfezionare la loro educazione».
Dai Nebrodi a Floresta, seguendo il corso del fiume, è disegnato il percorso dei comuni tra Messina e Catania che Angelo Vecchio Ruggeri, con il contributo di Nino Barresi, racconta: Calatabiano, Gaggi, Graniti, Motta Camastra, Malvagna, Mojo, Francavilla, Castiglione, Randazzo, con una introduzione sulla Valle dell’Alcantara e il suo fiume e un capitolo finalededicato ai sapori tipici (ricette tradizionali annesse).
“La valle dell’Alcantara, tra storia, leggenda, monumenti”,
” (Editrice Zona, 2009, euro 18,00) è intessuto di itinerari artistici e monumentali, notizie di storia e beni culturali, tradizioni di feste e manifestazioni, con approfondimenti sul litorale, sulla riserva orientata di Fiumefreddo, sulle frazioni e sulle caratteristiche del territorio, la sua flora e fauna. Affascinanti le etimologie, che l’autore, ove possibile, riferisce sempre: Al Cantara significa in arabo “il fiume del ponte”, Gaggi “canale d’acqua”, il francesismo Motte “fortificazione su di un poggio”, tutte definizioni che la dicono lunga sulla storia della nostra isola, sulle dominazioni che hanno inciso il loro indelebile segno su questa terra, nel nostro sangue. Affascinanti anche le leggende di fondazione, come quella su Malvagna, che sarebbe stata voluta da un ricco signore il cui figlio, malato di malaria, era guarito grazie ad un infuso di malva raccolta là dove cresceva in abbondanza.
E che dire di quella storiella del delfino di Francia che, venuto in Sicilia, scambiava messaggi d’amore mediante le lanterne con Angelina, figlia del re di Francavilla? Durante l’amorosa corrispondenza, Franca, l’ancella di Angelina, cedeva al sonno, e la padrona la sollecitava “Franca, vigghia (veglia)!” che poi si è perfezionato nel nome odierno. Lo stile divulgativo non inficia la precisione delle informazioni, ma, come ogni viaggio che si rispetti, “La valle dell’Alcantara”, oltre ad avere scopo benefico, dato che i proventi dell’acquisto andranno alla sezione di Rimini dell’Associazione Italiana Parkinsioniani, è anche molto di più di una visita culturale virtuale: è un tuffo tra i profumi, i suoni evocati dai passi di autentica poesia, i paesaggi che ad occhi chiusi il lettore della zona può scorgere, sfumati, e il forestiero può immaginare, così come si fantastica sul paradiso.
Paradiso che se con la lettura può solo essere immaginato, su Facebook assume forma visibile: digitando “Un angolo di paradiso” è possibile ammirare, assieme a più di altri 600 fans, gli scorci più belli della Valle immortalati in circa cinquanta foto. Ma, abbiamo chiesto all’autore, da dove nasce l’ispirazione per la realizzazione di questo volume? «Nasce da un incarico affidatomi dalla Facoltà di Economia dell’Università di Messina, a proposito della realizzazione di una brochure, tradotta in inglese, riguardante i comuni di Francavilla, Gaggi, Motta Camastra e Graniti, oltre il parco fluviale dell’Alcantara». Biblioteche comunali, archivi parrocchiali e contatto diretto con gli anziani: queste le fonti adoperate dall’autore nel suo lavoro di ricerca e approfondimento, e se gli chiedete quale, tra le leggende, gli aneddoti che ha scoperto, lo ha colpito di più, vi risponderà, tra i tanti, «la prima che viene in mente. Ho saputo sul posto che il monumento ai Caduti di Gaggi è stata la prima opera giovanile del maestro Mazzullo».
E se una notte d’inverno un viaggiatore… avesse la possibilità di visitare uno solo dei paesi della Valle dell’Alcantara, Angelo Vecchio Ruggeri quale gli consiglierebbe? «La Valle dell’Alcantara va visitata palmo a palmo. Sono certo che chiunque va per la prima volta non intende rinunciare a proseguire nel viaggio». Pagina dopo pagina, vi sembrerà di passeggiare tra le gurne, i muretti, i boschetti di salici, pioppi, frassini, ontani, lecci e platani, i palmenti, i frantoi, le cattedrali normanne, i monasteri, e di respirare quell’inconfondibile profumo di piante, e sole. Il profumo della terra magica di Sicilia.