Padre Cyril Gamini Fernando, responsabile generale per l’informazione: “La guerra tra singalesi e tamil è finita solo nel 2009 ed è stata molto lunga. Il Paese sta cercando, anche se molto lentamente, di ritrovare la sua stabilità”. E ancora: “Il Papa è un promotore di pace e di riconciliazione. È visto come la persona giusta che può approcciare questo discorso senza discriminare etnie o religioni”.
Lo Sri Lanka accoglie Papa Francesco. Una visita attesa e preparata come sempre con mesi di anticipo e nei minimi particolari ma ciò che più sta a cuore alla piccola comunità cattolica del Paese è accogliere il Santo Padre “come un Padre” e vivere questo incontro soprattutto come una “esperienza di rinascita spirituale”. Sono ore intense per lo staff della Chiesa cattolica che sta lavorando alla visita ma padre Cyril Gamini Fernando, responsabile generale per l’informazione, riesce a ritagliarsi un po’ di tempo per spiegare al Sir le attese con cui il suo Paese si sta preparando ad accogliere Papa Francesco a Colombo. “La nostra gente è felice – dice subito padre Gamini – e quando lo scorso anno a giugno è stato ufficialmente annunciato che il Papa sarebbe venuto in Sri Lanka, c’è stata una reazione di gioia ed entusiasmo nella popolazione. Sebbene la maggioranza non sia cattolica, qui tutti amano la persona di Papa Francesco per il suo comportamento, la semplicità di vita, l’amore e la cura per i poveri e i malati. Lo vedono in televisione, nei siti internet e così hanno potuto conoscerlo e amarlo”.
Isola al largo della costa sud-orientale del subcontinente indiano, lo Sri Lanka per la sua forma particolare e la sua vicinanza alla costa indiana è stata soprannominata la “lacrima dell’India”. Il buddhismo Theravada (70,2%) e l’induismo (12,6%) sono le religioni predominanti, seguite per diffusione da islam (9,7%) e cristianesimo (7,5%) di cui 6,5% cattolici. Settimo viaggio del pontificato di Francesco, lo Sri Lanka è il secondo Paese asiatico, dopo la Corea, visitato dal Santo Padre che conferma così la sua particolare predilezione per il continente asiatico. Ma come nasce l’idea di questo viaggio? “Il nostro cardinale – risponde padre Gamini – lo ha invitato in Sri Lanka. Il Papa gli aveva detto che voleva vedere come le differenti religioni vivono insieme in armonia. Il cardinale gli ha proposto di venire a vedere di persona e a quel punto il Papa ha accettato. Il cardinale è tornato e la Conferenza episcopale ha inviato l’invito formale al quale è poi seguito l’invito ufficiale del governo”. Il dialogo interreligioso farà dunque da sfondo al viaggio del Papa in Sri Lanka: molto atteso infatti è l’incontro, subito nel corso della prima giornata, con i leader religiosi al Palazzo dei Congressi di Colombo, in cui è previsto il discorso del Papa e il discorso di un monaco buddista. Sebbene questo Paese sia purtroppo alle prese con gruppi di estremisti, l’auspicio espresso anche dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, è che la radicata tradizione di dialogo e armonia religiosa presente in Sri Lanka, “possa prevalere su questi nuovi tentativi di destabilizzare la situazione e nello stesso tempo auspichiamo anche che le autorità possano intervenire proprio per preservare questi che sono valori fondamentali della popolazione”.
In Sri Lanka Bergoglio tocca un’altra “lacrima” che ha bagnato la storia del Paese e cioè la guerra civile tra singalesi e tamil che per 26 anni (1983-2009) ha devastato l’isola, lasciando ancora oggi ferite profonde. “La guerra – conferma padre Gamini – è finita solo nel 2009 ed è stata una guerra molto lunga. Il Paese sta cercando, anche se molto lentamente, di ritrovare la sua stabilità”. Ma il processo che passa per la giustizia e conduce alla riconciliazione è ancora lungo e difficile. Cosa può fare o dire Papa Francesco per aiutare lo Sri Lanka? “Papa Francesco – risponde Gamini – è un promotore di pace e di riconciliazione. È visto come la persona giusta che può approcciare questo discorso senza discriminare etnie o religioni. Penso che il Santo Padre possa avere un certo effetto sulla nostra gente”. Molto atteso sarà l’arrivo del Papa in elicottero, nel santuario di Madhu, a nord dell’isola, il più importante e frequentato santuario mariano del Paese. Si trova nella regione a maggioranza Tamil dove la guerra è stata intensa. Qui – come ha annunciato padre Federico Lombardi ai giornalisti – il Papa rivolgerà un discorso per la riconciliazione e la pace. “Quello di cui lo Sri Lanka oggi ha bisogno – conferma padre Gamini – è riconoscere che ogni essere umano è degno della sua umanità senza considerare la sua razza, la sua origine. Ha bisogno di pace e anche di giustizia”.
La visita cade a pochi giorni dalle elezioni politiche che hanno decretato la sconfitta di Mahinda Rajapaksa e la vittoria del suo ex ministro della salute, passato all’opposizione, Maithripala Sirisena. “La Chiesa cattolica – ricorda padre Gamini – ci teneva che le elezioni non coinvolgessero in alcun modo la visita del Papa. Abbiamo fatto un appello molto forte a tutti i candidati e a tutti i partiti politici perché il Papa non fosse usato per fini politici. E quando sono apparsi manifesti elettorali con le foto di papa Francesco, abbiamo immediatamente chiesto che venissero rimossi. Posso dire che ci hanno ascoltato”.
Maria Chiara Biagioni