Nell’ultimo mese dall’inizio dell’emergenza Covid-19, le abitudini degli italiani e il carrello della spesa sono cambiati radicalmente. Complice le ordinanze e le restrizioni, si è assistito ad un tracollo nella spesa negli Ipermercati che perdono a doppia cifra (-12% vs stesso periodo del 2019) ed a una forte ripresa dei supermercati (+19%vs anno prima) ma soprattutto assistiamo al fenomeno del ritorno dei negozi di vicinato, di fatto era un trend già segnato ma certo il boom a +41% vs l’anno precedente non ha eguali.
Le piccole superfici di prossimità alimentari, piccoli supermercati, negozi, botteghe, stanno riavendo una riscoperta in questi tempi di emergenza. Le famiglie preferiscono rifornirsi dei beni di prima necessità presso queste strutture per evitare gli spostamenti e ridurre i tempi di esposizione fuori casa, magari cercando tralasciare quello che non è utile al loro fabbisogno quotidiano. Tanto che il canale non alimentare dei negozi specializzati drug, tipo “Acqua e Sapone” per intenderci, segna un -41% verso l’anno scorso, come anche in forte calo il canale ingrosso alimentare (Cash & carry) che serve gli operatori cosidetti horeca (ospitalità, ristorazione,bar) con una perdita he segna il -52%.
Il trend di crescita dei supermercati inizia a rallentare, complice anche tutte le restrizioni e le procedure di ingresso nei negozi e la forte crescita dei negozi di vicinato. In Sicilia si assiste ad una crescita del +13% verso lo stesso periodo dell’anno precedente. Ovviamente il grosso boom è fatto dal canale on-line nelle zone servite da questo servizio soprattutto intorno alle grandi aree urbane del nord Italia + 143% vs lo stesso periodo dell’anno precedente. Ma cosa compra la famiglia italiana in questo periodo di crisi? cosa mette nel carrello della spesa ? I prodotti acquistati possono essere raggruppati in tre categorie principali:
Effetto “stock”: farina (+186,5%), uova di gallina (+53,7%), latte UHT (+34,1%), surgelati (+6,8%), conserve animali (+32,1%), burro (+79,7%), conserve pomodoro (+50,8%), pasta (+22,6%), riso (+37,9%) e caffè macinato (+21,5%). Effetto “prevenzione e salute”: guanti +263,7%, carta igienica (+28,4%), detergenti superfici (+56,4%), carta casa (+46,4%), candeggina (+87,6%), sapone per le mani, liquido e solido (+73,8%), alcol denaturato (+116,4%), salviettine umidificate (+68,6%) e termometri (+45,9%).
Effetto “resto a casa”: da un lato crescono categorie che potrebbero essere considerate adatte a un aperitivo casereccio, pizza surgelata (+45,7%), vino (+12,4%), birre alcoliche (+11,3%), affettati (+28,1%), mozzarelle (+44,6%), wurstel (+44,2%), patatine (+25,7%), ma cresce anche quello che possiamo considerare “cibo di conforto”, quale ad esempio, creme spalmabili alla nocciola, dolci (+61,3%), gelati (+21,5%), wafer (+16,2%). Da segnalare anche l’aumento notevole delle vendite di camomilla (+76,3%). Mentre sono i forte calo molti prodotti del comparto cura e bellezza quali make-up (-70%), profumeria (-63,6%) e cura viso (-41,1%).
Diciamo che le famiglie italiane hanno ben capito ormai che bisogna rimanere a casa ancora per lungo tempo e cercano di attrezzarsi di conseguenza, senza farsi mancare nulla per tutto il periodo necessario. Pronti ad ogni esigenza sia materiale, dai beni di prima necessità quali pasta, latte e uova fino ai beni di conforto ludici quali patatine, nutella e affini, ma anche camomilla e tisane per rilassarsi prima di andare al letto, sperando che il giorno dopo porti buone nuove.
G.C. per la rubrica #LaVoceDelManager