Nella classifica delle prime 400 piccole e medie imprese italiane leader della crescita nell’ultimo anno, pubblicata dal Sole 24 ore, ecco comparire Le Panier Bags, laboratorio artigianale di pelletteria con sede nel cuore di Acireale: considerando il posto numero 150 a fronte di un’esigua presenza di marchi meridionali rispetto al centro nord, il dato non può che destare orgoglio e speranza, meritando senza dubbio un posto in primo piano tra le #PerleDelloJonio della nostra rubrica. Se tecnologia, e-commerce e manifattura digitale spingono le performance delle piccole e medie imprese della Penisola, la classifica del Sole 24 Ore certifica l’egregio lavoro condotto nei primi cinque anni di vita da un gruppo dall’età media giovanissima, guidato da una passione e una dedizione al sacrificio che hanno sorretto la scelta non frequente dei protagonisti di tornare in Sicilia per investire, restare e, nota ancora più interessante, offrire oggi anche opportunità di lavoro.
I ragazzi di Le Panier, dall’età media sotto i 30 anni, progettano e sviluppano accessori, borse e manufatti in pelle per importanti marchi ma, a differenza di tante altre aziende, sono e restano orgogliosamente “made in Sicily”, in rispetto chi ha deciso di “delocalizzare” in altri paesi, anche extraeuropei. Iniziarono nel 2014 in tre stanzette racchiuse in non più di 90 metri quadri, in sei: una scommessa già vinta, se si considera che l’azienda ha un fatturato in crescita anno dopo anno ed è composta da venti dipendenti, uniti, motivati e, soprattutto, laboriosi. Coscienti che lavorare nella città barocca dei 100 campanili, per troppo tempo sedutasi su un passato glorioso, ha il doppio risvolto del privilegio e della sfida: poter vivere la propria terra, tra il sole delle Chiazzette e i colori dell’Etna, impegnandosi in un lavoro che, d’altro canto, non può fermarsi né sul piano della quantità né su quello della qualità, fatta di formazione e innovazione continua.
Lo sa bene l’acese doc Rosario Michele, quarant’anni, una laurea in lettere classichecon ulteriori specializzazioni in archeologia e non solo, tra i primissimi a investire personalmente in questo lavoro, convinto che alla base di tutto vi sia la capacità di lavorare come team aggiornandosi di continuo. Siamo andati a intervistarlo, chiedendo conto di questo “piccolo grande ritorno” sul territorio di un settore, quello dell’artigianato del tessile, che negli ultimi decenni sembrava avere abbandonato la Sicilia orientale.
Rosario, come nasce questa scommessa?
Premetto che il nostro territorio, un tempo, era ricco di concerie ed artigiani della pelle, ma quando il mercato è cambiato molti siciliani non sono riusciti a tenere il passo, così molte botteghe hanno chiuso. L’idea dei sei fondatori, dopo diverse esperienze in Veneto e Toscana, tra master, formazione sul campo e lavoro in azienda, era quella di scommettere su artigianalità e innovazione per potere affrontare le sfide del mercato globale. Oggiabbiamocommittenti italiani ed esteri, marchi blasonati, anche se all’inizio non è stato semplice, soprattutto per una questione culturale: fare capire ai clienti che le distanze fisiche possono essere superate, dato che da Roma un modello può arrivare in USA in 24 ore.
E due settimane fa, sul Sole 24 ore…
Ci ha inorgoglito e irrobustito nelle nostre convinzioni rispetto ad una direzione giusta: hanno confrontato i nostri dati, approfondito e valutato che la nostra realtà cresce in salute, un passo alla volta, ma con tante continue evoluzioni. Abbiamo capito di potere rispondere al mercato, assicurando accessori complementari e possibilità di risparmiare sui costi investendo nell’innovazione dei nostri macchinari, già oggi tra i più avanzati, e in anni di formazione ed esperienza, seppure con tanti sacrifici.
Quali i prossimi passi? E quali le opportunità di lavoro per il territorio?
Una crescita strutturale per noi e per il bacino siciliano del settore, che ci consenta di allargare la rete di formazione e collaborazione, l’indotto di tutto il territorio, creare nuove opportunità di crescita e di lavoro e investire in altri macchinari tecnologicamente innovativi. Puntiamo a crescere come promotori di un vero e proprio centro di ricerche per lo sviluppo di accessori e di sperimentazione, investendo sulla tecnologia, sulla ricerca di nuovi tessuti e nuovi materiali, arricchendo le occasioni di ricerca e di sperimentazione. Aprirci così a chi abbia idee e volontà di tornare a credere nello sviluppo di questo settore, valorizzando le capacità artigianali già presenti sul territorio e ricreare una rete aziendale in Sicilia che possa ricostituirsi come polo della lavorazione. Non è un mistero ad esempio che, per creare un accessorio, spesso dobbiamo ancora richiedere qualche pezzo ad aziende del nord, pagando di più in tempo e costo: per questo stiamo stimolando il settore attraverso la collaborazione con le scuole, l’università e gli artigiani disponibili della zona, magari anche forieri di nuove idee, per ridare di nuovo slancio alla nostra terra, affinché torni ad essere appetibile in questo senso.
Siamo pronti a fare squadra con quelle piccole realtà che da un progetto come questo potrebbero trarre così nuovo slancio. Intanto, siamo pronti anche a offrire lavoro a chi, come noi, assicuri volontà, dedizione e capacità di spendersi in gruppo, anche senza esperienza nel settore. Certo, una maggiore determinazione e qualche esperienza manuale aiuteranno, ma sarebbe la nostra azienda a formare poi specificamente rispetto ad attività artigianali legate al lavoro di macchine da cucire o taglio di materiali. E’ nei nostri piani, in questo senso, anche l’apertura di uno show room (nella foto) nel cuore della nostra Acireale, così come siamo pronti ad affiancare quei giovani che vogliono imparare un mestiere e che intendano, come noi, mettersi in gioco con costanza e creatività.