Le sue punizioni, dalle traiettorie imparabili, sono state studiate da diversi ricercatori universitari e da fisici, i suoi comportamenti e le sue opinioni sono state spesso criticate e sanzionate. Un talento calcistico puro che ora raccoglie consensi anche come allenatore. La sua Sampdoria, rivelazione del campionato di Serie A, veleggia in quarta posizione, in coabitazione con la Lazio, squadra in cui ha militato per sei stagioni e con la quale ha vinto numerosi trofei, tra cui uno scudetto.
Sinisa Mihajlovic oggi si racconta in una lunga intervista al “Corriere della Sera”, la squadra, lo stress, il campionato e l’Italia: “Un Paese molto peggiorato. Mi sembra che sta succedendo quello che è successo alla mia ex Jugoslavia: c’è più aggressività, i ricchi diventano più ricchi, i poveri più poveri, la differenza tra Nord e Sud aumenta” dichiara l’allenatore che chiosa “l’unica fortuna è che siete tutti cattolici”. Parole che acquistano un sapore tutto particolare perché vengono da chi è stato segnato dalla guerra civile balcanica dei primi anni Novanta. Sinisa all’epoca era poco più di un ragazzo. Aveva già vinto una Coppa dei Campioni con la Stella Rossa di Belgrado e militava nella nazionale jugoslava più forte di sempre, al fianco di gente come Pancev, Prosinecki, Boban, Savicevic e Stojkovic.
Di Vukovar, città croata, figlio di padre serbo e mamma croata, Sinisa è cresciuto sotto il generale Tito che teneva insieme slavi, serbi, croati, musulmani, cattolici e ortodossi. Fino a quando gli amici sono diventati nemici e le bombe hanno marcato i confini e il futuro di questa regione.
L’analisi dell’allenatore sull’Italia in effetti è impietosa, e ne parla come di un Paese aggressivo, dove i ricchi vanno per una strada e i poveri per un’altra… Riecheggiano le parole del cardinale Bagnasco nella sua prolusione al Consiglio episcopale permanente, quando, parlando della crisi economica, ricordava che la forbice tra chi ha sempre di meno e chi è sempre più ricco “si allarga pericolosamente anche per la tenuta sociale”.
Memore di ciò che è accaduto nella sua ex Jugoslavia, fatta di fedi e di etnie diverse, Sinisa sottolinea dunque “la fortuna” per l’Italia di essere “tutti cattolici”. Sul fatto che proprio tutti in Italia siano cattolici si può discutere. Non si può tuttavia negare che l’assist di Mihajlovic ci manda dritti in porta, tanto per usare una metafora calcistica: recuperare quei valori cristiani condivisi di rispetto, solidarietà, tolleranza, accoglienza e onestà che sono l’anima del nostro popolo può essere una chiave di volta per superare la crisi attuale ed evitare che “la lama del disagio” continui a tormentarlo.