Le elezioni sono andate come sono andate. La governabilità, una chimera. Il rischio che questo Paese rimanga a mollo per mesi, c’è tutto. Ebbene: come mai non si scatena l’inferno dello spread? Perché la grande finanza mondiale non s’accorge delle nostre debolezze? E per debolezze s’intenda una cosa sola: un debito pubblico mostruoso, 2.200 miliardi e passa di euro che lo rendono il più alto nell’eurozona, e uno dei più imponenti al mondo.
Finora non è successo nulla di particolare. Ma la calma si sta rivelando ogni settimana di più quella che precede la tempesta. In questi giorni, uno dei più grandi fondi d’investimento del mondo (Blackrock) ha iniziato ad “alleggerirsi” rispetto all’Italia. Insomma, a vendere nostri titoli di Stato, obbligazioni tricolori. Con una motivazione chiarissima, espressa dal suo presidente: che altro serve per spaventarsi del rischio-Italia?
Un debito pubblico fuori controllo, partiti che promettono di ingrandirlo ancor di più, un governo che non si sa quando arriverà e che direzione prenderà; addirittura
il sospetto che si voglia uscire dall’euro, dall’Europa. Insomma dall’unica àncora che non ci permette di andare alla deriva. Appunto, che altro serve per spaventare un investitore, magari straniero?
Niente, se non fosse che per ora l’Italia precipita con il paracadute. Che non è tanto quello di un’economia che ha ripreso a tirare, quanto quello aperto da Mario Draghi. La Bce da anni sta acquistando a dosi massicce titoli di Stato dell’eurozona (soprattutto i nostri), disinnescando così la speculazione al rialzo. Che normalmente esplode quando tutti vendono e nessuno acquista.
Ma Blackrock ha suonato la campanella. Va bene tutto, ma intanto si vende. E non tanto per speculare, quanto per trovarsi alla larga nel momento in cui l’aria cominciasse a diventare pesante per l’Italia. Perché i tassi d’interesse si stanno alzando ovunque, la Bce seguirà e comunque la terapia-Draghi durerà ancora alcuni mesi. Poi la Germania intimerà lo stop.
Se nel frattempo non avremo messo un pilota capace al volante, che ci porti nella giusta direzione, avremo solo spalancato la porta ad un fine decennio di quelli neri neri. In un’epoca di guadagni finanziari difficili e risicati, la speculazione sul nostro debito potrebbe risultare una manna per molti avvoltoi. E noi a fare da carcassa.
Cassandra, ai tempi di Facebook, non avrebbe raccolto tanti like. Ma diceva cose giuste.
Nicola Salvagnin