L’angolo della spiritualità / Consegnarsi al riposo di Dio (riflessione sul commento della lettera agli Ebrei )

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Questa riflessione prende spunto dall’ascolto di una appassionata omelia di don Marcello Pulvirenti sul commento alla lettera agli Ebrei cap. 4,1-5.11, e del  Vangelo di Marco cap. 2,1-12.

Duomo_di_Monreale-Riposo_del_Creatore
Il riposo del Creatore, particolare Duomo di Monreale

Nella lettera agli Ebrei s. Paolo esorta ad accogliere la salvezza che viene da Cristo attraverso la fede in Lui ascoltando e vivendo il messaggio del Vangelo. Coloro che ascoltano la Parola di Dio e la vivono, sono coloro che accolgono anche il riposo di Dio, mentre coloro che disobbediscono e non credono, sono coloro che non entreranno nel riposo di Dio. Il riposo di Dio qui viene visto come il perdono che Dio dà all’uomo che si affida a Lui, nel perdonare Dio si riposa…e l’uomo perdonato entra anche lui a far parte di questo riposo.., è il riposo dei risorti, di coloro che non si lasciano legare dalle preoccupazioni che il mondo tende sempre a far presente, di coloro che non permettono alle insofferenze quotidiane di far perdere il sapore delle gioie semplici che il quotidiano sa donare.

Essere uomini risorti significa avere la fede di quelli che nel Vangelo di Marco, portarono davanti a Gesù un uomo paralitico in barella, e non intimorendosi del fatto che non potevano entrare dalla porta per la tanta folla, calarono il paralitico dal tetto, convinti che Gesù lo avrebbe guarito. Gesù stesso vedendo la loro fede disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. Poi, sentendo che alcuni si scandalizzarono di queste sue parole, guarì anche fisicamente il paralitico, dimostrando che a Dio nulla è impossibile. Spesso l’uomo si lascia legare sulla barella delle ansie, dei problemi, degli egoismi e non riesce ad ascoltare il Gesù che è lì che parla al suo cuore. Spesso è necessario scoperchiare il tetto delle false abitudini e convinzioni per poter ascoltare la voce di Dio che ci dice ti sono perdonati i peccati. Alzati, prendi la tua barella e cammina.

Letizia Franzone

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