Il monte Etna è uno dei vulcani più attivo e studiato al mondo per le sue peculiarità geologiche e morfologiche. Sorge sulla costa orientale della Sicilia ed è costellato da un paesaggio meraviglioso. Il territorio etneo è ricco di boschi di castagni e querce ed è circondato da campagne con agrumeti e vigneti. Nel 2013, il vulcano siciliano è diventato Patrimonio dell’Umanità Unesco.
I fenomeni eruttivi del” Mongibello” nell’antichità furono oltre 135, ma quelle che si ricordano di più furono quelle del 1669, quando la lava raggiunse il mare distruggendo una parte della città di Catania e quella del 1928 che distrusse il centro di Mascali.
Numerose ricerche scientifiche sono state elaborate sull’Etna da vari studiosi, fra questi occorre menzionare il prof. Giuseppe Patanè, già Docente Ordinario di Geofisica all’Università di Catania, direttore di due Osservatori di Sismologia siti nel Comune di Acireale e della Rete Sismica della Provincia di Ragusa. Inoltre è stato autore di 120 pubblicazioni di riviste scientifiche internazionali. Il suo ultimo libro è “Etna – Eruzioni e scoperte all’inizio del terzo millennio”.
Abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchere con lui.
Prof. Patanè, in questi giorni si è verificata una sequenza sismica che ha interessato il versante Nord-Orientale dell’Etna. Questi fenomeni potrebbero essere indicatori di un eventuale fenomeno eruttivo laterale?
L’evento sismico è stato provocato dal movimento della faglia della Pernicana, successivamente quest’attività sismica ha interessato anche il versante meridionale dell’area di Ragalna. Sono eventi che si stanno verificando nella zona medio-alta del vulcano. Questa fenomenologia, secondo me, è associabile ad una causa a carattere regionale determinata probabilmente da movimenti del mantello superiore del pianeta Terra.
Questi fenomeni precorrono eventi eruttivi o comunque sono fra loro associati. Quest’ultimo fenomeno eruttivo sembra paradossalmente concomittante con i fenomeni sismici violenti che si stanno verificando nelle isole del Dodecaneso, con gli eventi nelle Isole Eolie e quelli dei Campi Flegrei e Vesuvio. Quindi a mio parere, il fenomeno che si sta verificando sull’Etna non è da considerarsi un evento isolato. Ma rientra in un contesto geotettonico che investe l’area Centro – Orientale del Mediterraneo e la sorgente di tutto ciò risiede in una vasta area del mantello superiore.
Nei giorni scorsi si è aperta a quota 3000 metri, una frattura eruttiva alla base del cratere Bocca Nuova, sul versante Sud-Occidentale dell’Etna. Questa fessura sta alimentando un flusso lavico che si sta dirigendo verso l’area della Galvarina. A suo avviso, questo evento eruttivo quanto potrebbe durare e nel contempo potrebbe minacciare i centri abitati?
Il fenomeno eruttivo è sempre una manifestazione in superficie di quanto sta succedendo nel mantello superiore. Come tutte le manifestazioni eruttive del passato, la sorgente di tutti i fenomeni eruttivi è da ricercare nella dinamica del mantello. Per cui l’Etna è un’entità passiva non attiva ed è un semplice accumulo di materiale vulcanico.
L’isola vulcanica di Santorini è interessata da una crisi sismica che ha allarmato la popolazione locale. Secondo lei cosa sta succedendo e soprattutto quali rischi corrono la gente del luogo e i paesi limitrofi?
Per poter rispondere a questo tipo di domanda, bisognerebbe conoscere tutte le manifestazioni sismiche e le deformazioni del suolo prima del terremoto del 1956. Ciò allo scopo di effettuare un confronto con tutto quello che sta succedendo ora.
Quindi l’informazione che manca attualmente per poter rispondere a questo quesito è la conoscenza della modalità di come si sta deformando il suolo e occorre conoscere questi dati.
Prof. Patanè, adesso parliamo dei Campi Flegrei e del Vesuvio. Da molti mesi, quest’area è al centro di una sequenza sismica, a quali conseguenze possono andare incontro gli abitanti e quale tipo di prevenzione si può adottare?
Nell’ottica del modello da me delineato è possibile che le manifestazioni ai Campi Flegrei, siano stati precursori a tutti gli eventi tettonici e vulcanici che si stanno verificando nel Mediterraneo Centro-Orientale.
E’ dal 1980 che nel Meridione d’Italia non si verifica un evento sismico con una magnitudo pari o superiore a 7 della Scala Richter. Si possono fare delle previsioni sull’eventualità del ripetersi di tali fenomeni?
Data la struttura vulcano-tettonica dell’Italia e il contesto geologico in cui la Penisola si trova nel Mediterraneo è sicuro che in futuro possa avvenire un sisma di alta energia.
Prof. Patanè, lei ha scritto numerosi saggi sull’Etna. La sua ultima pubblicazione è intitolata “ Etna: eruzioni e scoperte dell’inizio del terzo millennio. Di che cosa tratta?
Il libro consta di quattro capitoli: nel primo capitolo, vengono raccontate le antiche leggende che si riferiscono all’Etna; il secondo capitolo parla della storia delle eruzioni dall’inizio del terzo millennio fino al 2022; il terzo capitolo descrive l’evoluzione morfologica dell’area sommitale del vulcano fino al febbraio del 2022. Invece il quarto capitolo tratta tutte le scoperte che sono state effettuate dall’inizio del terzo millennio e viene fornito un nuovo modello che spiega la genesi del vulcano “Etna” e dei fenomeni eruttivi della Sicilia Orientale.
Giuseppe Russo