Le interviste di Sicilia Mondo / Marco Cangialosi: ” Anche nel New Jersey si sente la crisi e poi ci sentiamo abbandonati dal governo italiano”

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Sicilia Mondo intervista  Marco Cangialosi, siciliano doc,  pilastro dell’associazione da oltre 30 anni. Ottantaduenne, da 58  negli Stati Uniti, è un punto di riferimento e mecenate nella collettività siciliana. Imprenditore-esportatore di grande livello (ha omaggiato tutte le vetrate della Statua della Libertà), Chairman della Federazione Siciliana del New Jersey aderente a Sicilia Mondo, con 9 Associazioni.

-Nel New Jersey come è vista la situazione italiana? - correttoCangialosi (524 x 964)

“Dalle notizie che ci giungono da parenti ed amici, la situazione italiana non è molto positiva. Nonostante i proclami del Presidente del Consiglio, sappiamo che ci sono grosse problematiche. Prima di tutto il lavoro che manca e, quindi, le persone hanno difficoltà nella gestione della vita di ogni giorno. E poi si sente parlare sempre più spesso di corruzione a tutti i livelli, con la conseguenza che e a causa di questo e di una atavica mal gestione della cosa pubblica, gran parte del Paese si sente abbandonato a se stesso. Allo stesso modo, anche noi come comunità italiana all’estero a volte ci sentiamo abbandonati”.

-Come sta la comunità italiana e siciliana in particolare?

“E’ ancora viva e lotta sempre per portare in alto l’italianità in tutti i contesti, nelle manifestazioni e negli eventi culturali legati alle tradizioni e all’identità,  non senza difficoltà in quanto siamo ormai alla terza e quarta generazione quelli che siamo arrivati negli anni 50. Le nuove generazioni, pur sentendosi orgogliose delle loro origini,  essendo molto delocalizzati, dedicano poco tempo  alle  attività della comunità che richiederebbero una costante dedizione. Per queste ragioni molte realtà hanno perduto, anno dopo anno, la loro consistenza. Nonostante questo le comunità italiane e siciliane resistono, cercando di unire assieme tutte le varie componenti.  Anche se si sentono abbandonate dallo Stato Italiano che recentemente ha chiuso il Consolato di New Jersey penalizzando una grossa concentrazione italiana per il rilascio del passaporto, soprattutto per gli anziani.  Senza dire delle difficoltà per la chiusura dello scalo Alitalia all’aeroporto di Newark”.

-C’è ancora crisi economica nel New Jersey?  

“Così come la situazione economica mondiale, anche quella del New Jersey non gode di ottima salute. Ormai è stato tutto rivoluzionato. Anni fa questo Stato era un polo industriale a livello mondiale. Molte di quelle industrie ormai hanno chiuso o hanno delocalizzato ma questo è normale in una società moderna in continua evoluzione. Invece si trovano spazi nel settore tecnologico, dei servizi, dei trasporti, del turismo, della ristorazione e della scuola, in linea con la società moderna.  Si avverte però una ripresa lenta e costante. Con un po’ di fortuna si può sempre raggiungere il “sogno americano”.

-Nel New Jersey arrivano giovani italiani in cerca di lavoro?

“I flussi migratori verso gli Stati Uniti sono pressoché inesistenti. Unica  possibilità  è per  chi vuole investire o  per le eccellenze. I giovani che non hanno parenti o grossi sponsor e che vogliono venire a costruirsi un futuro qui, non sono favoriti anche perché non posseggono i requisiti per risiedere e lavorare legalmente. La mancanza di nuovi arrivi dall’Italia non porta ricambio generazionale. E quindi, a lungo andare, la presenza italiana potrebbe  impoverirsi. Per agevolare nuovi flussi migratori sarebbe opportuno che il Governo italiano prendesse accordi con gli USA per ridare vita alla comunità italiana”.

S.M.

 

 

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