Le sfide dei cattolici / Vagginelli: il Meic in prima linea per una società più giusta

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avvocato Edoardo Vagginelli

Sin dalla sua costituzione il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale si propone come sede di confronto per il mondo cattolico italiano. Sorto nel 1980 dal Movimento Laureati di Azione Cattolica, rifacendosi alla tradizione del Magistero, si cura di approfondire temi della Dottrina Sociale della Chiesa. Radicato in Sicilia, il Meic è presente da anni nella nostra e in diverse altre diocesi.

Se il sodalizio affronta la pausa estiva, l’impegno culturale dei cattolici può andare in ferie? Lo abbiamo chiesto al coordinatore regionale del Meic, Edoardo Vagginelli. Avvocato del Foro di Caltanissetta e docente di Diritto, fortemente impegnato nel sociale; un pioniere del Meic in Sicilia.

Ferie e impegno culturale. Un ossimoro improponibile o un’occasione propizia di riflessione?

Il termine cultura assume vari significati. In senso etimologico, esprime il coltivare, far crescere, avere cura. Da qui, la coltivazione dell’uomo, sia nella dimensione interiore che nelle relazioni intrattenute. In senso antropologico, riguarda il modo di essere; il manifestarsi di individui e gruppi in contesti sociali. Le ferie sono così, per ognuno, espressione di una diversa cultura. Si chiede però, non se possa andare in ferie un generico impegno culturale, ma quello dei cattolici. Va chiarito in cosa consista. Per il cristiano l‘impegno culturale ha un significato preciso: leggere la contemporaneità nelle sue varie declinazioni, alla luce del Vangelo. Nella sua complessità essa si presta a svariate letture, ciascuna espressione di una cultura diversa. Al cristiano si chiede la capacità di comprenderla e filtrarla alla luce della Parola; sì che il tempo presente, e ogni tempo nel farsi della Storia, sia una Parusia.

Vescovo Russotto, card Parolin e avv Vagginelli
Vescovo Russotto, card. Parolin e avv. Vagginelli

Come insegna il Magistero nel documento Cultura cattolica per un vero umanesimo, il primo e più vero coltivatore dell’uomo è il Padre (Gaudium et spes 22). A Lui deve orientarsi l‘impegno culturale… pure in ferie. Così, nel periodo estivo il Meic è impegnato nel valorizzare la coltivazione di sé attraverso le settimane teologiche che si tengono ogni anno nel monastero di Camaldoli. Uomini e donne di diversa estrazione culturale, accolti e guidati dalla spiritualità dei monaci camaldolesi, riflettono e discutono sui temi della contemporaneità, immersi nell’essenzialità della foresta casentinese; coniugando in tal modo l’approfondimento scientifico e il contatto intimo con sè stessi e la natura incontaminata.

Come si colloca la rielaborazione culturale della Parola promossa dal Meic, in una prospettiva interdisciplinare di più accurata ed estesa evangelizzazione?

La responsabilità dell’evangelizzazione appartiene a tutti i cristiani; pure ai laici, nelle specificità del loro impegno personale e comunitario. Nella società attuale l’impegno del mondo della cultura e delle professioni si fa più stringente. Non basta più una fede che viva di tradizioni e pietà popolare. L’uomo contemporaneo vuole comprendere la realtà, nella sua complessità. L’impegno dei cristiani in sede culturale non si circoscrive così a nicchie riservate a pochi eletti, ma si apre a tutti. Il mondo interroga i cristiani e le risposte devono rendere evidente la presenza del Cristo nel tempo presente.

Edoardo Vagginelli
Edoardo Vagginelli

Secondo mons. Lorizio, assistente nazionale del Meic “L’attuale dibattito sull’irrilevanza culturale del cattolicesimo italiano interpella le nostre coscienze, chiedendo vigilanza critica e impegno dinamico. Possiamo, anzi dobbiamo, ritenerlo un segno dei tempi ”. Monito severo?

Monito ineludibile per il Meic, ci sollecita a un maggiore impegno non solo in ambito associativo, ma soprattutto nella società civile. La voce dei cristiani si ode talora flebile nella penombra delle nostre chiese e nel chiuso di incontri di gruppi e movimenti. Si ha la sensazione che il mondo non voglia più ascoltare la Parola che promana dalla Chiesa. Occorre sperimentare modalità comunicative nuove e accattivanti, con linguaggi comprensibili, soprattutto alle nuove generazioni.

La vigilanza critica postula attenzione ai segni dei tempi; alla complessità della realtà attuale. Sapendo che in noi, Cristo si rende presente nella storia. La dinamicità dell’impegno è il contrario quindi dell’atteggiamento di supina rassegnazione rispetto a un mondo in cui si fa fatica a orientarsi.

Quali linee guida del Meic per i prossimi mesi? E quali iniziative saranno assunte in ambito regionale?

Il Meic siciliano è chiamato a rispondere alla sfida lanciata dai mutamenti politici in atto. In primis, l’Autonomia differenziata, che desta preoccupazioni per l’unità del Paese, il buon funzionamento dell’amministrazione e la tenuta dei conti pubblici. Pure in ambito cattolico e presso la Cei (Conferenza episcopale italiana). La esamineremo in un incontro aperto a tutti per produrre un documento che illustri la nostra posizione.

Altro punto d’interesse è il Premierato. Riforma che coinvolgerebbe non solo le competenze e il funzionamento degli organi costituzionali, ma la stessa forma di Stato. Eredi del movimento di pensiero che generò 80 anni fa la Costituzione, siamo chiamati a esprimere le nostre valutazioni. V’è poi il grande tema della cura. Cura di sé; cura dell’altro; cura del creato. Trilogia di argomenti trattati dal Meic a Camaldoli e che riproporremo per una rivisitazione nella specificità dei territori.

Nel ringraziare l’avv. Vagginelli, gli assicuriamo la nostra attenzione sulle iniziative del sodalizio.

 

                                                                                            Giuseppe Longo

 

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