Le “Terme della fiducia”, una scelta di buon senso

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Le Terme della Fiducia. Non è il nome nuovo con il quale verranno ribattezzate le Terme di Santa Venera e Santa Caterina, una volta completati i procedimenti della liquidazione (in atto) e della privatizzazione (in divenire). Né si tratta dello slogan di una nuova campagna pubblicitaria per la promozione degli stabilimenti acesi. Né, a maggior ragione, è il titolo di coda di un film che, sviluppatosi in una trama di forte pathos, lascia a tutti la possibilità di costruirsi a piacimento un lieto fine. Le Terme della Fiducia è un auspicio; un appello a metà fra il cuore e la ragione; un impegno a fare; qualcosa in più di una semplice promessa. Ed è pure un messaggio, forte ed incisivo; il messaggio che la società civile ha voluto indirizzare alle istituzioni regionali e locali, in occasione del primo incontro operativo del Forum permanente sulle Terme. La società civile ci crede fino in fondo al rilancio delle Terme; forse con un pizzico di convinzione in più della politica.

E’ stata la società civile, del resto, ad intestarsi la battaglia per le Terme negli ultimi dieci mesi, con maggiori determinazione e costanza negli ultimi centoventi giorni da quando si è costituito il Forum. E’ la società civile, adesso più matura per confrontarsi apertamente e civilmente con i politici, che a loro si rivolge per chiedere, a tutti i livelli e senza distinzione di bandiere, che si possa “costruire fiducia” intorno alla vicenda delle Terme. Fiducia, un termine pesante! “Costruire fiducia” per continuare a credere fino in fondo, e senza più cinismo nel sostenere il contrario, che, con il rilancio delle Terme, si possa preservare e valorizzare una delle più importanti risorse turistiche, produttive, culturali e sanitarie della città. “Costruire fiducia” per dimostrare che il recupero è possibile e praticabile, basta volerlo tutti insieme ed iniziare a far qualcosa di concreto fin d’ora, per evitare di lasciare interamente all’iniziativa del privato tutto il processo di rilancio, dall’ideazione all’organizzazione alla sua gestione. “Costruire fiducia” attraverso un dialogo continuo e costante, che faccia leva su una costante informativa inerente gli sviluppi della vicenda, e che eviti le prudenze, le convenienze e i tatticismi più consoni alla politica in altri momenti. “Costruire fiducia”, evitando di ripetere storie vecchie e desuete; rinunciando a solleticare l’emotività della gente o viceversa a lasciarla nella più totale indifferenza; puntando, invece, tutto sulla ricerca del dialogo; su un’attenta ma onesta valutazione dei fatti; su una capacità propositiva e progettuale che faccia da contraltare alla gestione delle emergenze, alla navigazione a vista, talora all’improvvisazione.

Suvvia, è come se la società civile avesse detto alla politica alla riunione del Forum: la Regione non sta certamente brillando per il modo in cui sta portando avanti liquidazione e privatizzazione delle Terme; c’è sempre un rimedio. Suvvia, non c’è da farne una colpa ai singoli: l’intrecciarsi e il complicarsi delle vicende rendono anche le cose semplici maledettamente difficili. Ma diventa colpa dei singoli, quando, dovendosi assumere talune responsabilità, quand’anche non fossero solo gestionali o procedurali, ma semplicemente informative, ci si nasconde, si danno mezze informazioni, si improvvisano spiegazioni poco giustificabili. La società civile adesso è matura per discernere. Dopo centoventi giorni di attività, l’appello del Forum e delle sue associazioni indirizzato alle istituzioni si rinnova giorno dopo giorno; si fa educatamente sempre più forte; diventa più incisivo mai ossessivo; si nutre della linfa vitale dell’entusiasmo di tanta gente, allo stesso modo in cui gli stabilimenti termali, a regime, si alimenteranno dell’acqua vulcanica.

Terme della Fiducia: è l’appello del buon senso. Laddove si è sbagliato, per eccesso di personalismo o per deficit di conoscenza, si abbia l’umiltà di tornare indietro e percorrere sentieri più praticabili che portino da qualche parte. E soprattutto, le istituzioni locali diano una prova d’esempio: che vi sia la dimostrazione di uno scatto d’orgoglio dell’intera città. In fondo, è semplice il ragionamento: disporre di Terme che funzionino, servano residenti e turisti, siano foriere di una nuova filosofia del benessere e della salute, è sempre meglio che non averne mai avute, averle perdute per sempre, o peggio averle destinate a qualcos’altro, magari molto profittevole a breve, ma sicuramente poco sostenibile nel tempo. Quando nel 1873 Agostino Pennisi di Floristella regalò ad Acireale le due costruzioni dello Stabilimento dei Bagni di Santa Venera e del Grand Hotel des Bains, fu tra i precursori in Europa di un moderno termalismo (a quei tempi) incentrato sul binomio salute-benessere e costruito intorno ai poteri benefici dell’acqua di origini vulcaniche. Perché sprecare tutta questa ricchezza, rinunciando alla praticabilità di soluzioni che, mentre tutelano e preservano al meglio (o alla meno peggio) il presente, gettano le basi per un futuro migliore?

Saro Faraci

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