Il mese di ottobre è il mese in cui prende vita l’iniziativa Le vie dei tesori, con l’obiettivo di rendere fruibili al pubblico i beni culturali del nostro patrimonio artistico-culturale.
La città di Acireale sarà pure coinvolta in questo mese di iniziative culturali, grazie al lavoro dei membri dell’associazione Stoà sicula.
Il programma ad Acireale è stato inaugurato nel primo fine settimana di ottobre con visite guidate in diversi edifici storici della città, come la pinacoteca Zelantea e il palazzo Fiorini di via San Carlo.
Si sono aperte al pubblico anche diverse chiese della città e, per i turisti, ma anche per i cittadini acesi, è una bellissima occasione per riscoprire tesori del patrimonio architettonico ed artistico del territorio.
A fare da ciceroni durante le visite alle chiese di San Benedetto e San Francesco di Paola, i ragazzi dell’associazione Stoà sicula, gli studenti dell’alternanza scuola lavoro e delle studentesse tirocinanti.
Vie dei tesori, chiese di Acireale: San Benedetto
La chiesa di San Benedetto, sita in via Davì, è stata aperta in occasione del mese delle Vie dei tesori. E, mi spiegano, essere stata in passato utilizzata solamente delle monache di clausura, il cui passaggio ed il cui uso è visibile tutt’oggi nell’assetto architettonico dell’edificio. Come, per esempio, si nota dai comunichini, piccole finestrelle dalle quali le monache si affacciavano per ricevere la comunione. Dalle gelosie, finestre che non permettono di vedere dall’esterno chi si sta affacciando e dalle cantorie.
La chiesa, ricostruita dopo il terremoto del 1693, era legata al culto di San Benedetto e di Sant’Agata. Come si osserva anche da alcuni quadri del pittore Vaccaro, appesi alle due pareti. L’antica pavimentazione è apprezzabile solo nell’altare.
Vie dei tesori, chiese di Acireale: San Francesco di Paola
L’altra chiesa è quella di San Francesco di Paola, in via Sfilio, costruita grazie ai contributi della confraternita di San Francesco in seguito al terremoto del 1693. La particolarità di questa chiesa è quella di non toccarsi con nessun altro edificio. Tant’è che ad Acireale un famoso detto recita che, quando qualcuno non vuole avere a che fare con nessun altro, è ‘’come la chiesa di San Francesco”: n’appoia cu nuddu (non si appoggia, non si unisce con nessuno).
Il portale dell’edificio, all’ingresso, è realizzato in pietra bianca di Siracusa. E si apre ad una chiesa con impianto a navata unico, donandoci uno dei pochi edifici ad Acireale caratterizzato da stilemi barocchi. Un vero e proprio unicum per l’arte barocca in città. Tra le firme dei vari artisti presenti nella chiesa di San Francesco di Paola, Giacinto Platania, Pietro Paolo Vasta ed il figlio ed allievo Alessandro Vasta.
Opere d’arte trafugate nella chiesa
Nell’ottocento la chiesa vantava molte più opere d’arte ed oggetti di culto, purtroppo trafugati. Infatti di molti quadri sono rimaste le sole cornici. L’altare è la parte più antica della chiesa. E lo si apprezza dall’antica pavimentazione in cotto e maiolica e dall’altare in legno, rivestito in lastre di vetro. La chiesa è interamente affrescata con le gradazioni cromatiche del blu e dell’azzurro, colore solitamente riservato alle sante. Usato in questo caso perchè San Francesco di Paola era considerato il protettore dei naviganti e dei pescatori.
Nel cantorio dove troviamo l’organo settecentesco e, sempre procedendo dalla cantoria, si accede al campanile. All’interno della chiesa vi è inoltre un fercolo ligneo, tipico di Acireale. E si pensa che possa essere stato il prototipo dal quale si è tratta ispirazione per realizzare il fercolo argenteo di San Sebastiano. Gli altri due esemplari sono custoditi alla pinacoteca Zelantea e nella chiesa di San Sebastiano. A fine visita, ci hanno mostrato due ex voto custoditi dentro la chiesa.
Giulia Bella