Nell’ambito dell’iniziativa culturale Le vie dei tesori indetta ad Acireale dall’associazione Stoà sicula si sono aperti al pubblico anche dei musei che hanno dato ai visitatori la possibilità di scoprire e conoscere tradizioni e tesori del nostro territorio.
Il Museo del carnevale, in via Ruggero Settimo, accoglie la mostra dei carri in miniatura realizzati per il concorso del carnevale dello scorso maggio.
I pannelli esplicativi situati all’ingresso illustrano le tecniche adoperate per la realizzazione dei carri. Quella del collé, usata principalmente ad Acireale e caratterizzata da strati di carta e colla. E la tecnica mascé, tecnica con cui la carta si lavora al macero e, quindi, più a lungo rispetto alla prima tecnica.
All’interno del museo, oltre alla mostra dei carri in miniatura, vi è un costume realizzato con cenere vulcanica, tessuto e coriandoli, vincitore dell’edizione del 2019. E le chiavi della città, consegnate alla madrina di ogni Carnevale, all’inizio delle manifestazioni carnevalesche.
Vi sono inoltre pezzi singoli di carri in miniatura, maschere singole degli anni precedenti, una maschera singola di Dante. È possibile vedere pezzi di carri antichi azionabili manualmente.
Le vie dei tesori, tra i musei aperti ad Acireale il Presepe napoletano
L’altro museo aperto al pubblico è sito in piazza Leonardo Vigo ed è il Museo del Presepe napoletano che accoglie nella sua cripta un imponente presepe realizzato dall’artista campano Giuseppe Ferrigno.
Tutti i personaggi vengono realizzati in terracotta policroma nella testa, braccia e gambe, mentre gli occhi sono in vetro e l’interno è in fil di ferro rivestito da stoppa. I personaggi vengono sempre rappresentati con un aspetto caricaturale, tipico della tradizione napoletana. Con pochi gioielli e vesti pregevoli, nonostante raccontassero della vita nobiliare. E inseriti successivamente, per vezzo voluto da alcune famiglie nobiliari che li usavano come mezzo di ostentazione.
Il presepe napoletano è una vera e propria opera d’arte ed ha origini molto antiche: Carlo III di Borbone nel 1734 aveva realizzato il primo presepe con mille personaggi. E, grazie al sovrano, nasce la tradizione del presepe napoletano che rappresenta e racconta scene di vita quotidiana di Napoli.
Un presepe carico di simbolismi
Al tempo stesso, il presepe è carico di simbolismi come la taverna che rappresenta il peccato e la corruzione. La scena del quattro maggio, rappresentata nel presepe, racconta il giorno dello sfratto, in cui i cittadini dovevano trovare una nuova abitazione. E notiamo nel carro del personaggio un’immagine di San Sebastiano, traslocando, quindi, in Sicilia l’ambientazione del presepe napoletano. Un’altra scena importante è quella della processione orientale, realmente accaduta a Napoli.
La scena della natività si rappresenta nei resti di un tempio pagano, per omaggiare il periodo settecentesco delle scoperte archeologiche che hanno dato grande fama alla città di Napoli. Se da un lato si omaggia la città, dall’altro vi è il forte simbolismo della nascita di Gesù e del cristianesimo sulle rovine del paganesimo. L’intero presepe, come abbiamo visto, è costruito su una dicotomia preponderante di bene e male. Dicotomia che si evidenzia fortemente nei punti in cui vengono collocate le varie simbologie. E non tarda a raccontare anche dell’occulto rappresentato da una maga, situata proprio sotto la natività.
Anche la tombola nel presepe napoletano
Con Carlo III nasce anche il gioco della tombola, rappresentato in un gruppo di personaggi intenti a giocare con le cartelle ed i numeri dentro ad un panariello, esposti all’interno del museo.
La ‘’necessità’’ del gioco della tombola – racconta Alessio dell’associazione Stoà sicula – nasce dal fatto che, ai tempi di re Carlo III, la Chiesa non vedeva di buon occhio il gioco d’azzardo durante il periodo natalizio. E, quindi, i napoletani avevano dovuto trovare un escamotage per continuare a praticare il gioco del lotto.
Questo ci dà, ancora una volta, la prova di quanto per i napoletani sia importante rappresentare la quotidianità all’interno del presepe. E e ci fa anche capire come, oltre alla tradizione che i napoletani intendono rappresentare, vi sia una forte attenzione a contestualizzare la tradizione del presepe raccontando l’attualità tramite personaggi che ci danno una prova del trascorrere del tempo. Ce ne rendiamo conto, al museo, osservando il personaggio del venditore di sigarette da contrabbando che, naturalmente, non esisteva ai tempi di Carlo III. Ma anche vedendo tutti i calciatori, i politici, i personaggi famosi che rappresentano ogni anno gli artigiani napoletani.
Giulia Bella