Le vie dei tesori / Il fascino della Batia dell’arcangelo Gabriele, museo del vino a Pennisi

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Batia museo del vino

L’associazione Stoà sicula, nell’organizzazione della manifestazione culturale  Le vie dei tesori, oltre ad aprire i tesori della città al pubblico, offre anche la possibilità di usufruire del programma delle esperienze, messe in calendario per godere di attività fruibili sull’intero territorio acese.
Anche questa è una bella occasione per scoprire e vivere preziosi tesori del nostro patrimonio artistico-culturale.
Nel programma di domenica nove ottobre, la Batia dell’Arcangelo Gabriele, sita a Pennisi, in Via Torretta, ha offerto la possibilità di visite guidate alla scoperta del museo del vino e dell’orto sensoriale.

Batia dell’arcangelo Gabriele, la storia

La storia della Batia ha origini molto antiche. Inizialmente era un vigneto appartenente alle suore dell’ordine dell’arcangelo Gabriele. Lo acquistò negli anni venti il nonno dell’attuale proprietario dott. Giovanni D’Avola, che oggi si occupa della cura del terreno.

Batia, antico torchio
Antico torchio

I locali ed il terreno si impiegarono quindi per la produzione ed il commercio del vino.
E, come racconta il dottore D’Avola, il momento della vendemmia era per la sua famiglia di viticoltori davvero importante. Si preparava il vino per l’anno seguente e si commerciava quello dell’anno passato anche con acquirenti provenienti da fuori Sicilia.
Il dottore prese parte alla produzione e al commercio del vino sin da quando aveva quattordici anni imparando a conoscere, sin da ragazzo, i ritmi della natura e l’importanza dello stare a contatto con essa. Elemento che, certamente, tutt’oggi lo influenza nel suo lavoro.

Dopo l’interruzione della produzione del vino, i locali della Batia dell’arcangelo Gabriele sono stati convertiti in un primo momento in un limoneto. E adesso, in azienda agricola, nella quale si organizzano eventi e i locali si adoperano per meeting e congressi.
È possibile approntare eventi ed esperienze sensoriali, come, per esempio, quella con l’astrofisico Andrea Orlando dell’istituto di Archeoastronomia siciliana.
Giorno 22 ottobre, egli illustrerà un percorso alla scoperta del cielo e delle stelle, in occasione del festival Le vie dei tesori.

Nella Batia dell’arcangelo Gabriele visite all’orto sensoriale

Le visite guidate e le varie esperienze sono disponibili per bambini, ma anche per adulti, con visite all’orto sensoriale, dove si possono toccare con mano le bellezze naturali offerte dalla Batia ed annusare gli odori offerti dalle piante e dai frutti autoctoni.
Negli spazi all’esterno, sono stati organizzati, inoltre, incontri e dibattiti con scrittori e giornalisti.

vasca da bagno
In tempo di vendemmia ci si immergeva nella vasca da bagno riempita di mosto caldo per le sue proprietà benefiche

Entrando nelle sale del museo della cantina e del palmento, il dottore  D’Avola ci racconta che si cominciò la costruzione dell’edificio a partire dal 1870. E ci fa subito notare il contrasto del cemento usato per la ricostruzione del post terremoto degli anni venti, con il legno di castagno tradizionalmente utilizzato nella costruzione del torchio.
Tutto all’interno è rimasto intatto nel tempo e tutto è custodito esattamente nel modo pensato originariamente. Ogni disposizione ha un assetto non casuale ed ogni edificio, ogni pianta della proprietà hanno un proprio perché, mai lasciato al caso.

Durante la visita, il dottore illustra con precisione e perizia tutte le fasi della produzione del vino, illustrando i vari locali ed attrezzi necessari. Racconta con passione la storia della sua famiglia e della sua Batia, trasmettendo questo suo amore a chi lo ascolta. E indugiando in una descrizione meticolosa ed esaustiva della proprietà. Una curiosità che si può osservare nel museo del vino è quella della vasca da bagno usata durante il periodo della vendemmia per via delle proprietà benefiche dei bagni nel mosto caldo.

È un’esperienza davvero unica, perché si ha la possibilità di vivere un luogo fuori dal comune e che consiglio di visitare perché si rimane stregati dalla sua bellezza e dalla sua maestosità. È un unicum, un gioiello che sembra quasi essere un locus amoenus. Un’esperienza importante, sia per i bambini, che per gli adulti, per comprendere il valore ed il rispetto per la natura.

 Giulia Bella

 

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