Legalità / Beni confiscati alla Mafia: lavoro, sostenibilità e inclusione

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Tra 18 varietà di agrumi, spezie e fiori si trova la Fattoria sociale Orti del Mediterraneo della cooperativa Energ-Etica Catania sita nel Comune di Misterbianco in uno dei tanti beni confiscati alla Mafia. Luogo in cui si è tenuto mercoledì 5 luglio il seminario sul tema dal titolo “L’Antimafia Sociale”. Salvatore Cacciola, Presidente Rete Fattorie sociali Sicilia, BioAS, e Claudia Cardillo, Presidente Cooperativa Sociale Energetica Catania, hanno illustrato i ruoli e l’importanza dell’associazione.

Analisi, esperienze e proposte  per l’uso sociale dei Beni confiscati alla Mafia

Il progetto Orti del Mediterraneo, aderisce all’Associazione Nazionale BioAgricoltura Sociale. E alla Rete Fattorie Sociali Sicilia e collabora con l’Associazione Italiana Educazione Sanitaria sezione Sicilia (A.I.E.S.). La Fattoria Sociale è ad oggi un parco tematico inclusivo. Aperto ai cittadini, alle scolaresche e ai ricercatori. Integrato con un’attività agricola di produzione, di trasformazione e commercializzazione di prodotti con marchio etico e biologico. La rete delle Fattorie sociali in Sicilia è un network con circa un centinaio cooperative. Offrono un servizio per formare e inserire nel tessuto produttivo persone fragili e incentivano la formazione di GAS (Gruppi di acquisto solidali), secondo i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

L’antimafia sociale che costruisce inclusione e benessere

Un traguardo importante è stato raggiunto in la Sicilia. Ce lo dice Libera con la ricerca “Fattiperbene”, evidenziando il fatto che sono 947 i soggetti diversi impegnati nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. L’obiettivo che Fattorie per il Sociale persegue con profonda convinzione è quello di rendere utile i beni confiscati alla Mafia. In Sicilia se ne trovano il 28% ottenuti in concessione dagli Enti locali. Il 18% riguarda appartamenti, abitazioni indipendenti, immobili.

Ville, fabbricati su più livelli e di varia tipologia catastale, palazzine, il 16%. Il 22% terreni agricoli, edificabili e di altra tipologia. Locali di deposito, negozio, bottega, uffici: il 20%. Le esperienze più innovative antimafia si fondano inoltre sulla coesione territoriale, l’agro-ecologica e le produzioni biologiche e l’intervento nelle comunità locale. Come spiega Salvatore Cacciola, presidente della Rete Fattorie Sociali Sicilia, “è la chiusura del cerchio che completa il percorso progettuale. Abbiamo dotato la nuova struttura degli arredi per l’aula didattica, per uffici”.

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L’agricoltura e l’antimafia sociale 

L’Agricoltura Sociale è quindi un insieme di pratiche sociali e di attività agricole che si realizzano nell’ambito della multifunzionalità dell’impresa agricola con una progettualità sociale che è fatta di strategie di inclusione. Di relazioni educative, di sviluppo locale e di tutela dell’ambiente. Il lavoro agricolo è poi un ambito privilegiato per l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Le esperienze di bioagricoltura sociale in Italia sono fondate su pratiche sociali, ambientali e sostenibili.

Parliamo dunque di un modello di piccola impresa cooperativa, che unisce l’economia al welfare. Si è allungato in tutta Italia. Nel territorio siciliano si registra questa forte integrazione tra agricoltura biologica e sociale con uni slancio verso il neo-ruralismo e una significativa presenza di aziende a conduzione femminile e giovanile. Antimafia significa perciò tracciare un processo politico culturale che elimini la povertà e le disuguaglianze sociali, territoriali e di genere.

Giuliana Aglio