«Per la Terra, con la Terra» è la dedica che accompagnerà la crescita di un Platano, che verrà piantumato in ricordo del geologo Fabio Lentini lunedì 25 marzo, alle ore 9, di fronte al Dipartimento di Scienze Geologiche (Corso Italia) dai volontari di Legambiente e Laboriusa. L’albero –informa una nota di Legambiente- è stato acquistato grazie alle donazioni versate da amici e colleghi del prof. Lentini a sostegno del progetto “100 Alberi per Catania”.
«Fra tutte le donazioni ricevute questa è la più significativa – dichiara Viola Sorbello, presidente del circolo Legambiente di Catania – perché non credo ci sia un modo migliore per commemorare chi ha contribuito, con la propria opera, alla salvaguardia del pianeta. Il gesto degli allievi e colleghi del prof. Lentini ci ha commosso e riempito il cuore di speranza perché è un chiaro segnale di come il professore abbia saputo lasciare loro in eredità un grande amore per la natura».
La pianta, con un gesto semplice ma carico di emozioni, diventerà simbolo dell’amore per la Terra, la nostra Terra. Perché il ricordo attraversa studi e documenti, per trasferire passione e affetti che oltrepassano i confini della Scienza. E rimangono nel tempo. Come rocce.
Il lavoro più complesso e faticoso di Lentini, ma anche più prestigioso è stato quello che ha visto nascere “La carta geologica della Sicilia” in scala 1:250.000, una delle pietre miliari della geologia del Mediterraneo e oggi Carta ufficiale dello Stato: strumento di base per la conoscenza fisica del territorio e presupposto fondamentale per qualsiasi intervento finalizzato alla difesa del suolo e allo studio dell’inquinamento ambientale, alla pianificazione e alla prevenzione dei rischi naturali, alla valutazione di risorse in campo minerario, nonché alla progettazione di opere ed infrastrutture.
Il geologo Fabio Lentini, Ordinario del Dipartimento di Scienze Geologiche e socio pluriennale della Società di Geologia Italiana, la presentò insieme alla collega Serafina Carbone nel 2016, dopo ben 128 anni dalla prima e unica edizione ufficiale pubblicata dall’ingegner Baldacci nel 1886.
Ma i suoi alunni e colleghi – dopo la scomparsa avvenuta il 5 dicembre 2017 – non lo ricordano solo per le ricerche che gli hanno consentito di pubblicare oltre 45 cartografie e studi scientifici, oggi pietre miliari della Geologia contemporanea (dal progetto di attraversamento del Ponte di Messina, all’evoluzione del basamento dell’Etna); lo ricordano durante le escursioni ad alta quota, col suo altimetro al collo, le matite colorate in mano e il sorriso sempre accennato, per quel modo affabile che aveva di dialogare con i ragazzi e trasferire la sua passione con giovialità e semplicità.
Ricercatore eclettico, che durante la sua carriera ha spaziato dalla paleontologia alla stratigrafia, dalla geologia strutturale alla geodinamica, con i suoi insegnamenti fuori dall’aula sapeva unire amore per gli aspetti scientifici e grande umanità: la voglia di esserci, di confrontarsi, di costruire, di fare. Oggi rimane una scuola di ricercatori universitari che custodiscono e trasmettono la sua professionalità e umanità.