Legge di Bilancio / Le novità pensionistiche e previdenziali per il 2025

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legge di bilancio 2025

La legge di Bilancio 2025, recentemente approvata, introduce una serie di importanti provvedimenti per i lavoratori, specialmente per quelli vicini alla pensione, le lavoratrici madri e i percettori di bassi redditi. L’obiettivo è migliorare la sostenibilità del sistema pensionistico e previdenziale italiano, conciliandolo con le esigenze di specifiche categorie di lavoratori e pensionati. Le scelte fatte si collocano in un più ampio quadro di riforma che coniuga il sostegno sociale con gli incentivi per la permanenza nel mercato del lavoro e l’adesione alla previdenza complementare.

Analizziamo in dettaglio le misure approvate più importanti, che per praticità di sintesi riportiamo in basso:

  • L’esonero contributivo per le lavoratrici madri.
  • Flessibilità in uscita: Proroga quota 103, l’Opzione Donna e APE Sociale
  • Incentivi alla permanenza lavorativa.
  • La rivalutazione delle pensioni minime
  • Conferma della no tax area per redditi sotto gli 8.500 euro.

Esonero contributivo per le lavoratrici madri

Da quest’anno l’esonero contributivo per le lavoratrici madri diventa una misura strutturale. L’agevolazione è rivolta alle donne lavoratrici con almeno due figli e prevede una riduzione parziale dei contributi previdenziali IVS (invalidità, vecchiaia, superstiti) a carico della lavoratrice. La misura si applica sia alle lavoratrici dipendenti che a quelle autonome. L’importante è che il reddito il reddito annuale sia almeno pari ad una volta e mezza l’importo dell’assegno sociale. Con il passaggio di questa misura da congiunturale a strutturale il legislatore si pone un duplice l’obiettivo: l’ incentivazione del l’accesso delle donne al mercato del lavoro, e la riduzione del gap previdenziale verso i lavoratori uomini.

Misure di Flessibilità in uscita: Proroga Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale

Il governo ha voluto mantenere le misure di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro per incentivare il più possibile i lavoratori che rientrano in queste determinate categorie. Il governo proroga la misura della pensione anticipata a Quota 103; ricordiamo ai lettori che possono accedere a questa misura i lavoratori che soddisfano contemporaneamente due requisiti: un’età di almeno 62 anni e 41 anni di contributi versati, a condizione che l’assegno sia interamente calcolato con il sistema contributivo e che l’importo massimo non superi quattro volte il trattamento minimo fino al compimento dei 67 anni di età.

Con l’approvazione della Legge di Bilancio, il governo ha confermato la proroga dell’Opzione Donna, consentendo alle lavoratrici di andare in pensione a 61 anni con almeno 35 anni di contributi versati e accettando il passaggio dal calcolo retributivo a quello contributivo. L’altra novità è la   proroga dell’ Ape sociale. Ricordiamo che questa misura permette a determinate categorie di lavoratori in condizioni di disagio, come disoccupati di lungo termine, care-giver (lavoratori che accudiscono familiari con legge 104 o invalidità), lavoratori addetti a mansioni usuranti (tra i quali, i più comuni: lavoratori addetti ai servizi di pulizia, camionisti, infermieri, maestre nido e infanzia, muratori, operatori ecologici) di accedere alla pensione anticipata a partire dai 63 anni. Entrambe le misure offrono maggiore flessibilità in uscita, tenendo conto delle difficoltà legate a specifiche situazioni lavorative e personali.

Incentivi alla permanenza lavorativa

Il governo ha pensato anche alle esigenze dei lavoratori che scelgono per vari motivi di rimanere sul posto di lavoro nonostante il raggiungimento dei requisiti per la pensione. A questa tipologia di lavoratori viene offerto un esonero contributivo parziale, di cui il lavoratore trae beneficio immediato in busta paga con aumento di fatto del reddito netto, senza rinunciare ai contributi versati fino a quel momento. Questa misura è stata creata con due obiettivi principali: per promuovere la permanenza dei lavoratori più esperti, in modo tale che possano occuparsi di fare passaggio di consegne e formazione ai lavoratori neo assunti o più giovani; ridurre la pressione immediata sul sistema previdenziale, posticipando più a lungo possibile il “carico” pensionistico di questi lavoratori.

È importante sottolineare che il governo ha reintrodotto nel pubblico impiego la possibilità di trattenere più a lungo i dipendenti per garantire la continuità operativa di certi servizi, in un contesto di crescente carenza di personale qualificato. Il limite massimo per usufruire di questa possibilità di prosecuzione del servizio corrisponde al requisito generale per la pensione di vecchiaia, che ad oggi è di 67 anni, ovviamente fermo restando i limiti massimi per alcune categorie (docenti, medici, direttori delle asl) che possono rimane al lavoro, su richiesta e con il consenso del datore di lavoro, oltre i 67 anni fino ad un massimo (in base alla categoria) di 72 anni.

Rivalutazioni delle pensioni minime

La legge di bilancio prevede anche l’aumento delle pensioni minime, con una rivalutazione del 2,2% per il 2025 e dell’1,3% per il 2026. Questa scelta si inserisce nella volontà del legislatore di supportare il potere di acquisto dei percettori di pensione degli assegni più bassi, in un contesto economico caratterizzato in prospettiva da un aumento dell’inflazione.

Conferma della no tax area per redditi sotto gli 8.500 euro

Anche per quest’anno si conferma la no tax area per i redditi sotto gli 8.500 euro, per i dipendenti e pensionati e sotto i 5.000 euro per i percettori di reddito autonomo. Ricordiamo che questa fascia di esenzione non si applica ai percettori di reddito da fabbricati, impresa o da capitale.

La legge di bilancio 2025 rappresenta un passo importante verso una riforma strutturale del sistema pensionistico Italiano, ponendo le basi per una maggiore sostenibilità e inclusione sociale. Resta da verificare sul medio-lungo periodo l’efficacia di tali misure, ma l’insieme degli interventi adottati ad oggi sembrano rispondere con concretezza alle sfide attuali del mercato del lavoro e della previdenza sociale compatibilmente con i vincoli di bilancio molto restrittivi richiesti dall’Europa.

Gianfranco Castro