Lettera aperta / Orazio Maltese: “No a più armi. Investiamo per un futuro di pace”

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armi da guerra

Pubblichiamo la lettera aperta di Orazio Maltese, di Acireale, a Giusi Sansone, conduttrice di “Agorà weekend” su Raitre.

“Gentile dottoressa Giusi Sansone, seguo la sua trasmissione domenicale. Oggi ascolto il direttore di “Formiche” Giorgio Rutelli dire che l’Italia deve prepararsi sin da ora ai conflitti futuri, investendo in armi, visto che molti Paesi ormai hanno aumentato le spese per gli armamenti.
Mi pare ciò una “logica corta”, un “pensiero debole” che caratterizza il nostro tempo in cui la fede incauta nelle tecnologie, nel capitalismo rampante, nelle leggi di mercato in cui il mercato è dominato dalle multinazionali che fanno enormi profitti a discapito del Creato, delle comunità fragili dei Paesi poveri che calpestano i diritti dei lavoratori di tutto il mondo, ci fa vedere l’immediato senza cercare di progettare un futuro non scontato, se sappiamo ricostruire il presente.

L’Italia è un Paese piccolo. I nostri 50 milioni di abitanti corrispondono al numero di abitanti di una minuscola regione della Cina, dell’India. Come si può pensare di opporci ad una superpotenza? Il terzo millennio vede la presenza di migliaia di testate nucleari nel mondo. Basterebbe che una sola testata nucleare colpisca un Paese nemico per scatenare, inevitabilmente, la reazione di invio di decine di missili nucleari in risposta disperata al primo attacco. Se pensi che qualcuno vuole distruggerti é assolutamente umano, in un contesto di guerra, cercare di distruggere il nemico.simbolo della pace

Hiroshima e Nagasaki devono farci desiderare un futuro di pace

Il secolo buio , il novecento, si è caratterizzato per lo sterminio dei civili nelle due grandi guerre. Per la prima volta nella storia del mondo il numero dei civili morti in guerra superava grandemente il numero dei militari coinvolti. Non dimentichiamo l’orrore di Hiroshima e Nagasaki, due città polverizzate in pochi secondi da due ordigni nucleari.
É da questo che dobbiamo difenderci, dalla distruzione del mondo? Se questo è il nostro destino, per via di politiche cieche, a causa di una razionalità folle, dico allora: utilizziamo le risorse per far star meglio i cittadini per il tempo che ci resta dall’olocausto nucleare.

Nel frattempo i Paesi che hanno aumentato le spese militari hanno tagliato il Welfare, é aumentata la povertà, si è sacrificato l’ambiente che determina la qualità della nostra vita e quella dei nostri figli.
Vorrei dire al direttore di Formiche che costruire la pace é certamente difficile, ma impoverire il Paese per creare un futuro di guerra non mi pare una logica umana.

Occorre invertire la tendenza, se vogliamo la pace, indispensabile per il futuro delle nuove generazioni. Dobbiamo costruire un percorso di pace, non di guerra. Gli operatori di Pace, come la comunità di Sant’Egidio, ci hanno insegnato che é possibile la pace se la persegui ad ogni costo.
Un mondo di pace dobbiamo sognare e costruire non un mondo di guerra, terrore e patimenti. A che é valso costruire un mondo occidentale di diritti, di arte, di aree protette per preservare la natura, il Welfare, quando una guerra cancellerebbe tutto in un attimo di follia? Saluti.

Orazio Maltese
Acireale CT 

 

 

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