Abbiamo ricevuto e pubblichiamo la seguente lettera dalla quale traspare tutto il rammarico dell’autore per l’annunciata chiusura dell‘Istituto San Michele di Acireale.
“Mi viene da piangere! C’è una lunga ed importante parte della mia vita, della mia educazione, della mia anima esistenziale nell’Istituto. Senz’altro i migliori e i più rigogliosi nell’attesa di germogliare per poi fruttificare. Primum vivere deinde philosophari , scrisse Thomas Hobbes. Quanta tristezza! Ahinoi! Perché questa è la verità che si stacca dai decreti, dalle ordinanze, dai commenti, dalle indigenze.
L’anima? L’anima conta e come se conta! Tocchiamola con mano fervida , calda, ricca del passato. Dostoevskij ne L’ Idiota mette in bocca al principe Myskin quella frase destinata a divenire un grande manifesto di culto nei secoli:” La bellezza salverà il mondo”.
Il principe pronunzia la definizione propria della bellezza senza darle eccessiva importanza, quasi fosse una evocazione indefinita, sospesa nell’aer lontana come un’ eco.
Di questo culto della connotazione bellezza parlò anche un giornalista siciliano, Peppino Impastato, poi ucciso dalla mafia per la sua forte ironia! La bellezza salverà il mondo: un giorno che verrà, non stavolta di sicuro. Oggi ci restano solo le ghiandole lacrimali per assaporarne la loro salinità! Noi siamo tuttora delle creature molto fragili e a traino, vulnerabili: ” homo sine pecunia imago mortis”.
La sorte terrena dell’Istituto glorioso nei secoli resta nella volontà di Dio e nelle mani callose dei lavoratori. Sono le nostre storie, colme di crisi, di cambiamenti, di svolte, a dare senso alle cose che si fanno. “ Il coraggio non è millanteria, imprudenza, non è una sfida ma saper vivere con le proprie idee, saper essere sé stessi. Non è una corsa sfrenata alla “carega”(sedia in dialetto veneto) ma consapevolezza e responsabilità dei propri ruoli.
Il pauroso muore molte volte al giorno ; il coraggioso una sola volta per difendere la civiltà alla quale appartiene” (Giovanni Falcone).
Giuseppe Ungaretti sostenne che il raggiungimento del traguardo, sebbene con molte difficoltà, costa molta fatica tuttavia deve aborrire dal compromesso che prevarica. Mentre è pressoché un accorciamento al prezzolare e all’abiura; perpetrare persino un’ infamia !
Tempi straordinari richiedono soluzioni e sforzi straordinari, opportunamente, senza sperperare le nostre energie e le nostre forze!
Senza puntare al successo economico bensì alla continuazione degli ideali. La scuola è un investimento e non una spesa. Quindi ripartenza come bene comune, ritrovando il coraggio dei fondatori per guardare al futuro. Lo spirito d’Assise soffia ancora con più forza, stavolta.
L’imperativo è: spendere bene è l’unica cura!
L’esplodere di una povertà educativa come conseguenza di una profonda recessione aumenta ancor di più le diseguaglianze. Allarga il solco già profondo che separa coloro che si trovano in agiatezza e coloro che ne sono stati esclusi. Questa fascia sociale in difficoltà sarà costretta a privilegiare il sostentamento familiare e a penalizzare l’investimento in istruzione e formazione didattica dei propri figli. Come risulta peraltro dagli annali storici riferiti all’800.
“ De populorum miseria morborum genitrice” ( Prof. Adriano Prosperi- Un volgo disperso. Einaudi). Le statistiche dei primi anni dell’Italia unita riportano che l’analfabetismo schizzò al 70-80% mentre la percentuale librò persino al 100-100% tra i contadini. ( L’Italia in 150 anni. Sommario di statistiche storiche).
Alessandro Manzoni scelse due contadini analfabeti, Renzo e Lucia, nella stesura del proprio romanzo. Evitare ad ogni costo le classi pollaio, senza aumentare la dispersione scolastica. Cosa molto diffusa, purtroppo, ove la fanciullezza viene tuttora sfruttata per un misero salario: indegno di civiltà.
C’è un mondo nuovo da scavalcare e dominare. L’Italia ha il minore numero di laureati!
Non uccidiamo per altro i giovani e il loro futuro che appartiene a tutti. E di lì, lasciare rodare le nuove idee per un prossimo umanesimo.
Un segnale valido d’attenzione è investire nella ricerca e in corsi di alta formazione artigianale qualificata. Mario Draghi ex governatore nel suo articolato discorso ha detto recentemente al meeting di Rimini: “…la migliore ricetta per il rilancio del futuro è dare di più ai giovani. Incalzando tutti su istruzione e formazione per la ripartenza. L’unico investimento che paga è quello sulle competenze”. Queste idee, come lampi di luce nell’oscurità, regalano speranza all’ Ue.
Le scuole paritarie che svolgono lo stesso ruolo sociale in un tatticismo moderno ragionevole e fattibile, potrebbero stringere un nuovo patto d’amicizia e riconoscimento fondante di collaborazione. E’ in corso una grande ristrutturazione del lavoro per cui le scuole paritarie potrebbero cedere una parte dei loro posti banchi alle scuole pubbliche, che per lo più si troveranno in deficit d’accoglienza e magari nell’impossibilità di rispettare la legalità sanitaria. Rivalutare le occasioni; ma daccapo senza lasciarsi erodere dentro; senza asfissia! Ragion per cui è il governo che deve renderne conto delle continue incertezze del proprio incerto sovrastato da buio . Brutto presentimento insomma d’ora in avanti! “….nave sanza nocchiero;” Ahi serva Italia di dolore ostello non donna di provincia ma bordello “( Purg. VI).
Sto insomma parlando del fatto del possibile; dunque un’idea che si collocherebbe nella riflessione! Concludo in uno stato di fatto che l’espressione: “ ad impossibilia nemo tenetur, habent sua fata “ precetto dell’avvocatura capitolina, sorto già alle origini della civiltà giuridica della Roma antica ( ab Urbe condita), trova difficoltà ad essere accettata; non serve nemmeno al nostro glorioso istituto san Michele.
Il contesto senza audacia, casomai è fuorviante e tramortisce contestualmente, poiché scavalca la soglia del tempio della speranza mentre profetizza il tempo in cui scomparirà il nostro museo epocale scolastico che tuttora rappresenta il seme potente delle generazioni. Passato e futuro binomio sopravalente nel palcoscenico e nella scenografia illuminata di grande luce della riflessione del karma. Senza biasimare ovvio. “ Absit iniuria verbis”.
Un seme in botanica o mondo vegetale; un gamete in biologia, metaforicamente scrivendo, danno vita nuova se pur con modalità e finalità differenti. Mentre dall’uno si creeranno foreste fitte, fiori odorosi, piante senzienti, principi attivi e biostimolanti inoltre la cui materia naturale è di è di origine vegetale o animale ( concimi; e creme antirughe), protisti unicellulari clorofilliani con gesto deittico, dal gamete animale nasceranno vite nuove che creeranno continenti ed idee future ricchezze illimitate appartenenti all’umanità. Non è alchimia; nemmeno credenze magiche. La cultura umana ha invece enfatizzato le differenze tra le varie specie viventi non tenendo conto delle macroscopiche somiglianze come la nascita, la morte, la sofferenza e il dolore, la crescita, la respirazione, l’utilità, la riproduzione.
Le somiglianze per altro sono molto più numerose a livello biologico e cellulare e nel Dna.
Martin Luther King : “ ….anche se sapessi che domani il mondo potesse andare a pezzi, io sarei ancora qui a piantare il mio albero di mele”.
L’idea che l’uomo che gode della parola articolata e della stazione eretta quindi sia meglio di loro è un retaggio fondato sull’ignoranza specifica.
Dinamismo e cinetica ci insegnò la fisica didattica mentre al contrario si tonfa irrimediabilmente in ciò che in medicina si definisce : ileo paralitico, sclerosi, paralisi flaccida. Questo tempo di prova ci chiama come un tempo di sfida nonché di scelta. E’ il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa definitivamente, di separare insomma ciò che è necessario ed obbligatorio da ciò che non lo è affatto, scavalcando il pettegolezzo ( cosa si dice di noi? Cosa dice la gente?) Bandire il pettegolezzo corrisponde all’allontanamento del fantasma delle paure in cui la mente si aggroviglia.
Il pettegolezzo infine rovina la vita. Occupa la mente e il sistema nervoso centrale mentre riduce il sistema immunitario. Come si fa a ricominciare da capo, e non soccombere sotto il peso del passato ? Gesù dice a Nicodemo ( vincitore tra il popolo): “ Dovete rinascere dall’alto” ( Gv 3, 7). Vale a dire che da soli non ce la facciamo. Occorre Qualcuno che ci risollevi. Occorre un generoso sforzo di misericordia. Non si potrebbe dir meglio; “ Amore”, con il viso vestito d’umiltà.
Ed è proprio questo, il tesoro che è posto nei vasi di terra. Oggetti fragili che raccolgono e conservano però ciò che diventa prezioso agli occhi di Dio. Con Lui sfidiamo la paura, il dolore, la tristezza, la fragilità, la vulnerabilità riconoscendo che con Lui abbiamo la forza e la determinazione per affrontare ogni avversità assieme alle contingenza del nostro peso quotidiano.
E’ sempre così; quando perdiamo qualcosa d’importante, quando qualcosa viene meno, allora siamo portati a declinarne ed apprezzarne e valutarne la bellezza, l’importanza, la necessità. Il vangelo dice che una vecchietta perse il suo misero denaro, si mise a cercarlo tutta la notte e ritrovatolo fu allegria e gioia che volle condividere con tutto il vicinato.
Chiudendo questa parentesi, vorrei rivolgermi a tutti che leggete e sperate. La direzione che è augurabile intraprendere, la forza che sarà necessaria e della quale avremo bisogno, la meta alla quale guardare, tutto ciò che potrà ostacolare il cammino: in particolare: ansie e persino le paure , non siano affatto tali da paralizzare le decisioni intraprese e renderci vulnerabili eccessivamente. La grazia sia il sale del domani. La grazia ci ricorda che vi è un domani mentre l’amore siffatto, non ci abbandonerà. Quando sei stanco asserisce un vecchio aforisma orientale , fermati all’ombra di un alto faggio, siediti sopra una pietra miliare, guarda dentro di te, riprendi fiato per proseguire con maggiore lena; stavolta.
Chiudo con un verso spontaneo che sto coniando adesso; ora: “…vorrei la mia letizia infondere nel tuo bel cuore; vorrei spargere molta armonia nell’eter dei pensieri miei”. Pippo Valenti (ex alunno 1946-1954) Un’ultima riflessione la rivolgo al ricordo immemorabile; con profonda devozione ; a tutti i miei preclari Insegnanti: Uno per Uno e i Padri Filippini che mi educarono alla vita, alla professione e alla comprensione! Furono scelti peraltro di forte personalità cattolica opportunamente.
“Ammettili a godere la luce del tuo volto, Signore.” Tu sei la vita, la verità, la via. La scuola è peraltro una istituzione non creata avantieri bensì molti secoli addietro ai tempi dei Fenici,Cartaginesi, Egizi, Ateniesi, dei Pitagorici, Sadducei, Corinzi, Aristotelici, Socratici, Ippocratici, Latini, Etruschi. La scuola deve essere pertanto aperta a tutti senza sforzi e non tenendo conto della povertà o della ricchezza costituente spartiacque sociale, ( Ius primae noctis); della figura antropologica geometrica della persona, né del colore della pelle o dal credo apostolico.
La scuola è una priorità da custodire! Abdicando alla diversità. I bambini intrappolati fra povertà educativa e crisi economica! ( Nel 1859, Mons. L. Martini: Il buon contadino; concluse; “ Potevano forse dei bifolchi andare a scuola coi figli del padrone? A loro doveva bastare la scuola domenicale della dottrina cristiana, sempre che non ci fosse da badare alla stalla.“) Gli studi classici e quelli di storia familiarizzavano i giovani con idee pericolose. Da Bruto a Cola di Rienzo a Robespierre, l’educazione umanistica era una continua glorificazione della violenza! ( C. Lombroso PD 1874).
I talenti in loro innati si scoprono in tenera età: si coltivano , si temprano, si elevano, si custodiscono, si valorizzano. Un bambino che gioca a quell’età ad impastare la creta diventerà un giorno un artista vasaio. Chi disegna su un foglio qualsiasi di carta avrà la tempra di un ideatore creativo , mentre chi ama l’armonia della musica s’eleverà da adulto alla statura di un musicista o compositore oppure uno studioso di musicologia.
Convalida della mia tesi sono tre ragazzi talentuosi che sono divenuti celebri in tutto il mondo ed hanno portato sui migliori palcoscenici il bel canto con la magnificenza musicale italiana.
Parlo ovviamente della maestosità canora sicula “ IL VOLO”, esempio di fedeltà e amicizia continua brillante. Con loro l’Italia celebra notorietà; a loro va tutta l’ammirazione e la speranza, rinnovabile di successo in successo, che costellano i loro curricula di prestigiosi premi ottenuti con la passione e la mente.
E l’anima? L’anima conta e conta tantissimo. Un folgorante raggio di luce in tutta la propria intensità! Come un tuono roboante di fine agosto quando la pioggia bagna il bosco! ( …”educò un lauro con lungo amore, e t’appendea corone” Ugo Foscolo- Dei Sepolcri…).
I primi calci dati correttamente nonché con marcato stile all’inseguire un pallone dentro l’oratorio parrocchiale sono tante volte assaggi e indicazioni assolute del grande giocatore. . Desii temprati e impetrati pendono a grappoli nella mente giovanile!
Nasce dunque la necessità persino per lo Stato di aiutare concretamente le istituzioni. Scelte coraggiose a favore dell’umanità. La scelta di farsi carico dell’altro! Ognuno faccia il proprio dovere e svolga senza perdere smalto il proprio ruolo. Uomini magari dal pensiero fluido tuttavia incapaci di realizzare. Sono i fatti che danno ragione e seguito e che ci impegnano anziché le parole. ( Verba volant). Senza scomodare idoli di panacea ma con verità, fiducia e giustizia alleata. L’educazione è un rischio da correre. Insegnare la grandezza della vita e del sentimento della sua positività autentica. L’uomo ha un cuore anatomico tuttavia fatto apposta per ammirare l’Infinito. A loro va tutta l’ammirazione di crescita infondendo la speranza di non trasmettere gli errori dei genitori. Trasmettendo la certezza che è valsa la pena d’essere nati.
La scuola insomma deve creare cittadini liberi pensatori ed educatori consapevoli e leali senza creare paure. ( …” Non scholae sed vitae discimus..). La scuola deve insegnare il “ logos” che poi diventa “dialogos (” cimento fra persone); pensiero critico, sicché esprimere , lucidità critica, insomma, nel raccontare e cimentarsi nella realtà che vive nel pluralismo.
La sfida della libertà, dell’autonomia, dell’autorevolezza in qualsiasi professione è sempre essenziale e vitale. Non lavoratori e professionisti magari negletti. Scienziati che sappiano concentrarsi a salvare il pianeta. Che improntano il loro operato con un filo di speranza assieme allo sfavillio di un raggio di luce nella tragedia anziché sperperare le aspettative e la comprensione.
La scuola ha l’obbligo insito di sviluppare le proprie identità autentiche culturali contestuali al singolo apprendista studente offrendo le migliori condizioni. Tutti devono e meritano d’essere dissetati dal medesimo spirito, donando ciò che hanno ricevuto. “ Salus animarum suprema lex “. Il maestro non è qualcuno che educa o che riforma soltanto , semmai uno con il quale, accanto al quale e grazie al quale, poter proseguire nella ricerca. Non tanto insegnare a farla comunque, bensì a percorrere insieme , seppur con ruoli differenziati, le medesime direzioni di lavoro. La scuola istituzionale non deve essere un luogo di segregazione o di condanna, oppure di graduatoria, ma di crescita e collaborazionismo.
In caso contrario rimando di precetto a riascoltare :” Il tango della scuola ( 1964), Rita Pavone. Il Giornalino di Gian Burrasca. Carlotta una bimba di appena 10 anni nel suo ultimo giorno di scuola ha scritto: “ Non posso aprire ciò che è stato chiuso. Avrei voluto salutare i miei compagni ed amici sulla piattaforma della scuola. L’aula scolastica è per me come una stanza della casa. Arrivederci all’anno venturo”!
Più che un’idea.
“ Io cominciai la mia opera
come un contadino che avesse a parte una buona
semente di grano e al quale
fosse stato offerto un campo di terra feconda per seminarvi liberamente “.
(Maria Montessori, Medico Pedagogista Antropologo).
Deve creare campioni , campionissimi che sanno esaltare l’umanesimo. Il mondo ha bisogno di loro. Mah! La scuola sarà sempre la stessa o diventerà Aristotelica-peripatetica? Mi auguro che si possa ancora reciprocamente scambiarsi il vecchio ricordo di aver concluso insieme un ciclo di studi. Ricordare pertanto il vecchio tempo trascorso nella medesima aula scolastica con l’analogo impegno olistico e potersi dire: ti ricordi che siamo stati insieme in quell’anno e c’erano questi insegnanti che provvedevano alla nostra crescita scolastica!
L’uomo non vola! Sfogliando i ricordi della mitologia greca impariamo che ci fu un tentativo di volare ma finì male poiché si tentò l’impossibile. Icaro si avvicinò troppo al sole, le sue ali si sdrucirono allo sfavillare del sole e il vano sortilegio finì in tragedia minacciosa, immaginifica.
Non è ozioso rammentare che la medesima tragica sorte toccò al mitico nocchiero d’Enea in cerca della terra promessa, Palinuro, tradito dal dio del sonno e lo buttò in acqua. ( Virgilio- Eneide libro 5 ).
Sfidare dunque l’impossibile non è una parola desueta, per niente fuori luogo!
La dietrologia mitologica ci ha appena insegnato che non bisogna sfidare i tempi e neppure la trasfigurazione nell’infinita grandezza del cielo e degli oceani, allorché si volessero superare gli atenei sconfinati teatrali della fantasia. Consiglio da parte mia idee sartoriali e linee guida analoghe, quindi. Faccio semmai presente che resta in gioco la virtuosità!
I nostri avi furono: dei contadini, cacciatori e raccoglitori che vangavano ed erpicavano la terra e sfiguravano il castigo di Atlante punito dagli dei del monte Parnaso a sostenere il mondo. Ciaula scopre la luna (Luigi Pirandello); Fontamara (Ignazio Silone); Un volgo disperso e senza voce (Adriano Prosperi), Se questo è un uomo ( Primo Levi), Pane e rose ( Bread and Roses – K. Max); et alias.
Odi profanum vulgus et arceo favete linguis è la celebre frase che il poeta lucano Orazio nato a Venosa nel 65 a.C. e morto a Roma nell’ 8 a.C. scrisse nella prima ode del terzo libro.
Giovenale scrisse: “ Panem et circenses “(pane e giochi del circo) Ora basta! Finiamola con le inadempienze nonché con la sociologia della rucola! Ricordiamoci sempre; senza mai dimenticarlo ovverossia, che il piccolo pachistano di appena 12 anni fu assassinato a seguito della sua strenua lotta non violenta peraltro per i diritti dei bambini schiavi La storia dell’umanità lo ha reso gigante! Questa è vera sostanza d’eroismo secondo l’insegnamento del ( dulcis memoria ) prof. don Giuseppe Cristaldi del glorioso collegio San Michele.
Non è affatto scritto o derivato direttamente proporzionale che una scuola siddetta cattolica partorisca a fine gestione fisiologica elementi buoni o di ottima qualità putativa.
Abbiamo esempi reali e tangibili su cui è meglio tirare in sù la coperta pesante del silenzio sebbene sono risaltati alla cronaca nera; stavolta. Smettiamola per serietà e perché devotissimi della austerità.
Ricordo che il prof. De Gaetani emerito preside, autentico docente a tutto campo, una mattina mentre frequentavamo la 1^ classe liceale ci insegnò la storia novella della consonante P: la ricordo ancora!
La musica non si ferma! Ed il concerto proseguirà.
Il glorioso istituto San Michele è famoso nei secoli. L’istituto è formato da pluriclassi mentre è stato la scuola per antesignano ed arcobaleno della città. Fa parte di una grande comunità che ha coinvolto tante persone e altrettante famiglie, motivo per cui è motivo d’orgoglio e perla dell’Jonio pregevole. Gli acesi sono stati intuiti e plasmati dal dio Vulcano che forgiava le armi per gli eroi nella sua fucina con l’interposizione dell’Etna rovente. Montagna nostra!
Per Acireale in primis, nonché per le numerose altre città che hanno mandato i figli a studiarvi convinti della bontà dell’istituzione, della solidarietà, della prestazione scolastica ed educativa. E con l’impegno nonché l’entusiasmo in sovrappiù si potrebbe in generale rendere il futuro migliore del passato. Per questo torno a dire è stato motivo di ottima reputazione e neorealismo didascalico: nell’ammaestramento classico, scientifico, morale, etico e religioso, con piena autenticità.
L’ istituto San Michele, tutt’ al più, dovrà avere un ruolo importante, e prioritario anche nelle questioni economiche e deterministiche nella città acese dei prossimi anni. Con un concreto e solido, nonché valido contributo per chi studia!
Sicilia terra mia il paradiso è qui. Sicilia madre terra di eroi, dei , poeti, navigatori, santi: tu sei triangolo di pace nel mondo. Tu sei luce in mezzo al mondo! Per questo resti motivo d’orgoglio! Evviva!
Al glorioso istituto auguro determinare il decreto di legittimità alla continuazione, nell’interesse generale culturale.
Auguro che la scuola possa recepire e capitalizzare il mandato di seguitare a fornire ancora le credenziali per declinare migliaia di prossimi professionisti.
L’insegnamento ricevuto sui banchi di scuola di San Filippo Neri ha illuminato i miei colleghi e tutti coloro che coinvolti contestualmente, i quali avendo ricevuto la gloria dello Spirito Santo della saggezza, si sono sacrificati persino con la donazione della propria vita per curare gli ammalati e per recarsi dispensando humanitas, persino nei luoghi di sofferenza dove l’uomo nella sofferenza non può essere sé stesso. Lo affermo con estrema franchezza! Mentre rivolgo di tutto cuore un grandioso abbraccio e ringraziamento. Loro perpetuano a dispensare la loro professionalità con amore e profonda humanitas a chi ne abbisogna !
Vorrei scomporre il io modo di dire: evitando con arguzia e temperanza di’impossessarsi del potere autenticando in tal modo l’asseverazione evangelica :” vengo per servire e non per essere servito”. I medici e tutto lo staff dei collaboratori insomma seppur stremati sono stati i pompieri della civiltà! Quindi da elogiare singolarmente !
Nessun’altra convenienza prospiciente! Solo scienza libera e solitaria portatrice di luce scolpita nel dovere.
Formateli alla cultura della pace duratura senza condizionamenti o sottomissioni abdicando alla libertà pregiudizievole. Tenacia e responsabilità impalpabili tutt’al più dovranno essere i cardini per rilanciare il futuro. Superare pertanto scogli e macigni che si opporranno sull’esecuzione del progetto. Un progetto; lo ribadisco di nuovo, poiché “ repetita iuvant “per il Paese, basato sul capitale umano che conta più del capitale finanziario.
Una classe dirigente, privata del compito che la storia le assegna tuttora, non può limitarsi a premere ad invocare aiuti per riaprire i portoni e ottenere i mezzi per la lotta alla diseducazione culturale. I giovani insomma non sono destinati a studiare all’estero. Tutto ciò resta uno dei compiti essenziali della amata Patria.
Il Papa Karol Wojtyla, 27 anni indimenticabili! Arcinoto per la sua grande umanità, attenzione alle persone, la profondità del pensiero oltretutto, autenticità di umanesimo dottrinale. Il Papa che baciò peraltro i bambini e le donne per tenerezza, purezza, castità, nonché semplicità nei tratti, nella famosa omelia in piazza san Pietro tuonò:” ..Non abbiate paura; aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo. Il futuro è nelle mani di Dio.
Sussistono milioni di rigagnoli di autonome concezioni dell’Entità suprema autogestita da un’umanità che tende sempre più a farne un fattore minimo di collocazione all’interno di una propria posizione più sociale che interiore.
Papa Jorge Francesco Bergoglio dall’inizio del suo pontificato ci aiuta a vedere ed interpretare dalla parte giusta, che è la parte di Dio e dell’umanità, che è in sintesi la parte del creato e del bene comune. C’è la vita d’istituto da ricominciare, con slancio e giudizio. C’è la storia da rifare in piena autenticità dei Padri dell’Oratorio! Il luogo sacro immemorabile, punto di ristoro dell’anima e di raccoglimento per gli antenati dipoi i presenti e coevi. Non tradite gli insegnamenti del santo protettore San Filippo Romolo Neri che si dedicò all’educazione dei giovani. Non abdicate al suo pensiero religioso che impartisce la gioia e il soffio di speranza dello Spirito Santo.
L’oratorio peraltro ha fornito un numero sensibile di docenti al glorioso istituto San Michele assieme alla distinta ed efficace collaborazione.
In questo mese di maggio ricorre peraltro l’anniversario della morte dell’infaticabile P. Alfio Cantarella d. O. Indimenticabile per l’interpretazione e l’esempio del vangelo portato e dispensato ovunque! ( Ex alunno Pippo Valenti ne ha scritto il ricordo talentuoso. vedi. Aevum).
In uno sforzo di sintesi; Questo luogo santo costruito per la devozione alla preghiera nonché per accostarsi sacramentalmente alla eucarestia, per omologare i propri comandamenti per il perdono dei peccati, poiché tutti facciamo parte della promessa di salvezza del Salvatore “ Prendetene e bevetene tutti questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati.”, pertanto emanciparsi della mancanza di libertà, e della paura del rischio fondato della ricaduta. Come afferma San Pietro che paragona il peccatore al cane che prima vomita e poi lecca il vomito.
Il pentito ed il contrito collettivo, timoroso di voltare le spalle al vissuto passato, rinnegato del filtro materialistico e il talento del nemico, modificando il modello antico.
Prima o poi , l’ora della tentazione e della prova, arriva per tutti.
Vivete con l’immagine del Crocefisso dinanzi agli occhi è la convinzione che accompagnò i santi mentre è contestualmente l’affermazione convinta che dà senso alla quotidianità d’ogni cristiano cattolico.
Sarà dura c’è un rischio reale, silenzioso, subdolo, angoscioso, forse irreale che ci causa sofferenza tuttavia abbiamo una grande nostalgia di quel pane che ogni mattina diventava poesia di esistere. Sarà dura e non può essere ridotta a una avventura. E’ insomma molto di più. Soprattutto per chi sa dove guardare, dove andare e perché.
Giuseppe Valenti
ex alunno