Libri / Antonino Leotta intervistato dai figli alla presentazione del suo libro “Stella”:” La difficile missione del formatore”

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Nino Leotta ( in piedi)

Un evento partecipato e coinvolgente quello che si è svolto lo scorso lunedì 13 aprile, nella sala conferenze del S. Biagio Resort di Acireale, in occasione della presentazione della nuova fatica letteraria del prof. Antonino Leotta.
Il romanzo dal titolo “Stella”, edito da A & B, narra del giovane gesuita Gabriele, costretto a dover fare i conti con una realtà difficile in quanto dovrà sperimentare il contrasto tra il formalismo conservatore delle istituzioni religiose in cui si trova ad insegnare, e la missione stessa del formatore.
La narrazione si snoda e prende corpo nello scenario di una città di provincia, nella Sicilia del dopoguerra.

Nino Leotta ( in piedi)
Nino Leotta ( in piedi)

“La caratteristica dell’autore – ha spiegato il prof. Francesco Sofia, socio onorario dell’ANPE e già docente di Filosofia, Psicologia e Scienze della Formazione nei Licei – è che fugge con le parole, poiché gli interessa mettere a nudo il protagonista della vicenda. Si tratta di una prosa fluida, efficace, che permette all’autore di affidare alla parola il cammino lineare del messaggio”.
Ma qual è il comune denominatore nella vicenda?
La risposta ci è data da un momento di grande complicità che ha visto l’intervento di Emanuele e Luca Leotta, figli dello scrittore, i quali, nell’intervista rivolta al padre, sono riusciti a far svelare all’autore quali retroscena vi siano nel suo prezioso e certosino lavoro.
“I personaggi scorrono come se si trovassero in sequenze sceniche. – ha affermato Emanuele – E’ prima ancora un cinema mentale e poi reale, che diventa specchio di una realtà che è relegata al di fuori di possenti e forti mura”. Ne deriva da una parte, la sofferenza, “l’incapsulazione”, dall’altra però anche il bisogno di trascendenza, in una lotta che mette a nudo il dramma dell’uomo materiale e spirituale al tempo stesso.
– Quale tessuto sociale ha il gesuita, al di fuori del convento? – ha chiesto Emanuele Leotta.
“P. Gabriele è cosciente di essere cresciuto isolato dal contesto esterno e vuole recuperare, aprendosi al confronto. A tal proposito, è significativo un “dialogo – scontro” che egli avrà con il professore. Da esso, infatti, si svilupperà il concetto che Dio è per l’uomo. Non l’uomo per Dio”.
libro Leotta 33– Chi sono i protagonisti della vicenda?
“Insieme a P. Gabriele è l’amore. Non esiste per il sacerdote l’educazione all’affettività, tuttavia egli è chiamato ad educare all’amore”.
Non sono mancati gli interventi di bonaria provocazione, quelli che danno il giusto spunto per far riflettere e per far intraprendere un viaggio d’introspezione.
– E’ un libro politico a livello globale e locale? domanda Luca al padre per dargli modo di sottolineare la grande carenza di responsabilità politica cittadina.
“Attraverso il mio libro – ha infatti spiegato l’autore – ho voluto condannare l’ “apparire” di una città che nasconde accordi e tradimenti e che si lascia tacitamente avvolgere da una copertura di convenienza”.
– E riguardo allo stile?
“Voglio essere me stesso. – ha spiegato Antonino Leotta – Cerco di creare il mio stile perché l’interesse è quello di far comprendere ciò che scrivo>>.

Maria Cristina Torrisi

 

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