Libri / Armida Barelli e la sua impronta nell’Italia del Novecento

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Armida Barelli

Con il titolo“Mandami dove vuoi” seguito dal sottotitolo “Armida Barelli un lungo cammino”, per le Edizioni Biblioteca Francescana, Roberta Grazzani, accompagnata dai disegni e le illustrazioni di Franca Trabacchi, presenta la nuova beata.

Armida Barelli non è una sconosciuta. Il tessuto culturale dell’Italia del novecento l’ha vista percorrere in lungo e in largo l’Italia ed incontrare migliaia di donne che insieme a lei e il suo progetto formativo ha molto influito nel mondo femminile e, non solo, in tutto il territorio nazionale.

Nata alla fine dell’ottocento a Milano da una famiglia agiata e di solidi principi morali, ha avuto l’opportunità di studiare in Svizzera e imparare diverse lingue. La sua giovinezza è stata accompagnata da due conflitti mondiali, che hanno provocato in lei il grande senso di responsabilità  da farla impegnare per contribuire ai bisogni del momento. Così  si è adoperata per rendere possibile la consacrazione dei soldati al Sacro Cuore nel 1917,  ovunque si trovassero e successivamente. E, alla fine delle due guerre, ha dato un significativo apporto alla ricostruzione dell’Italia e dell’unità della Nazione e dei suoi abitanti. In tal senso, ella, nonostante la sua riservatezza e la sua salute molto provata, divenne una guida sicura e inconfondibile per le donne e per il futuro della società. In un tempo in cui la donna non aveva diritto di parola né di fare alcuna scelta personale di vita. libro di roberta Grazzani su Armida Barelli

Con Armida Barelli nascono le prime associazioni di donne…

L’iniziativa del Vescovo milanese di formare delle associazioni di donne, che attraverso la formazione religiosa arricchissero il proprio bagaglio culturale ricercando in sè stesse le risorse di cui erano dotate, rese possibile ed interessante l’iniziativa. Tanto da estenderla in tutto il territorio nazionale per volontà esplicita del Papa.

Scoprire intelligenza, attitudini, capacità creative, sensibilità umane personali contribuì e facilitò in molte la volontà di dare il meglio di sé. Per rendersi loro stesse protagoniste della propria vita e incidere nella cultura dell’intera società. Così le donne cominciano ad interessarsi dei problemi sociali. S’informano, discutono, cercano soluzioni possibili alle necessità che si presentano. Escono dalle loro case, si rendono indipendenti anche economicamente con un lavoro che le qualifica e diventano influenti nella società dove vivono. S’intrecciano in questo modo il Nord e il Sud, i professionisti e gli operai, gli intellettuali con gli artigiani. Si confondono i ricchi con i meno fortunati, perché insieme e con gli stessi strumenti si informano, discutono, decidono.  E creano luoghi di formazione per le generazioni future.

Molto è stato scritto della Barelli negli anni e da molti studiosi, storici, religiosi, uomini e donne di cultura, sia prima della sua beatificazione che dopo. Perché in questa donna si riconosce un’audacia che non è impulso di comando né di visibilità. Ma ferma convinzione che ogni persona ha diritto di riconoscersi nella propria identità di creatura e di rendersi protagonista nella storia dell’umanità.

Armida Barelli e l’Università del Sacro Cuore

Molto c’è ancora da conoscere e da apprendere da questa donna, che ha incontrato e stabilito rapporti di fiducia con tre Papi (da Benedetto XV a Pio XII ); che è riuscita a diffondere in tutta Italia, città o piccoli borghi, le molte sezioni della Gioventù Femminile per fasce di età e con programmi adatti ad ogni età, con giornalini di supporto, nel primo ‘900.  E a portarli a Roma dal Papa, negli anni 40, subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale.

Che con P. Agostino Gemelli ha reso possibile la realizzazione di una Università, che unisse la cultura con la fede. E rendesse possibile un pensiero cattolico in dialogo con il mondo della scienza. Capace di dedicare un Ateneo al Sacro Cuore, perché di quel Cuore di Gesù Armida si fidava. E in Lui depositava tutti i suoi pensieri e le sue aspirazioni e da Lui traeva energie vitali (fiducia, speranza, consigli), essenziali per agire.

Il libro si presenta piacevole alla vista e agile nella lettura. I testi sono tratti da molteplici testimoni che con Armida hanno condiviso il cammino formativo e l’impegno dell’impresa. La testimonianza di P. Gemelli e di alcuni docenti, le parole dei Papi.  Il ricordo del parroco della sua residenza a Marzio, dove è morta il giorno dell’Assunta del 1952 e dove, provvisoriamente, venne sepolta; e quello dei suoi collaboratori nel vari settori della Gioventù Femminile, l’allora delegata per le giovanissime, divenuta monaca di clausura, Madre Cristiana, che vive ancora oggi in Brasile; una delle presidenti e delegata per le casalinghe, nata alla fine dell’ottocento, come la Barelli. E tanti altri che l’hanno incontrata nella vita, che pur senza averla mai vista, hanno trovato in questa donna una maestra di vita, una guida.

Nel libro spunti per la catechesi

Sarà anche piacevole per il lettore pregare con le parole di Armida e farsi consigliare dai suoi scritti.
Il libro può ancora offrire spunti per una catechesi agli adulti che alimenti e dia contenuti alla fede. A chi cerca una risposta alla propria vita, e perfino si possono trovare brani da mettere in scena, come la bella allegoria del prof. Franceschini e tanto altro utile a catechisti, educatori, formatori e gente semplice che si domanda che senso dare alla propria vita.

Il libro, 170 pagine, per 14,00 €, può essere acquistato anche con prenotazione telefonica all’editore (02 29002736) ed ottenere possibilità di sconto per un numero non inferiore a 10 copie.

                                                                                                                                            L.V.

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