Cosa vuol dire guardare al mondo della scuola e dell’educazione con uno sguardo di speranza? Ce lo ha spiegato Marco Pappalardo nella sua ultima opera “Cara scuola ti scrivo”, pubblicata appena qualche mese fa. Un libro che prende spunto da “Lettera a una professoressa”. Allo stesso tempo, l’autore si impegna a rispondere agli interrogativi formulati in quella stessa opera, nota ma un po’ datata, quella scritta dagli alunni di don Milani nella Scuola di Barbiana,
Pubblicato nel 1967, l’opera metteva in luce, infatti, ed accusava con severità le contraddizioni della scuola italiana. Tanto per il suo funzionamento dal punto di vista sociale, quanto per il modo in cui si faceva scuola e per il senso del fare scuola. Don Lorenzo Milani allora insegnò ai suoi studenti la scrittura collettiva. Un metodo innovativo attraverso il quale tutte le idee e le opinioni vennero trascritte su dei foglietti, messe insieme, organizzate e, infine, dopo un lungo lavoro di confronto, modellate in un testo unico.
Nell’ultimo capitolo i ragazzi scrivevano così: Ora siamo qui a aspettare una risposta. Ci sarà bene in qualche istituto magistrale qualcuno che ci scriverà (…) Aspettiamo questa lettera. Abbiamo fiducia che arriverà. Il nostro indirizzo è: Scuola di Barbiana – Vicchio Mugello (Firenze).
Ecco, verosimilmente, la risposta è arrivata, proprio nel nuovo libro di Marco Pappalardo. Quasi come un testo a fronte, dopo ogni paragrafo della lettera originale si trovano le sue riflessioni. Pur essendo figlio di un altro tipo di scuola, Pappalardo è convinto che gli studenti di Barbiana e gli insegnamenti di Don Milani abbiano ancora molto da dire anche oggi.
L’autore ci racconta e si racconta
Marco Pappalardo, classe 1976, è sposato e vive a Catania. Ha insegnato per anni presso il Liceo Don Bosco e oggi è docente di Lettere presso l’Istituto “Majorana-Arcoleo” di Caltagirone. Pubblicista, scrive per i quotidiani Avvenire e La Sicilia, per il settimanale Credere e per siti che si occupano di educazione, scuola, giovani, new media e religione. È impegnato nella diocesi etnea in vario modo e da anni nel mondo dell’educazione attraverso l’oratorio.
“Ho sempre avuto la passione della scrittura. Leggendo molto è nata in me anche la voglia di scrivere e, soprattutto, di scrivere per gli altri”. Marco Pappalardo ha pubblicato molti libri ma sulla scuola, questo è solo il secondo.
“Cara scuola, ti scrivo vuole raccontare il mondo dell’educazione con uno sguardo di speranza. E questo vuol dire due cose: primo, la scuola non è mai tempo perso, ma un’occasione preziosa per scoprire. Secondo, la speranza fa riferimento all’educazione. È possibile educare a scuola? Guardando alla mia esperienza e a quella di Don Milani, posso rispondere di sì.
Come è nato “Cara scuola, ti scrivo”?
La figura di Don Milani è sempre stata per me un punto di riferimento come educatore. Qualche anno fa, i ragazzi di una delle mie classi, mi chiesero: Prof, quando scriverà un libro su di noi? E io ho risposto: credo che scriverò piuttosto un libro “con voi”. Quando abbiamo iniziato una lettura continua di “Lettera ad una professoressa” mi sono reso conto che, nonostante il libro non fosse recente e moderno, i ragazzi lo apprezzavano molto. Trovavano, comunque, punti di contatto con il loro attuale mondo scolastico. Da qui sono nate molte riflessioni che ho deciso poi di ripotare nel libro.
Oggi il libro è già stato presentato in diverse scuole, anche fuori dalla Sicilia. Quali sono stati i riscontri?
Le risposte dei ragazzi sono state sempre molto positive. Si sentono particolarmente coinvolti perché non è scontato, e non accade spesso, di parlare di scuola a scuola. Avere la possibilità di riflettere e scoprire la possibilità di guardare alla scuola in un modo nuovo. La scuola non solo luogo dove adempiere rigidi programmi ministeriali ma anche luogo di incontro, di dialogo e di amicizia. Sicuramente un luogo dove imparare.
E cosa ne pensano i docenti?
Anche loro hanno molto apprezzato il libro. perché dà loro la possibilità di riscoprire un nuovo entusiasmo in ciò che fanno. Il libro propone loro confronti, suggerisce riflessioni e, dunque, autoanalisi. Li induce a rimettersi in gioco.
Marco Pappalardo sa di non avere tutte le risposte ma trova sempre il tempo di ascoltare. Di dare a ciascuno lo spazio richiesto. Si impegna per una scuola che sappia trasmettere non solo la passione per lo studio ma anche per la vita.
Cristiana Zingarino