Libri / “Caro parroco, ti scrivo” di Nazareno Rovito per vivere meglio la fede

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caro parroco

Il libro “Caro Parroco, ti scrivo… “ è l’ultima pubblicazione di Nazareno Salvatore Rovito, per l’Editrice La Voce dell’Jonio, 52 pagine al costo di 10 euro.
L’autore, noto per la sua scrittura libera, spontanea, dettata dai suoi valori umani e cristiani, ancora una volta si rivolge in linea diretta al suo destinatario.
Dopo aver dialogato con l’adulto, con i genitori, con un angelo e perfino con “Cristo nel nostro quartiere”, il nostro autore si rivolge al Parroco, come ad un amico.

Il Rovito si lagna ma non lancia accuse a nessuno. Egli osserva e trova ovunque dei vuoti, delle assenza, delle distrazioni che non permettono o non facilitano a vivere la fede. Ma, soprattutto non contribuiscono a quella conversione evangelica a cui il credente e i fedeli cattolici sono chiamati per vocazione, quella di testimoniare con la vita il loro credo.

Caro parroco ti scrivo

La provocazione più comune e più evidente è quella delle liturgie domenicali e di quelle in cui si amministrano i Sacramenti. Sia quelli dell’iniziazione cristiana (il Battesimo, la Prima Comunione e la Cresima), che quelli del Matrimonio, ai quali non segue spesso quel cambiamento di vita e quel cammino di conversione a cui il Vangelo conduce, se si prosegue con una formazione permanente adeguata alle persone e alle generazioni nel tempo.

Nel libro “Caro parroco” linguaggio chiaro e lineare

Il linguaggio dello scrittore è chiaro, come l’acqua dalla fonte; è semplice senza giri di parole, lineare. Non genera equivoci nell’interpretazione, anzi, direi che invita ad un dialogo ad un confronto con il destinatario.

Il confronto, a mio parere, potrebbe portare il fedele della domenica e i collaboratori del Parroco a trovare anche linee di convergenza. Approfittando anche in questo tempo speciale di cammino sinodale, si potrebbe costruire insieme un progetto pastorale, da sperimentare anche con la collaborazione della comunità di appartenenza. Ma questo è solo un mio parere!

A partire dalla preparazione all’amministrazione dei Sacramenti, si potrebbe scoprire che molti sarebbero interessati ad approfondire. Magari potrebbero diventare catechisti ed evangelizzatori nel proprio territorio e accogliere il valore del Vangelo. E desiderare di conoscere anche i contenuti dei documenti scaturiti dalle celebrazioni conciliari e dal Magistero della Chiesa.

Il nostro autore, infatti, torna molto spesso sui documenti che il Concilio Vaticano II ha prodotto, per dire come ancora esso sia ignorato dal popolo dei fedeli cosiddetti praticanti, che non solo ignorano i contenuti ma non migliorano la loro vita perché non hanno sperimentato l’efficacia della “grazia”. La conoscenza delle Sacre Scritture e soprattutto del messaggio che Gesù Cristo annuncia, provoca in chi si fida ad accogliere questo invito ad amare e a lasciarsi amare.

Il libro “Caro parroco” invita a conoscere le Sacre Scritture

Dalle Sacre Scritture apprendiamo  “l’immenso amore che Dio Padre ha per le sue creature”.  “E in fondo non è questo il cuore del cristianesimo? [….] Avere questa coscienza su Dio Padre, sul suo immenso amore per noi creature umane, suoi figli, dovrebbe essere una luce sfavillante dentro di noi. E ci dovrebbe fare vivere la fede cristiana fondandola sulla gioia, sulla serenità, sulla benevolenza. E non sull’incertezza del nostro destino ultraterreno e sulla paura del castigo”  Così si esprime l’autore a pagina 48.

Dio stesso, che ci ha creato a sua immagine e somiglianza, ci assicura il suo amore. Ci manda a garanzia il Figlio Gesù, che con la sua incarnazione, morte e resurrezione, ci mostra questa partecipazione dell’umanità intera all’amore. Un amore reciproco, che parte da Dio e attraverso ciascun credente raggiunge ogni uomo, che lo estende al suo prossimo.

A questo deve servire la pastorale, a far sì che ogni uomo conosca il piano di Dio sulla felicità dell’uomo.  E questi liberamente ne riconosca i benefici. Da qui inizia il cammino di conversione a cui dovrebbe seguire una formazione permanente fino alla fine della giornata terrena di ciascuno. Oltre che “Buona lettura!”, mi piace augurare “Buon dibattito!” tra le parti.

Teresa Scaravilli