“Se chiudo gli occhi…”, sottotitolo “Piccole memorie da un paese di Sicilia”, libro di Nino Quattrocchi, è un atto d’amore alla sua terra, al suo paese natale Aci Catena.
Il volume, di ben 200 pagine, tratta storie piccole e grandi avvenute tra gli anni ’50 e ’90 del secolo scorso, costituisce una raccolta di fatti, avvenimenti e storia locale, alla quale l’autore ha dedicato tutto se stesso con profonda verità e grande commozione.
Libri / “Se chiudo gli occhi…”, atto d’amore di Nino Quattrocchi verso la sua Acicatena
Nino Quattrocchi, catenoto, classe 1938, maturità classica, segretario nelle scuole statali, sindaco della sua città dal 21 marzo 1989 al 31 maggio 1990, non è nuovo nel campo della scrittura. Infatti sono suoi i lavori “Il tempo della memoria”, edito nel 2006 e “Acicatena sottovoce”, edito nel 2012. Il nostro scrittore, inoltre, è anche un grande appassionato di sport (ciclismo), di musica, canzoni, attento lettore di saggi e romanzi.
La presentazione del volume è avvenuta nell’antisala consiliare del Palazzo di Città di Acireale, presente l’assessore alla Cultura acese Antonio Coniglio, a cura del prof. Alfonso Sciacca. Per primo ha preso la parola l’assessore Coniglio con una disamina attenta e puntuale dell’opera letteraria di Quattrocchi, che, rievocando noti autori, italiani e latini, tra cui Publio Terenzio Afro (195 a.C – 159 a.C), ha mostrato una preparazione culturale umanistica che non guasta nel campo del suo impegno politico.
Libri / “Se chiudo gli occhi…”, atto d’amore di Nino Quattrocchi verso la sua Acicatena
A seguire una nota dell’ingegnere Mario Patanè, catenoto, riguardante il periodo in cui Quattrocchi era a capo dell’amministrazione comunale, periodo speso per valorizzare i beni architettonici e paesaggistici del territorio e fare conoscere ai suoi concittadini, attraverso la loro presenza in loco, famosi scrittori, poeti, artisti, registi e attori cinematografici.
Per il prof. Sciacca, lo scrittore Quattrocchi, nella rievocazione della propria esistenza, nel “presente della memoria”, ha un atteggiamento bucolico. I luoghi della sua infanzia, gli anni della guerra, le persone conosciute, i libri letti appartengono al passato, ma chiudendo gli occhi e rilassandosi, riappaiano nel presente senza tempo. La relazione di Sciacca è stata intercalata dalle letture di alcune pagine dell’opera da parte dell’attore acese Turi Badalà, classe 1942, con stile e incisività.
La serata è stata chiusa dallo stesso Quattrocchi che ha sottolineato che la storia (piccola o grande riportata nel suo volume) è autobiografica, dato che ha vissuto le vicende narrate.
All’autore, che in alcune pagine del suo volume si definisce “vecchio” perchè della classe 1938, ricordiamo quanto affermato dal poeta e drammaturgo Metastasio: “La vita si misura dalle opere e non dai giorni”. E Nino Quattrocchi “opere” ne ha fatto tante!
Camillo De Martino