Abbiamo conosciuto sin da piccoli il mito di Aci e Galatea. La figura di quel giovane pastore innamorato ci accompagna ogni volta che pronunciamo il nome della nostra Città. Ne andiamo orgogliosi. E innamorati.
In una mia composizione ho tracciato una immagine per definire, con una pennellata, il nostro territorio: “Questa è la nostra terra sempre in fiore e sotto questa terra scorre amore”.
Le due civiltà – greca e romana – hanno qui lasciato dei segni che hanno manifestano l’apprezzamento per il territorio. Poi, si sono succedute preziose dominazioni come quella bizantina, araba e normanna.
I discendenti di Federico II cercheranno di valorizzare il territorio che finirà in mano agli Angioini che entreranno in lotta con gli Aragonesi. La terra di Jaci si rivelò sempre più appetibile. E divenne da più parti pretesa e più volte contesa. Fino a quando arriverà in Sicilia la reggenza degli Spagnoli. Proprio sotto il dominio spagnolo si consolidò nel territorio acese una presenza di abitanti e una comunità organizzata sotto diversi aspetti.
Ma, tutto si volse, lentamente, alla eliminazione dei “Vicere” spagnoli in Sicilia. Con il passaggio al dominio Borbone che segnò l’inizio del Regno delle due Sicilie.
Siamo nel 1734 e da qui si parte l’approfondimento di Giuseppe Grasso Leanza sul percorso evolutivo della città di Aci-Reale e delle Aci sino all’alba del 1900.
Annali Aci-Reale, le notizie storiche
Diversi scrittori si sono adoperati per mettere insieme soprattutto le notizie storiche. A tal proposito, prendo in mano la raccolta di Lionardo Vigo pubblicata nel 1836. Egli stesso la presenta affermando: “Il piano dell’opera consta di quattro sezioni. La prima prevede le notizie storiche-archeologiche su Sifonia (l’antichissima Aci); la seconda la storia di Aci-Reale dalla conquista normanna al 1836; la terza, le biografie degli acesi celebri; la quarta, la topografia del territorio”.
Il canonico Vincenzo Raciti Romeo, preziosissimo “Bibliotecario” della Zelantea dal 1887 sino all’otto settembre 1937, giorno della sua morte, pubblicò -nel 1897- una minuziosissima “Guida storico-monumentale di Acireale e dintorni”. Ma quello che mi interessa evidenziare è il fatto che l’autore apre quel volume con un lungo excursus storico su Acireale di complessive 57 pagine. Partendo dalle origini del sito acese sino al 9 novembre 1872, giorno in cui fece il suo ingresso ad Acireale il primo Vescovo della nuova Diocesi. A quella narrazione segue, per complessive 104 pagine, una lunga catena di “Uomini illustri” che hanno onorato la città.
Annali Aci-Reale, testimonianze passate di altri scrittori
Lo stesso Raciti Romeo riporterà, con una pubblicazione del 1913, le testimonianze scritte dai due sacerdoti Tommaso Lo Bruno e Pasquale Calcerano riguardanti l’organizzazione e varie vicende di vita religiosa nel territorio nel 1600.
E’ interessante citare qui anche l’intesa culturale che nacque tra il Raciti Romeo e il direttore didattico Salvatore Raccuglia che venne ad Acireale nel 1899 proveniente da Castroreale e s’innamorò della nostra città. Era uno studioso erudito e originale che aveva già prodotto numerose pubblicazioni e si lasciò spingere dal Raciti a stendere una “Storia di Aci” dalle origini al 1528. Il prof. Cristoforo Cosentini ha curato, nel 1987, una ristampa di quest’opera, coadiuvato dal prof. Matteo Donato che vi ha aggiunto un “indice analitico” e ne ha steso la “Presentazione”.
Annali Aci-Reale, le pubblicazioni dell’Accademia Zelantea
Certamente l’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, nei suoi oltre 300 anni di vita, ha promosso una lunghissima serie di iniziative atte ad approfondire e a diffondere la conoscenza del territorio. Numerosissime le pubblicazioni di studi specifici effettuati da parte dei soci e pubblicate nella raccolta “Memorie e Rendiconti”.
Ad essi vanno affiancate le pubblicazioni di Gaetano Gravagno e della figlia Maria Concetta Gravagno, di Saro Bella, di Aurelio Grasso e di tanti altri.
Il “lavoro” presentato recentemente da Giuseppe Grasso Leanza si innesta sulla scia dei vari scrittori sopra accennati. Ma si distingue notevolmente per una peculiare caratteristica: lo “Studio del pensiero politico” nel panorama europeo, nei suoi riflessi e nella sua diffusione in Sicilia e nel terrirorio acese. In un particolare e specifico periodo storico.
In effetti, già dal titolo dell’opera si prospettano quattro momenti in successione che, armonizzandosi tra loro, concretizzano l’unitarietà del progetto. Leggiamo, infatti, nel “titolo”: 1. D’Europa e di Sicilia, 2. Annali di Acireale, 3. 1734-1900, 4. Studio sul pensiero politico.
Annali Aci-Reale, la prefazione
Nella “Prefazione”, così scrive, tra l’altro, Michelangelo Patané: “…uno studio sul pensiero politico dall’illuminismo all’incipiente movimento democratico di fine ottocento, sviluppato a partire dall’osservazione d’una realtà meridionale, siciliana, periferica, per l’appunto di Acireale, riguardata non solo nella singolarità di se stessa e dei suoi attori ma soprattutto nel riferimento alla prospettiva continentale, secondo una scelta metodologica… Ne viene fuori il disegno nitido di un paesaggio interessante della vita di Acireale, credo mai visto finora, nella sua completezza organica..”.
Lo stesso autore, nella sua “Premessa”, afferma: “…Il tema in argomento di questo studio riguarda l’esposizione, in via di primo approccio, del processo di formazione del pensiero politico in Aci-Reale che assume come “terminus a quo” l’inizio del Regno meridionale nella dinastia dei Borbone di Napoli con Carlo III (1734) e, come “terminus ad quem”, la fine dell’età umbertina, la vigilia dell’era giolittiana (1878-1900)”…
Annali Aci-Reale, la natura sperimentale dello studio
E aggiunge: “Questo studio ha natura sperimentale, volto a intercettare gli itinerari locali nel labirinto del sistema generale di pensiero politico. Sul piano d’indagine che viene proposto – la cronologia ragionata della storia e la teoria delle idee – lo studio procede cercando di dare volto alle idee e idee ai volti delle personalità che scorrono sullo schermo della narrazione locale; si tratta di farle vivere o rivivere, restituendo loro parole, passioni e pensieri”…
Leggendo queste righe il mio ricordo è volato ai dialoghi col mio professore di lettere che ci orientava a “leggere” la storia non come una semplice successione di fatti ma anche come frutto del “pensiero” di particolari persone, delle idee di personalità che, acquisendo una certa statura, riuscivano ad animare e orientare il cammino della storia.
Annali Aci-Reale, anni di ricerca e studio
L’immane lavoro di Giuseppe Grasso Leanza, che ha sicuramente richiesto diversi anni di ricerca e di studio, ha prodotto un volume di 420 pagine che, in XVI capitoli, spazia ampiamente dall’illuminismo al romanticismo, dal sovranismo alla rivoluzione, raccontandoci una Città talvolta sonnolenta ma dinamica, indifferente ma coinvolta, cattolica, laica, liberale, democratica…
Invitando alla lettura alquanto piacevole, ampiamente esplicativa del panorama europeo e, nello stesso tempo, assai ricca di mille particolari di vita degli abitanti del nostro territorio, suggerisco di far scorrere la cronologia dei “fatti” lasciandosi coinvolgere dalla scelta metodologica operata dall’autore. Dall’incontro e dal succedersi, cioè, come dal confronto e dallo scontro delle varie correnti di “pensiero”. Ma anche dalle scelte da queste generate. Come pure dagli interessi emergenti, dalle personalità dominanti e dai comportamenti dei cittadini.
Direi che ogni capitolo rivela momenti mai conosciuti ma vitali nel contesto storico. Per provocare la curiosità degli interessati lettori, azzardo qui l’esempio di un particolare. Provate, tra l’altro, la lettura del capitolo e dei vari riferimenti riguardanti il “giansenismo” ad Acireale. Anche perché la presenza crescente di sacerdoti e religiosi determinò orientamenti di scelte e pretese ruoli non indifferenti nell’organizzazione e nei programmi.
Giuseppe Grasso Leanza ospite del Circolo Bohemien
Il “Circolo Bohemien” acese, diretto dalla scrittrice e giornalista Maria Cristina Torrisi, ha organizzato, in collaborazione con l’associazione “Kdiem”, un incontro con l’autore del volume, che si è tenuto giovedì 16 febbraio nei locali del collegio Santonoceto di Acireale.
Giuseppe Grasso Leanza ha ampiamente risposto alle domande con specifici riferimenti al movimentato periodo storico. A proposito, riporto qui una sua precisazione:
La “piccola storia” di Aci-Reale presenta diversi aspetti di interesse per ogni studioso che voglia ampliare lo spettro di conoscenza della “grande storia”. Questo libro ha inteso raccontare – con ordine sistematico e manualistico – avvenimenti, personaggi e idee che hanno attraversato Aci-Reale nel Sette-Ottocento cogliendone la relazione di continuità con le grandi correnti storiche e culturali del tempo. Sotto questo profilo, la ricerca è stata feconda…
Di alcuni d’essi la storiografia municipalistica ha ignorato il ricordo e il racconto, e lo ha fatto per varie ragioni: per partigianeria, per errore di metodo, per disinteresse… Questo è stato il punto di maggiore difficoltà, quello cioè di scoprire personalità acesi di rilievo, illustrandone il merito nonostante il silenzio, il “mortifero lenzuolo del silenzio” da cui sono stati coperti (damnatio memoriae)”.
Nel corso dell’incontro, interessanti sono stati gli interventi del dott. Michelangelo Patanè, del dott. Salvatore Leonardi e dell’ing. Giuseppe Rossi.
L’opera di Giuseppe Grasso Leanza segna certamente una pietra miliare nel succedersi del “racconto” della nostra terra. Riempie, di fatto, un vuoto nell’analisi di un lungo periodo di sofferto passaggio da una sottomissione a un dominio straniero agli anni della nascita e dello sviluppo del Regno d’Italia. Passando per il desiderio di una indipendenza siciliana. Anni in cui emerge la volontà di farsi spazio nell’evolversi del contesto italiano ed europeo, facendo valere le diffuse capacità di vari attori. Nel complesso rapporto di politici, pensatori, clero, mondo aristocratico-borghese, possidenti, imprenditori, operatori e cittadini.
Un cammino di tortuosa ma indiscussa crescita di una convivenza ancora protesa a vivere i valori sociali, civili e religiosi.
Nino Leotta