Libri / Con le poesie di don Tornabene alla ricerca di risposte sul senso della vita

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Il parroco don Sebastiano Leotta porge i saluti

A conclusione del triduo, celebrato in onore di San Martino vescovo, don Orazio Tornabene, direttore della Caritas diocesana di Acireale, ha presentato a Carruba di Riposto il suo libro di poesie “Il Creato canta la Tua bellezza”.

Dopo i saluti del parroco, don Sebastiano Leotta, il nostro direttore, Giuseppe Vecchio, ha introdotto la serata ricordando la missione del giornale. Fondato per essere al servizio della diocesi e della gente, il suo motto è da sempre stato “informare per formare”. Da otto anni la testata è anche casa editrice.

Con semplicità – ha detto Vecchio – don Orazio mi ha proposto il suo progetto di pubblicare queste sue brevi poesie. Sono quasi delle pillole, alcune di catechesi, altre di spiritualità”.

Qual è il significato della poesia oggi? Una ricerca di senso

Si scrive ancora poesia? E a quale scopo? Da questo interrogativo ha preso avvio  l’intervento della prof.ssa Maria Teresa Romeo, giungendo a questa conclusione: “Se è vero che la poesia è una risposta a una domanda di senso, a mio avviso don Orazio scrive poesia perché cerca un senso per la sua vita e mette a disposizione degli altri queste sue riflessioni”.

Affrontando poi l’analisi del testo, ha evidenziato lo stile nominale dell’autore: “attraverso periodi non conclusi, troncando il periodo, lasciandolo in sospeso, offre al lettore una pluralità di chiavi di lettura, di significati che si possono attribuire alle stesse parole”. Il suo è pure uno stile evocativo, come si evince dai termini utilizzati.

Pillole di spiritualità e di catechesi nelle poesie di don Tornabene

A seguire don Orazio Tornabene, dopo i ringraziamenti di rito, ha confermato come la sua poesia nasca da un’immagine evocativa. Nel volume, infatti, il testo poetico è sempre accompagnato da una fotografia. Il tema principale è quello della speranza (le poesie sono state composte durante il periodo del Covid-19, ndr) e lo stile ermetico.

Per me è un modo per comunicare. Dio mi ha dato il dono di esprimere il mio pensiero attraverso la poesia“. In questo modo l’autore/sacerdote riesce a veicolare la sua parola anche ai non credenti, a quelle persone ancora in cerca, offrendo loro la possibilità di vedere le cose da una prospettiva diversa.

Creato come riflesso della bellezza di Dio

Con le poesie egli parla delle emozioni che suscita il Creato, quale riflesso della bellezza di Dio. “Occorre  guardare le cose con stupore, come fanno i bambini”; qui c’è un richiamo evangelico e anche alla poetica del fanciullo interiore di Pascoli. Lo sguardo poetico si fa, dunque, sguardo profetico (riuscire a guardare laddove guarda Dio).

Amo il tramonto perché, come momento conclusivo della giornata, è il momento della verifica personale. Peraltro, penso anche che il tramonto corrisponde all’alba nell’altro emisfero. Non esiste un momento totalmente buio”.

Nel corso dell’incontro, apprezzati gli intermezzi musicali di Federico Pennisi e la lettura delle liriche, molto ben interpretate dai giovanissimi Valentina Privitera e Filippo Castorina.

Guido Leonardi