Fratel Carlo Carretto, il grande religioso dei “Piccoli Fratelli” di Charles de Foucauld, coscienza critica e guida di una generazione, il monaco che nel ’54 si ritirò nel Sahara dove visse dieci anni ritmati da preghiera, silenzio e lavoro, raccontati nel libro “Lettere dal deserto“.
E Terence Hill, all’anagrafe Mario Girotti, oggi per i telespettatori Don Matteo, dopo tante pellicole che lo hanno visto in coppia con Bud Spencer al tempo dell’exploit del western.
Se, sino a poco fa, – si legge in una nota illustrativa – non erano in molti a conoscere la grande passione di Terence Hill per la figura di Fratel Carlo (“grande cattolico italiano, lui aveva la stessa semplicità che troviamo oggi in Papa Francesco”, così afferma oggi l’attore ), ora è addirittura il libro più noto di Carretto (qualcosa come una quarantina di edizioni per i tipi di Els La Scuola) a costituire uno dei pilastri su cui si sostiene la trama del nuovo film di Terence Hill. Che l’attore interpreta come protagonista, ma ha pure sceneggiato e diretto.
Sì, parliamo qui di un classico della spiritualità –“Lettere dal deserto”, libro di un grande uomo di fede – e di “Il mio nome è Thomas”, il film che è nelle sale cinematografiche italiane dal 19 aprile (Paloma Productions, Vivi Film; distribuzione Italia Lux Vide).
Il libro viene mostrato, in una delle sue prime edizioni, persino nel trailer, che si apre con Terence Hill sonnecchiante su una sedia da barbiere, mentre un gatto gli passa sotto e un’aquila lo sorvola. Quando si sveglia eccolo subito accendere una roboante Harley Davidson dopo aver detto “Vado in Spagna per rileggere questo libro nel deserto…”.
La storia è quella di Thomas, un motociclista che va alla ricerca di se stesso e si dirige verso il deserto ripetendo a tutti “io viaggio da solo”, sino a quando incontra una ragazza, Lucia, che, perseguitata da due balordi, sconvolgerà i suoi piani, sembrando non voler più abbandonarlo. “Thomas scoprirà che la saggezza cercata, non sta nella solitudine, ma nel forte spirito di Lucia”, ha anticipato Terence Hill. Nell’attesa di vedere la nuova pellicola dove Terence sta davanti e dietro la macchina da presa, un consiglio è quello di scoprire o riscoprire il libro che l’ha ispirato, testimonianza preziosa della singolare vicenda umano-spirituale e vocazionale di Carretto.
Dopo la presidenza dei Giovani di Azione Cattolica, nel 1954, si è detto, lasciò tutto per la sua decennale esperienza sulle orme di Padre de Foucauld. Documento dell’intensa e penetrante ricerca religiosa di quegli anni, “Lettere dal deserto” non solo fu un volume accolto con larghissimo favore al suo apparire, ma continua ad affascinare le nuove generazioni.
La più recente edizioni e per i tipi di Els La Scuola si apre con una densa introduzione dello storico Luciano Caimi, sulla scorta di un’inedita documentazione, che riserva più di una sorpresa pur costituendo innanzitutto una singolare testimonianza evangelica.