Libri / Fabio Grippaldi spiega “La resurrezione di Lazzaro” del Caravaggio

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La “Resurrezione di Lazzaro” è uno dei capolavori di Caravaggio del periodo siculo-maltese, e in generale una delle più alte espressioni dell’arte occidentale. Realizzato, originariamente, per la pala centrale dell’altare della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Messina, dopo il terremoto della Sicilia orientale del 1693, il dipinto ebbe varie “peripezie”. Oggi lo si può ammirare nel museo regionale di Messina.

Nell’ambito del ricco programma di “Marzo, mese della cultura” approntato dal comune di Acireale, domenica 16 marzo, è stato presentato, nei locali della Basilica s. Sebastiano di Acireale, il libro “Caravaggio, i Lazzari, i Ministri degli Infermi: la Resurrezione di Lazzaro” di Fabio Grippaldi.
L’autore è segretario della Basilica di S. Sebastiano, dal 2021 coordinatore dei Musei ecclesiastici italiani, e dottorando in Beni culturali, presso l’Università degli studi di Palermo.

Da sx: Simona Postiglione, Fabio Grippaldi e l’on. Nicola D’Agostino

D’Agostino: “La cultura fa crescere Acireale”

“Il programma di ‘Marzo mese della cultura’ è una rinascita di stimoli culturali – ha introdotto l’incontro l’onorevole Nicola D’Agostino-. Una serie di manifestazioni, al cui interno c’è la città.  Promuoviamo la cultura, che è incontro e confronto; e questo, indubbiamente, fa crescere Acireale. Abbiamo assunto una dimensione, non solo, provinciale ma regionale, per non dire nazionale: la Rai ha addirittura dedicato dei servizi  agli incontri di questo mese”.

Il mese della cultura, cioè marzo, è sempre un’occasione per rilanciare la nostra splendida città- ha dichiarato l’assessore alla cultura Enzo Di Mauro-. Sono tante le associazioni, le istituzioni, tra cui la stessa diocesi,  che hanno permesso la realizzazione del nostro ambizioso progetto; uno spirito che ci mancava. Il torpore ci immiserisce. E Fabio Grippaldi è l’esempio plastico di ciò che noi intendiamo per cultura”.

La relatrice Simona Postiglione

Ringrazio Fabio Grippaldi per avermi rivolto quest’invito a presentare il suo libro– ha affermato la relatrice e assessore Simona Postiglione-.  A noi, oltre l’amicizia, ci lega l’amore per la Storia dell’arte. Ho letto con molto interesse il suo saggio: esaustivo, scorrevole, accattivante. Si descrive il percorso che ha portato Michelangelo Merisi- alias il Caravaggio- a dipingere la Resurrezione di Lazzaro. Soprattutto il cambio del tema originario per il quale era stato commissionato il dipinto: Da Madonna col bambino alla Resurrezione di Lazzaro, appunto”.

Simona Postiglione e Fabio Grippaldi

“La Resurrezione di Lazzaro”, una storia avvolta nel mistero

“Nel mio libro, ho analizzato gli aspetti salienti degli anni da fuggiasco a Messina di Caravaggio – ha spiegato l’autore-. Una storia avvolta nel mistero, quella della Resurrezione di Lazzaro. Si crede, come hanno avanzato degli studiosi, che il cambio del soggetto sia dovuto al nome del committente: Giovan Battista Lazzari. Un’altra teoria vuole che la morte del fratello del committente sia stata il motivo dell’abbandono del tema originario. Ma quest’ipotesi non regge, in quanto il quadro venne commissionato quattro mesi dopo la morte del fratello di Giovan Battista Lazzari.

Il mio saggio è frutto del lavoro certosino di ben tre anni, e secondo me, c’entrano i ministri degli infermi, i camilliani. A loro apparteneva la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Messina; e sembra strano che loro non abbiano avuto voce in capitolo. La teoria dell’assonanza del cognome è abbastanza grezza: sotto c’è qualcosa di più intellettuale, teologico se vogliamo. Che sulla pala centrale dell’altare della chiesa, i camilliani abbiano adottato il laisser- faire è alquanto improbabile. Questa – ha concluso – è la risposta a cui sono giunto”.

Caravaggio è stato un pittore rivoluzionario  per l’uso della luce, precursore degli effetti cinematografici del Novecento. Sembra di essere dentro un film di Hitchcock; personaggi vividi e colori terrosi e cupi. Il Caravaggio del periodo siciliano-maltese accentua i colori scuri e le tele diventano enormi, risultato: espressività e realismo ancora maggiori.
Sembra plausibile che la spiritualità dei Ministri degli infermi abbia fatto cambiare il soggetto del dipinto; ma si è aperti ad ogni ipotesi. Chissà se un giorno gli studiosi scopriranno qualcos’altro?

                                                                        Giosuè Consoli